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Alle presidenziali in Messico è in gioco l’eredità di AMLO

Analisi – Le elezioni in Messico sono un test alla Cuarta Transformación del Presidente Lòpez Obrador.

PANORAMICA DELLE ELEZIONI

Nell’anno delle elezioni anche il Messico ha il proprio appuntamento elettorale. Il 2 giugno si terranno le elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica, per il rinnovo delle due Camere del Parlamento (Senato e Camera dei deputati), per otto dei trentuno Stati federali messicani e per il Governo di Città del Messico, alle quali saranno chiamati quasi 100 milioni di elettori registrati. Questa tornata elettorale ha un peso specifico elevato soprattutto per quanto riguarda le elezioni presidenziali: per la prima volta nella storia recente del Messico post-indipendenza, a ricoprire la carica di Presidente del Paese potrebbe essere una donna. Le principali candidate sono infatti Claudia Sheinbaum, l’ex Governatrice della capitale Mexico City in quota Morena, il partito al Governo sotto l’attuale Presidente Andrès Manuel Lòpez Obrador (detto AMLO), e Xóchitl Gálvez, candidata del Fuerza y Corazón por México (Forza e Coraggio per il Messico), una coalizione che raccoglie tutti i Partiti tradizionali che hanno caratterizzato la storia politica del Messico. La coalizione comprende:

  • PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale), il partito che ha dominato e controllato monopartiticamente il Messico per gran parte del Novecento;
  • PAN (Partito di Azione Nazionale), un partito nazional-conservatore che per primo aveva fermato il dominio incontrastato del PRI nei primi anni Duemila, vincendo le elezioni;
  • PRD (Partito della Rivoluzione Democratica), partito di centro-sinistra da cui proviene AMLO, che fondò Morena dopo aver rotto con il PRD nel 2011.

Sheinbaum, delfina del Presidente attuale, appare la stragrande favorita di queste elezioni. Le ultime rilevazioni la proiettano infatti sopra il 60% delle preferenze attuali, contro il solo 14% di Gálvez, cui segue a ruota Jorge Álvarez Máynez del Movimiento Ciudadano (Movimento cittadino) con il 5%.

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Fig. 1 – La candidata presidenziale messicana Claudia Sheinbaum durante un evento pre-campaign del partito Morena al Monumento a la Revolución, 18 gennaio 2024

UN PROFILO DELLE CANDIDATE

Claudia Sheinbaum è un ex scienziata ambientale con un dottorato in Ingegneria Energetica. Dal 2000 al 2005 è stata Segretaria per l’Ambiente per Mexico City, quando AMLO era Governatore, periodo nel quale il rapporto tra l’attuale Presidente e la candidata si è cementificato. Sheinbaum corre alle elezioni con la coalizione Seguimos Haciendo Historia (Continuiamo a fare la storia), formata da Morena, Partido del Trabajo (Partito del Lavoro) e Partido Verde Ecologista de México (Partito verde ecologista del Messico). Non si presenta con un programma radicalmente diverso da AMLO, anzi: promette di proseguire gran parte delle politiche dell’attuale Presidente, a partire dai programmi sociali di spesa per i poveri, il potenziamento delle infrastrutture chiave per il Paese e le politiche energetiche nazionaliste, focalizzate sul mantenimento della sovranità energetica del Messico. Dall’altra parte, Gálvez, imprenditrice tech e principale candidata di opposizione, ha impostato una campagna presentandosi come donna dal basso e promettendo di ridurre le disuguaglianze e tassare i ricchi, una politica che si discosta da quella del PAN, il suo partito di riferimento. Ma per capire perché tutti i partiti tradizionali messicani (PAN, PRI e PRD) si sono riuniti in un’unica lista di opposizione contro Morena bisogna fare un passo indietro alle origini del mandato di AMLO. La cifra che Sheinbaum vuole dare al Paese è figlia del segno che AMLO ha impresso al Paese da quando è salito al potere nel 2018, in un’elezione che ha sorpreso gli analisti e sconvolto il sistema politico messicano. Per la prima volta nella storia recente del Paese, né il PRI, né il più recente rivale PAN avevano ottenuto insieme la metà dei voti. A quell’elezione stravinse AMLO con Morena, ottenendo il 53% del voto popolare. Per capire quindi l’attuale popolarità di Sheinbaum, dobbiamo analizzare lo stato del Messico sotto AMLO.

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Fig. 2 – Il Presidente AMLO interviene durante il ‘Quarto Rapporto sullo Stato dell’Unione’ a Zócalo, Città del Messico, 27 novembre 2022

