In 3 sorsi – La rielezione di Maia Sandu segna un passo deciso verso l’Europa, ma la Moldavia resta divisa tra le riforme promesse e le pressioni di Mosca.
1. IL BALLOTTAGGIO CONFERMA SANDU MA NON RISOLVE LE DIVISIONI NEL PAESE
Il 20 ottobre 2024 la Moldavia è stata chiamata alle urne per un doppio appuntamento elettorale: il primo turno delle presidenziali e un referendum sulla modifica della Costituzione, necessario per completare la richiesta di adesione all’Unione Europea. Due schede, due domande, due visioni opposte del futuro del Paese. Maia Sandu, Presidente uscente e promotrice della linea europeista, ha raccolto il 42,4% dei voti, mentre il filorusso Alexandr Stoianoglo si è fermato al 26%. Ciò ha portato al ballottaggio del 3 novembre, in cui Sandu ha prevalso con il 55,4% dei consensi, grazie al forte sostegno della diaspora e delle aree urbane.
L’esito del referendum, però, che ha sancito la volontà di proseguire il percorso verso l’UE con un risicato 50,39%, continua a riverberarsi sulla politica interna e sulle sfide di governance. Questo risultato, in parte oscurato dal ballottaggio, ha mostrato ancora una volta una società frammentata e non priva di contraddizioni, dove il sostegno alle riforme pro-europee è forte nelle aree urbane come Chisinau, ma respinto dalle regioni rurali e dalle aree filorusse come Transnistria e Gagauzia.
Fig. 1 – I cittadini votano alle elezioni presidenziali in un seggio elettorale a Chisinau, Moldavia, il 3 novembre 2024
2. RIFORME LENTE E DIFFICOLTĂ€ STRUTTURALI RALLENTANO IL SOGNO EUROPEO
La Moldavia ha compiuto progressi significativi verso l’integrazione europea, avviando nel 2024 negoziati di adesione e adottando un piano d’azione nazionale per il 2024-2027. Il mandato rinnovato di Sandu arriva con un’agenda ambiziosa: accelerare le riforme necessarie per l’adesione, rafforzare le Istituzioni democratiche e combattere la corruzione endemica. Tuttavia, come evidenziato dal rapporto della Commissione Europea, le sfide interne sono immense.
Il sistema giudiziario rimane inefficiente, con procedimenti troppo lenti e un basso tasso di smaltimento dei casi. La riforma della pubblica amministrazione, inclusa la fusione volontaria delle unità locali, procede a rilento, mentre la frammentazione politica interna e le dispute tra le Istituzioni anticorruzione continuano a ostacolare i progressi. La Moldavia deve anche migliorare la trasparenza e la capacità di implementare politiche pubbliche, cruciali per rispettare gli standard richiesti da Bruxelles​.
Il referendum e il ballottaggio hanno anche sottolineato come la popolazione rurale veda con scetticismo le riforme europee. Questa parte della Moldavia percepisce l’integrazione come una minaccia alla propria stabilità economica e identitaria, accentuando il divario tra chi vede nell’Europa una promessa e chi teme il cambiamento.
Fig. 2 – Un manifestante tiene un cartello con la scritta “Freddo e fame – il prezzo dell’adesione all’UE” durante una manifestazione contro la presidente moldava Maia Sandu e contro l’adesione della Moldavia all’Unione Europea, a Chisinau, Moldavia, il 12 ottobre 2024
3. TENSIONI GEOPOLITICHE E PRESSIONI ECONOMICHE OSTACOLANO IL CAMMINO VERSO BRUXELLES
La posizione geografica moldava continua a essere un punto critico. La Transnistria e la Gagauzia, regioni storicamente filorusse, rappresentano non solo un ostacolo interno, ma anche uno strumento geopolitico nelle mani di Mosca. L’interferenza del Cremlino si è manifestata in modo diretto durante le elezioni, perpetrando dinamiche che ricordano situazioni già osservate in altri Paesi dello spazio post-sovietico, come la Georgia. Sul piano economico, il Paese ha fatto progressi nella diversificazione energetica e nella stabilità macroeconomica, ma rimane fragile. Problemi strutturali come il lavoro non dichiarato, la bassa competitività e la dipendenza dalle rimesse della diaspora pesano sulla sostenibilità economica, prestando il fianco a Mosca.
La rielezione di Sandu offre una finestra di opportunitĂ per rafforzare la posizione europea della Moldavia, ma il successo dipenderĂ dalla capacitĂ del Governo di implementare riforme incisive, mantenere il consenso interno e resistere alle pressioni esterne. La Moldavia resta un Paese a metĂ strada tra Est e Ovest, con la necessitĂ di costruire un futuro stabile e democratico.
Ginevra Dolce