In 3 sorsi – Il 23 gennaio 2024 il SEAE ha pubblicato un documento sull’uso strategico della disinformazione da parte della Russia. Bruxelles ha avanzato iniziative pratiche per contrastarla, una sfida complessa in quadro internazionale instabile.
1. IL RAPPORTO SEAE
Il 2024 è un anno storico in quanto 76 Paesi e più di due miliardi di persone saranno chiamati alle urne, tra cui i cittadini dell’UE. Il 23 gennaio l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri, Josep Borrell, ha presentato il “Rapporto SEAE sulle minacce della manipolazione delle informazioni e interferenze straniere”, affermando come il voto europeo sia un “obiettivo primario” per la Russia. Il Rapporto riflette sull’uso crescente dell’intelligenza artificiale (IA) nella produzione di “deepfake”, ossia contenuti fasulli ma verosimili nella forma. Al contempo l’IA viene considerata cruciale per velocizzare il fact-checking, l’analisi del linguaggio e del sentiment e la catena di diffusione dei contenuti falsi sul web. Inoltre, il Rapporto incoraggia un atteggiamento proattivo che stronca la creazione di “ambienti di informazione alternativi” piuttosto che limitarsi a contrastare le ondate improvvise legate a eventi sensibili come gli appuntamenti elettorali.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il.Commissario europeo per il Mercato Interno, Thierry Breton, all’Eliseo
2. INIZIATIVE DELL’UE
All’atto pratico, l’UE ha avanzato due iniziative importanti. In primo luogo, il Digital Services Act, in vigore dall’agosto 2023, obbliga le piattaforme web a contrastare fenomeni di hate speech, la proliferazione di fake news e di tattiche elettorali manipolatorie, così come a indicare esplicitamente le condizioni di servizio, la trasparenza dei servizi di suggerimento e imporre la rimozione immediata di contenuti illegali. Il Commissario europeo per il Mercato Interno, Thierry Breton, si è messo in prima linea sulla questione, minacciando di comminare a X una multa dal valore corrispondente al 6% del suo fatturato nel caso in cui non rispettasse le normative europee. In secondo luogo, il Parlamento Europeo, nel giugno 2023, ha approvato l’AI Act, che entrerà in vigore tra il 2024 e il 2025 per regolamentare l’uso dell’IA in base al rischio (da nullo a inaccettabile) sulla vita e sui diritti fondamentali degli individui e includerà un sistema di “punteggi sociali” per i fruitori.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il conflitto russo-ucraino è l’argomento maggiormente condizionato dalla disinformazione pro-Cremlino
3. RISCHIO DIETRO L’ANGOLO
La disinformazione è diventata una minaccia sempre più allarmante che genera insicurezza interna, perché alimenta la sfiducia nel sistema e nei valori democratici. Il progetto EUvsDisinfo, sotto l’egida del SEAE, ha documentato dal 2015, anno della sua istituzione, a.oggi oltre 16.500 casi di disinformazione pro-Cremlino, dimostrando come Mosca sia la principale minaccia dell’UE. A metà gennaio 2024, l’inviato speciale dello US Global Engagement Center, Jamie Rubin, ha allertato che Mosca tenterà di manipolare le elezioni europee per favorire partiti illiberali le cui posizioni su temi quali il conflitto in Ucraina sono simili a quelle russe. Infine, anche le proteste degli agricoltori in diversi Paesi UE sono diventate oggetto delle campagne di disinformazione da parte del Cremlino, il quale sta diffondendo narrazioni di divisione e collasso economico dell’Unione incitando i manifestanti alla violenza. Per questa ragione Borrell, in concomitanza della presentazione del Rapporto, ha lanciato un appello a contrastare la disinformazione russa prima che si diffonda “come un cancro, mettendo a rischio la salute delle democrazie”.
Lorenzo Avesani
Photo by Endzeiter is licensed under CC BY-NC-SA