LA TRASFORMAZIONE DEL MESSICO SOTTO AMLO 

Dopo averci provato nel 2006 (perse con l’0,56% del voto) e nel 2012, AMLO ha conquistato il potere nel 2018 grazie a una nuova strategia. Veterano della sinistra messicana, in rotta di collisione con il PRD, AMLO ha costruito la propria figura politica nella lotta contro la casta dei partiti tradizionali, il PRI, il PAN e proprio il PRD, ribattezzati da lui in modo dispregiativo PRIAN, che per queste elezioni si sono coalizzati contro Morena. AMLO ha capitalizzato il malessere della popolazione presentandosi come un outsider con una piattaforma fortemente anti-establishment e un’agenda politica tipica della sinistra latino-americana: nazionalismo economico, programmi in favore delle fasce più deboli, un forte accentramento dei poteri nello Stato e una critica al neoliberismo in salsa occidentale. AMLO deve la sua enorme popolarità alla cosiddetta Austeridad Republicana (Austerità Repubblicana), una dottrina prima etica che politica contro gli sprechi e gli eccessi della burocrazia messicana. Il Presidente ha accusato a più riprese, infatti, l’apparato burocratico di essere corrotto e lontano dagli interessi del messicano medio, andando a tagliare programmi e dipartimenti pubblici. Parallelamente, AMLO ha implementato negli anni una politica industriale che ha riportato lo Stato al centro dell’economia, nazionalizzando buona parte delle industrie considerate strategiche, a partire dal settore energetico, favorendo le aziende fossili nazionali. Questa politica che unisce lotta alle élites con programmi anti-casta, investimenti in opere infrastrutturali (come il Maya Train o Treno dello Yucatan) e misure di assistenza ai più poveri e che si concentra sul controllo degli asset chiave del Paese porta il nome di Cuarta Transformación (Quarta Trasformazione), avvenuta in seguito ad altre tre fasi che hanno caratterizzato la storia del Messico recenti: la Guerra d’indipendenza messicana (1810-1821), la Guerra di riforma (1858-1861) e la Rivoluzione messicana (1910-1917). Sul fronte della sicurezza e della guerra ai cartelli, AMLO era partito in campagna elettorale proponendo una nuova strategia, definita Abrazos no Balazos (“abbracci non proiettili”) per trasformare la lotta al crimine, incentrata sulla risoluzione dei problemi di sicurezza con interventi “alla radice”, come programmi di sostegno dei quartieri più svantaggiati o percorsi di rieducazione. In linea con i suoi tentativi di sradicare la corruzione dal settore pubblico, nel 2019 ha costituito la Guardia Nacional, un corpo nazionale di polizia sotto la supervisione civile con membri provenienti da Esercito e Marina ri-addestrato in sostituzione della Policía Federal, considerata troppo corrotta. Nonostante i proclami di cambio di approccio e rimozione della violenza come elemento fondativo del contesto pubblico, sono state diverse le accuse di violazioni dei diritti umani nei confronti della Guardia Nacional e, dall’altra parte, negli anni AMLO ha operato una vera e propria militarizzazione del Governo, portando l’esercito a ricoprire un sempre maggior numero di funzioni prima sotto la supervisione civile. A fronte di ciò, il controllo dei cartelli di vaste porzioni del territorio messicano è ancora stabile e il loro sradicamento sembra lontano. 

LA PRIMA DONNA PRESIDENTE PER PROSEGUIRE (O TERMINARE) LA ‘CUARTA TRANSFORMACIÓN’

AMLO è una figura che divide e il Messico sotto la sua Presidenza è materia di dibattito. Alcuni osservatori parlano di AMLO come di un leader populista con uno stile aggressivo e intimidatorio, che spesso si è scontrato con oppositori politici, stampa e Corte Suprema. È stato definitivo da alcuni  “Trump messicano“, nonostante le divergenze ideologiche, per il suo attaccamento alla base e l’utilizzo massiccio dei comizi sotto forma di conferenza stampa. D’altro canto i suoi sostenitori fanno leva sulla maggiore sicurezza e l’economia in crescita, con la povertà in discesa e salari al loro massimo storico (anche grazie all’innalzamento del salario minimo). La sua Cuarta Transformación è nelle mani di Sheinbaum, che promette di volerla proseguire. Le sfide più cruciali si giocheranno soprattutto sul campo di Sheinbaum, quello energetico. Il Messico sotto Morena ha intrapreso una rotta in controtendenza rispetto alle sfide globali sul cambiamento climatico, privilegiando una politica industriale ancora massicciamente concentrata sulle industrie fossili. Il Messico ha sempre più bisogno di energia da fonti pulite, vista la disastrosa situazione della compagnia petrolifera statale Pemex e gli accordi sulla fornitura elettrica che hanno reso la CFE (Comisión Federal de Electricidad) una monopolista di fatto, diminuendo la quantità di energia disponibile e alzando i prezzi. D’altra parte, la crisi migratoria al confine statunitense e l’epidemia di Fentanyl rendono delicati i rapporti con gli Stati Uniti. La sfida del nuovo Governo sarà conciliare riforme economiche con politiche più sostenibili dal punto di vista ambientale, in virtù dei grandi programmi di spesa e assistenza per i poveri che sono centrali per l’elettorato di Morena. Sul fronte dello stato della democrazia, tuttavia, numerose sono le critiche verso AMLO e Morena, in un contesto in cui il Presidente sembra aver usato le Istituzioni più che operato per renderle maggiormente efficienti – testimonianza ne sono gli scontri con l’INE, l’Istituto Elettorale Nazionale, e i conseguenti tentativi di riforma. Anche se le tesi su una nuova alba dell’autoritarismo non sembrano ancora essere sufficientemente corroborate dai fatti, il tema rimane centrale e la prossima Presidente avrà il delicato compito di garantire la stabilità istituzionale in un Paese caratterizzato da violenza e corruzione.

Massimiliano Garavalli

“Andrés Manuel López Obrador, Presidente de México” by Eneas is licenced under CC BY 2.0

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Perchè è importante

  • Le elezioni Presidenziali in Messico decideranno il destino dell’eredità politica di AMLO.
  • Queste elezioni sono le più grandi della storia del Messico.
  • Il Messico si appresta a eleggere la prima donna Presidente della propria storia.

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Massimiliano Garavalli
Massimiliano Garavalli

Classe ’97 del pesarese, appassionatissimo di politica e relazioni internazionali. Ho fondato Sistema Critico, un progetto culturale con un proprio giornale online. Mi sono formato in Politica Economica a cavallo tra Urbino, Bamberg e Bologna. Negli anni mi sono specializzato in Americhe. Ogni tanto scrivo qualche poesia e suono il sassofono. Tifo Juve, gioco a tennis e ho un passato oscuro da TikToker ante-litteram su Instagram.

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