In 3 sorsi – In questo articolo si cercherà di analizzare come l’Amministrazione francese di Emmanuel Macron abbia ridato un forte slancio alla sua politica estera nel contesto dell’Indo-Pacifico. Questa è una regione del mondo di lunga tradizione storica per gli interessi geopolitici dell’Eliseo e che oggi è diventata una delle priorità.
1. LA FRANCIA POTENZA DELL’INDO-PACIFICO
Come viene esplicitato nel documento del Ministero delle Forze Armate francese del 2019 France and security in the Indo-Pacific la Francia oggi conta una popolazione superiore agli 1,6 milioni di abitanti in propri territori situati nella regione dell’Indo-Pacifico. Ciò si è potuto verificare dal momento che, nonostante il processo di decolonizzazione della seconda metà del secolo scorso, Parigi è stata in grado di mantenere alcuni territori d’oltremare sia nell’Oceano Indiano, su tutti le isole di Mayotte e Reunion, sia nell’Oceano Pacifico, ovvero le isole di Clipperton, Wallis, Futuna, l’arcipelago della Polinesia francese e la Nuova Caledonia. Quest’ultima, in particolare, ha confermato la propria lealtà alla sovranità francese con la bocciatura del referendum sulla propria indipendenza nell’autunno del 2021.
Essendo territorialmente presente in questa regione Parigi ha potuto definire proprie zone economiche esclusive (ZEE) al largo delle coste dei suoi territori d’oltremare sia nell’Oceano Indiano che nel Pacifico, arrivando a numeri superiori ai 9 milioni di chilometri quadrati , la seconda ZEE più estesa del globo. Utile aggiungere che la presenza francese in questi territori comporta anche un significativo dispiegamento di militari francesi, circa 7 mila uomini, dalle coste orientali africane, con la base militare francese a Gibuti, passando per l’Oceano Indiano e terminando nel Pacifico.
Fig. 1 – Alzabandiera sulla nave francese Mistral, in navigazione nell’Oceano Indiano, marzo 2022
2. DIPLOMAZIA BILATERALE E MULTILATERALE
Mediante il suo status di media potenza europea presente nel contesto Indo-Pacifico Parigi negli anni ha intessuto relazioni con diversi attori regionali. Su tutti, come confermato dal France’s Indo-Pacific Strategy del 2022 vanno sottolineati i partenariati bilaterali con India e Giappone, entrambi soprattutto in materia di sicurezza e difesa. Il partenariato con l’Australia invece, che fino al 2021 poteva esser considerato di pari livello, ha subito una battuta d’arresto con la sigla del patto AUKUS tra Australia, Regno Unito e USA, che prevede la messa a disposizione di sottomarini a propulsione nucleare da parte di USA e Regno Unito all’Australia. Secondo Parigi l’Australia è così venuta meno a un precedente accordo con il gruppo francese Naval, che avrebbe fornito a Canberra sottomarini convenzionali. L’episodio ha creato una crisi diplomatica tra Parigi e Canberra, tanto che nel nuovo documento del 2022 si specifica che Parigi coopererà con Canberra solo “caso per caso”. Inoltre la Francia ha sviluppato partenariati con Organizzazioni multilaterali come l’ASEAN (Association of South-East Asian Nations) e organizzazioni internazionali minori presenti e nell’Oceano Indiano e nel Pacifico.
Fig. 2 – Il Presidente francese Emmanuel Macron insieme a Xi Jinping durante la sua recente visita in Cina, 7 aprile 2023
3. PARIGI DISEGNA UNA TERZA VIA TRA USA E CINA?
Di recente, il viaggio di Macron in Cina a inizio aprile, in parte assieme a Ursula von der Leyen, e il summit del G7 a Hiroshima di maggio sono stati due eventi rilevanti per meglio comprendere i desiderata francesi nell’Indo-Pacifico. Risulta chiaro come Parigi, aderendo perfettamente a una visione di stampo gollista riassumibile in “amici, alleati, ma non allineati” degli USA, voglia in tutti modi evitare di prendere parte a un potenziale gioco a somma zero tra Stati Uniti e Cina. In primo luogo Macron sembra intenzionato a non promuovere, in disallineamento con Washington, un taglio dei commerci francesi con la Repubblica Popolare Cinese, che anzi si son rafforzati con diversi accordi siglati durante il viaggio a Pechino. Inoltre Macron si è detto a favore del mantenimento dello status quo su Taiwan, espresso principalmente nella politica dell’unica Cina. Secondo la Francia la stabilità nello Stretto di Taiwan è fondamentale per garantire la libertà di navigazione e dei commerci, ma contemporaneamente non ritiene essere interesse europeo rischiare di rimanere coinvolti in una potenziale crisi tra Stati Uniti e Cina per la sovranità dell’isola. È rilevante sottolineare come Macron cerchi di europeizzare gli interessi francesi, come se parlando di Europa ne intenda esclusivamente una proiezione francese, postura di evidente stampo gollista.
Carlo Miglior
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