Caffè lungo – USA e Giappone continuano le esercitazioni congiunte, e non sono soli. Il contesto di sicurezza dell’Indo-Pacifico preoccupa le cancellerie asiatiche, che si stringono sempre più a Washington.
LE ESERCITAZIONI CONGIUNTE TRA GIAPPONE E USA
Con dei comunicati stampa la Marina giapponese (JMSDF) ha annunciato due esercitazioni militari congiunte con la U.S. Navy (USN), la prima tenutasi il 5 marzo, mentre la seconda tra il 7 e il 16 marzo. Le esercitazioni, che hanno visto la prima apparizione dell’elicottero da combattimento navale SH-60L firmato Mitsubishi Heavy Industries, sono state rispettivamente la 45ª e la 46ª esercitazione congiunta tra i partner nell’anno fiscale 2023, in conclusione alla fine di questo mese. Il fitto numero di esercitazioni è parte di una strategia volta a incrementare la coordinazione militare tra gli alleati e migliorarne l’interoperabilità, definita dalla NATO come “l’abilità di agire insieme in modo coerente, efficacemente ed efficientemente per conseguire obiettivi tattici, operativi e strategici”.
Tra le esercitazioni recenti, due meritano un’attenzione particolare. A dicembre 2023, Yama Sakura 85, la più grande esercitazione di terra nella regione dell’Asia-Pacifico, ha raggiunto livelli record anche grazie all’inedita partecipazione delle Forze di Difesa Australiane (ADF). Quest’ultime hanno inoltre preso parte al Keen Edge 24 di febbraio, un’esercitazione biennale di posto comando in cui, tramite simulazioni computerizzate, vengono testate le capacità operative congiunte integrate e affinate le procedure di Comando e Controllo (C2). Tuttavia la rilevanza di quest’esercitazione risiede in un dettaglio non di poco conto: per la prima volta il Keen Edge ha menzionato la Cina come nemico ipotetico, anziché impiegare una designazione indefinita. La risposta di Pechino è arrivata per mezzo di Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, che ha dichiarato: “Se qualcuno continua a interferire negli affari interni della Cina e a ostruire la riunificazione della Cina, non sarà solo un problema di ‘nemici immaginari’, ma dovrà pagare un caro prezzo per questo”.
Fig. 1 – Un velivolo statunitense atterra sulla portaelicotteri giapponese JS Ise durante un’esercitazione nel Mar delle Filippine, 31 gennaio 2024
RINFORZARE LE ALLEANZE
La strategia americana nell’Indo-Pacifico si estende oltre il bilateralismo, nel tentativo di istituire un’architettura di sicurezza multilaterale in funzione anti-cinese. È in questo contesto che l’alleanza nippo-americana abbraccia due importanti partner regionali: Australia e Corea del Sud.
Le partecipazioni australiane allo Yama Sakura 85, al Keen Edge 24 e ad altre esercitazioni navali congiunte tra USN e JMSDF a febbraio sono sintomo di una crescente rilevanza strategica di Canberra. D’altronde il Paese dell’Oceania è già membro di alcune importanti strutture di sicurezza a guida americana, quali l’AUKUS, il patto trilaterale di sicurezza con UK e USA, annunciato nel 2021, e il QUAD, il dialogo quadrilaterale di sicurezza che comprende USA, India e Giappone, riavviato nel 2017 dopo anni di stallo.
La questione sudcoreana, invece, è piuttosto diversa. Tradizionalmente le relazioni fra Tokyo e Seul sono state molto volatili, distanziandosi alla luce dei contenziosi storici per poi riavvicinarsi di fronte a minacce comuni. Ciononostante l’Amministrazione Biden ha saputo cavalcare l’insicurezza instillata da Cina e Corea del Nord nei due Paesi al fine di instaurare una solida cooperazione di sicurezza. Il summit di Camp David nell’estate 2023 ha consolidato gli accordi già raggiunti in occasione del summit ASEAN+ del 2022, trattando temi quali maggiore cooperazione, sicurezza collettiva e risposte coordinate. Di lì in pochi mesi il primo passo ufficiale. In occasione di un meeting trilaterale fra i rispettivi ministri della Difesa, è stato annunciato un sistema in tempo reale di rilevamento, allerta e analisi delle minacce missilistiche provenienti da Pyongyang. Si tratta di una rivoluzione nella sicurezza regionale, in quanto per la prima volta Tokyo e Seul condivideranno tra loro questi dati in tempo reale. Successivamente è stato dichiarato un piano pluriennale di esercitazioni trilaterali a partire da inizio 2024, avviato il 15 gennaio in risposta al lancio di un missile balistico nordcoreano a medio raggio nel Mar del Giappone. Un alto funzionario del Dipartimento di Difesa americano, intervistato da Nikkei, ha affermato: “Storicamente la cooperazione militare e trilaterale fra i tre partner è sempre stata episodica, a volta in reazione a provocazioni [nordcoreane]. Ciò che stiamo facendo qui è cercare di istituzionalizzare e regolarizzare questa cooperazione trilaterale”.
Fig. 2 – Il Presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, quello statunitense Joe Biden e il premier giapponese Fumio Kishida durante il summit trilaterale di Camp David, tenutosi nell’agosto 2023
LA DIREZIONE DELL’ALLEANZA FRA STATI UNITI E GIAPPONE
L’alleanza fra Stati Uniti e Giappone è stata avviata dal primo Trattato di Sicurezza fra i due Paesi, datato 1951. Con l’evoluzione dello scenario internazionale, una serie di fattori interni ed esterni al Giappone hanno contribuito a un radicale cambiamento dei termini di tale alleanza. Da un’iniziale condizione di asimmetria, in cui gli Stati Uniti fornivano garanzie di sicurezza in cambio dell’utilizzo a scopi militari del territorio giapponese, si è passati a una relazione più paritaria, grazie anche a un processo di riarmo atto ad acquisire capacità difensive deterrenti. L’Amministrazione Kishida ha, a questo proposito, elaborato un piano di aumento della spesa militare nei prossimi 5-10 anni volto a raggiungere l’obiettivo del 2% del PIL. Oltre all’acquisizione di strike capabilities, una priorità di spesa è la modernizzazione in termini di C2. Di qui la decisione di istituire il Centro Operativo di Comando Giapponese (J-JOC) a marzo 2025. L’obiettivo è non solo di unificare le tre forze militari (GSDF, MSDF e ASDF) sotto un unico comando, ma anche di fornire una diretta controparte al Comandante dell’INDOPACOM, per una migliore coordinazione sia tattica che strategica.
Coordinazione che sarà necessaria anche a livello politico. Il 10 aprile, Biden e Kishida si incontreranno alla Casa Bianca per discutere “gli impegni nel rafforzare i nostri legami politici, economici e di sicurezza”. Attenzione dunque alle dichiarazioni. I due leader, che stanno vivendo momenti di bassa approvazione, potrebbero concedere virgolettati audaci in un clima più che mai da campagna elettorale.
Davide Patriarca
“USS Ronald Reagan (CVN 76) and S Hyuga (DDH 181), right, sail in formation with 16 other ships.” by Official U.S. Navy Imagery is licensed under CC BY