In 3 sorsi – Dopo l’elezione di Javier Milei come Presidente dell’Argentina, abbiamo assistito a un discorso di insediamento che ha evidenziato le sfide economiche del Paese, promettendo riforme audaci e un futuro di libertà.
Leggi tutto: Il discorso di insediamento di Javier Milei: cambiamento epocale o show mediatico?1. L’INIZIO DELLA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO
Il 10 dicembre, data in cui si è svolta a Buenos Aires la cerimonia di insediamento del nuovo Presidente Javier Milei, ha segnato un nuovo inizio per l’Argentina. Tra gli invitati c’erano l’ex Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, il Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán, il Presidente ucraino, Volodímir Zelensky, il Re Filippo di Spagna, il Presidente ecuadoregno Daniel Noboa e il Presidente cileno Gabriel Boric. L’Assemblea legislativa, prima dell’arrivo di Milei e della sua vice Victoria Villaruel, è stata presieduta dalla vicepresidente uscente, Cristina Kirchner, protagonista della scena politica argentina dell’ultimo ventennio, la quale nella parte iniziale della cerimonia è stata una presenza costante. Una volta davanti l’assemblea legislativa, Milei ha prestato giuramento insieme a Villaruel, poi il Presidente uscente, Alberto Fernández, gli ha consegnato la fascia e il testimone.
Fig. 1 – Il Presidente uscente dell’Argentina Alberto Fernandez consegna il bastone presidenziale al Presidente eletto Javier Milei durante la cerimonia di inaugurazione al Congresso Nazionale il 10 dicembre 2023 a Buenos Aires, Argentina
2. IL DISCORSO PRESIDENZIALE
Dopo il giuramento, Milei si è diretto sulla spianata davanti alla Piazza del Congresso per tenere ciò che è stato considerato il discorso più tecnico tenuto da un neo Presidente. Milei ha evidenziato come l’Argentina sia stata in passato un faro di luce per l’Occidente, accogliendo i numerosi migranti europei, e come successivamente abbia deciso di abbandonare le politiche che l’hanno resa grande “adottando le politiche del collettivismo che hanno portato povertà e miseria”. Ha successivamente paragonato l’inizio del suo mandato alla caduta del muro di Berlino, ossia la fine di un periodo, quello a suo dire del kirchnerismo, che ha rovinato la vita degli argentini. “Nessun Governo ha ricevuto un’eredità peggiore di quella che stiamo ricevendo noi”, ha sottolineato, facendo riferimento al fatto che il kirchnerismo oggi lascia il Paese con un doppio deficit pari al 17% del PIL e un debito di 35 miliardi di dollari. “Non ci sono soldi, non c’è alternativa all’aggiustamento, non c’è alternativa allo shock”, ha esclamato Milei. Alcune delle misure necessarie che il Presidente ha elencato, al fine di migliorare la situazione economica del Paese, sono la riduzione dei ministeri da 18 a 9, la riduzione dei sussidi per l’energia e i trasporti, la cancellazione delle assunzioni pubbliche e dei contratti di lavoro con lo Stato creatisi meno di un anno fa e l’eliminazione delle opere pubbliche, assegnando ai suoi ministri il potere di promuovere la privatizzazione delle aziende e rimarcando sempre più il ruolo fondamentale del settore privato. Milei ha inoltre avvertito gli argentini di un peggioramento economico necessario a breve termine che dovrebbe poi portare a una ripresa.
Fig. 2 – Il Presidente dell’Argentina Javier Milei tiene un discorso dopo la cerimonia di inaugurazione al Congresso Nazionale il 10 dicembre 2023 a Buenos Aires, Argentina
3. IL GIURAMENTO DEI MINISTRI E IL TERMINE DELLA CERIMONIA
Una volta terminato il discorso, Milei si è recato alla Casa Rosada, dove ha riferito che la cerimonia di proclamazione ministeriale non sarebbe stata trasmessa ufficialmente perché “la situazione in Argentina è critica e non c’è niente da festeggiare, il giuramento è un evento privato affinché i ministri possano mettersi al lavoro”. L’ex candidata presidenziale Patricia Bullrich ha giurato come Ministro della Sicurezza, mentre la sorella del Presidente, Karina Milei, come Segretaria Generale della Presidenza. In seguito al giuramento dei ministri si è svolta la cerimonia interreligiosa nella Cattedrale Metropolitana di Buenos Aires. L’invocazione religiosa ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei vari culti professati nel Paese, tra cui l’ebraismo, religione alla quale il neo Presidente è particolarmente affezionato, avendo dichiarato di voler convertirsi alla stessa con l’aiuto del suo amico Rabbino Alex Wahnish, diventando così il primo Presidente ebreo nel Paese. Importante notare però che all’insediamento si è registrata una partecipazione inferiore del previsto: a fronte di una folla di sole 60mila persone, il Presidente ha sostenuto che “il successo della battaglia non proviene dalla quantità di soldati, ma dalla forza che viene dal cielo”. La domanda che tutti i media si pongono ora è se Milei manterrà le promesse o se l’annuncio di queste strette misure sia stato solo funzionale alla creazione di un personaggio alternativo, capace di generare empatia, con la promessa di cambiamenti e con il suo immancabile motto “Viva la Libertad carajo!”.
Isabella De Sinno
Immagine di copertina: “Javier Milei 2022” by Berkiller2003 is licensed under CC BY-SA