In 3 sorsi – Nei giorni scorsi a Bruxelles si sono svolte tra i ministri dell’Economia dell’UE le trattative che dovrebbero portare alla riforma del Patto di StabilitĂ e Crescita, che tornerĂ in vigore nel 2024 dopo la sospensione del 2020.Â
1. DEFICIT, DEBITO E INVESTIMENTI AL CENTRO DELLE TRATTATIVE
Dopo circa tre anni dalla sospensione, dal 2024 torneranno in vigore le regole europee di bilancio del Patto di Stabilità e Crescita. A seguito della pandemia da Covid-19, che ha causato gravi recessioni in vari Paesi dell’UE, le Istituzioni comunitarie sono state costrette a sospendere l’applicazione del Patto di Stabilità per non complicare ulteriormente la ripresa economica del blocco. Con il ripristino del “Patto” alle porte, si è resa dunque necessaria una revisione delle regole e dei parametri, in particolare quelli legati alla riduzione costante del debito e all’attivazione della procedura per eccesso di deficit. L’attuale configurazione del Patto di Stabilità e Crescita, la stessa in vigore prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, viene ritenuta eccessivamente rigida da alcuni Stati membri, mentre per altri gli attuali criteri sono semplicemente insostenibili ed inapplicabili. Da qui emerge la necessità insindacabile di riformare la governance europea, ma permangono all’interno dell’UE posizioni tutt’altro che concordi.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Da sinistra, il Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, il Presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe e il direttore del MES Pierre Gramegna durante il meeting dell’Eurogruppo del 7 dicembre 2023 a Bruxelles
2. LA RIFORMA DEL PATTO DIVIDE L’UE
Come già successo in passato, gli Stati membri dell’UE si sono divisi sulla severità dei criteri da applicare. I Paesi dell’Europa meridionale, con in prima linea l’Italia e la Francia, chiedono nuove regole che assicurino flessibilità e che non ostacolino la ripresa economica a livello nazionale. Di contro, Paesi quali la Germania e i Paesi Bassi spingono verso criteri più restrittivi che permetterebbero una riduzione più rapida dell’indebitamento. Per questi motivi, i negoziatori e i ministri dell’Economia non hanno ancora raggiunto l’accordo definitivo che consentirebbe l’invio del testo al Consiglio, l’organo UE incaricato di approvare la riforma dopo la consultazione del Parlamento. Come dichiarato dai ministri italiano e francese Giorgetti e Le Maire, il nuovo Patto di Stabilità e Crescita dovrà prevedere un piano di sostegno agli investimenti dei Paesi membri che consenta la modernizzazione delle economie e l’aumento della competitività anche a livello extra-europeo. Sebbene tale posizione sia condivisa in parte da tutti gli Stati membri, permane da parte della Germania e degli altri Paesi detti “frugali” l’idea che la riduzione rapida dell’indebitamento sia la priorità da seguire. Alle divergenze di tipo strutturale si aggiungono anche quelle di tipo quantitativo, legate ai dati percentuali di mantenimento e riduzione annuali rispettivamente del deficit e del debito, che rendono ancora più complicata la convergenza su una posizione comune.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – I ministri delle Finanze portoghese Fernano Medina e italiano Giancarlo Giorgetti al meeting dell’Eurogruppo del 7 dicembre 2023 a Bruxelles
3. LA RICERCA DEL COMPROMESSO IN VISTA DELLE FUTURE TORNATE NEGOZIALI
Al termine della riunione dell’ECOFIN dell’8 dicembre, la delegazione spagnola ha presentato una proposta di bozza che fissa il mantenimento del deficit all’1,5% per i Paesi con un debito pubblico superiore al 90% del PIL, con una riduzione annuale del debito stesso dell’1%. Sebbene tale proposta non rappresenti ancora quella in grado di mettere d’accordo tutti gli interlocutori, fonti interne all’UE sostengono che verrĂ usata come punto di partenza per le future tornate negoziali, presumibilmente in programma a Bruxelles durante la settimana del 18 dicembre. Secondo quanto dichiarato da vari funzionari dell’UE, tra i quali il Commissario Europeo per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni e l’attuale Presidente del Consiglio dell’UE Nadia Calviño, le trattative andranno avanti incessantemente con l’obiettivo di uniformare le posizioni degli Stati membri e di raggiungere un accordo entro la fine del 2023.Â
Giorgio Fioravanti
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