In 3 Sorsi – È recente la notizia che Putin interverrà solo da remoto al summit dei BRICS che si terrà ad agosto. Sono stati mesi difficili per il Sud Africa, che avrebbe dovuto arrestare il leader russo qualora avesse partecipato in presenza al vertice. Intanto, la crisi energetica del Paese è diventata una crisi politica, e la cornice che ospiterà il summit non è delle migliori.
1. LE PRIORITÀ DEL XV SUMMIT DEI BRICS
BRICS è l’acronimo del gruppo formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Insieme, questi rappresentano più del 40% della popolazione mondiale, occupano il 30% circa della superficie mondiale, il 23% del PIL e il 18% dei commerci internazionali. Il valore fondante di questa alleanza è la volontà di riformare la politica, l’economia e la finanza internazionali, rendendole più giuste e bilanciate. L’iniziativa viene vista come la principale oppositrice del G7, e sta assumendo una crescente rilevanza nello scacchiere internazionale. L’obiettivo di riformare il sistema si fonda sulla convinzione che quello attuale sia disegnato sulla base degli interessi occidentali, dal punto di vista delle Istituzioni politiche ed economiche. Quest’anno a detenere la presidenza dei BRICS e a organizzare il summit annuale, in cui i leader degli Stati membri si incontrano e discutono di tematiche fondamentali per l’alleanza, è il Sud Africa. Il vertice si terrà a Johannesburg dal 22 al 24 agosto, con il titolo “I Brics e l’Africa: una partnership per una crescita reciproca, sviluppo sostenibile, e un multilateralismo inclusivo”. Il summit dei BRICS, che ogni anno è ospitato da uno dei partner, è un momento di discussione e confronto fondamentale, necessario a fissare nuovi obiettivi e a misurare i successi ottenuti di anno in anno. Le tematiche principali di questa edizione riguarderanno, ad esempio, la transizione ecologica, lo sviluppo e l’educazione. Inoltre, si parlerà delle numerose opportunità dell’African Continental Free Trade Area (AfCFTA), e della fattibilità di istituire una moneta di conto, simile a ciò che era presente in Europa prima dell’euro, con lo European Currency Unit (ECU). Per questo vertice le priorità del gruppo sembrano, dunque, favorire i commerci all’interno dell’Africa, incrementare gli scambi tra Stati membri e fortificare ulteriormente la loro partnership.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il meeting a luglio dei Ministri degli Esteri dei BRICS a Città del Capo preliminare al vertice di agosto. All’incontro erano presenti anche Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Iran
2. IL MANDATO DI ARRESTO E LA PARTECIPAZIONE DI PUTIN AL SUMMIT
Vladimir Putin non parteciperà al vertice dei BRICS. Il 19 luglio, infatti, l’Ufficio di presidenza sudafricano ha informato che il Presidente russo non si recherà a Johannesburg, di comune accordo con il Governo di Pretoria. La decisione è conseguenza del mandato di arresto emanato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) il 17 marzo scorso nei confronti del Presidente russo e di Maria Lvova-Belova, commissario per i Diritti dei bambini presso l’Ufficio presidenziale della Federazione Russa, accusati della deportazione e del trasferimento illegale di bambini dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa. Al momento della deportazione, questi bambini erano protetti dalla IV Convenzione di Ginevra, che regola la protezione umanitaria dei civili in aree di guerra, trattato che Putin avrebbe violato compiendo un crimine di guerra. Il mandato di arresto emesso dalla CPI impone agli stati firmatari dello Statuto di Roma, ovvero il trattato internazionale istitutivo della CPI, di arrestare Putin qualora mettesse piede all’interno dei loro confini. Poiché il Sud Africa è un firmatario dello Statuto, avrebbe avuto questo obbligo se il leader russo fosse atterrato a Johannesburg per partecipare al vertice. Nei giorni scorsi, inoltre, l’Alta Corte della Provincia del Gauteng, a Pretoria, su richiesta della Procura generale, ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Putin in ottemperanza ai provvedimenti della CPI, rendendo ancora più rischiosa la partecipazione del Presidente al summit. Per Pretoria sono stati mesi turbolenti, in cui il Governo ha cercato di trovare degli escamotage per evitare sia l’obbligo dell’arresto, sia il rischio di violare il diritto internazionale. Si parlava, ad esempio, dello spostamento del vertice in Cina, Stato non firmatario dello Statuto di Roma. Inoltre, il 30 maggio scorso Pretoria aveva proposto l’immunità diplomatica per tutti i leader partecipanti al summit, con il chiaro intento di proteggere il Presidente russo e superare gli obblighi internazionali. Lo scenario più probabile era, però, la partecipazione da remoto di Putin e la presenza a Johannesburg del Ministro degli Esteri Sergei Lavrov, circostanza che è stata confermata tramite la dichiarazione dei giorni scorsi.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Vladimir Putin e Cyril Ramaphosa durante il Summit Russia-Africa a Sochi nel 2019
3. LA CRISI IN SUD AFRICA E L’IMPORTANZA DEL SUMMIT
Anche se il Governo di Ramaphosa può tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda la vicenda di Putin, così non è in relazione al difficile contesto con cui il Paese convive da tempo e che farà da cornice al vertice dei BRICS il mese prossimo. Il Sud Africa è in crisi, una crisi politica ma anche energetica: solo nell’ultimo anno si sono verificati più di 200 blackout in tutto il Paese. Se, però, nelle zone residenziali la popolazione ovvia a questa situazione utilizzando i generatori di energia o vanta il privilegio di essere esclusa dalle interruzioni di corrente per ragioni poco chiare, gli abitanti delle township non hanno le risorse finanziare per affrontare tale spesa. La cattiva gestione di questa emergenza sta aumentando ulteriormente il divario sociale nel Paese e la mancanza di energia ha causato gravi danni all’economia e alla società sudafricane. A livello politico, parliamo della debolezza dell’African National Congress (ANC), il partito di Nelson Mandela e forza governativa dalla fine dell’apartheid, dell’incapacità del Governo Ramaphosa di trovare delle soluzioni alle problematiche energetiche e ambientali, e della forte corruzione che pervade il Paese da decenni. Inoltre, in Sud Africa il livello di disuguaglianza resta tra i più elevati al mondo e questo trend è peggiorato ulteriormente in seguito alla pandemia e allo scoppio del conflitto in Ucraina. Scontri tra forze dell’ordine e manifestanti sono molto frequenti, e l’insoddisfazione della popolazione è visibile. Per di più, l’instabilità di Pretoria ha effetti negativi sui Paesi limitrofi, dato che il Sud Africa è l’economia più grande dell’Africa australe. Il Presidente Ramaphosa ha bisogno evidente di supporto per ritrovare credibilità a livello interno e per tenere saldo il proprio posto a livello internazionale, soprattutto in seguito alla decisione del Governo di non condannare ufficialmente l’aggressione russa, scelta che ha indebolito i rapporti con i partner occidentali e la credibilità del Paese a livello internazionale. Il XV summit rappresenta, perciò, un’opportunità per rafforzare le relazioni all’interno del club dei BRICS, cercare di attrarre investimenti esteri e trovare supporto per la ripresa locale. Il Sud Africa si conferma pieno di contraddizioni e problematiche, che si intersecano ora con le difficoltà diplomatiche che sta fronteggiando, risultato anche della posizione istituzionale ambigua, ma tendenzialmente favorevole, rispetto alla Federazione Russa in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.
Benedetta Ardizzone
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