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Inondazioni a Rio Grande do Sul: crisi umana e climatica

In 3 sorsi Il cambiamento climatico e la mancanza di misure preventive hanno causato inondazioni devastanti nella regione brasiliana del Rio Grande do Sul, causando morti e sfollati. Le comunità indigene sono tra le più colpite e necessitano di aiuti urgenti.

1. LE INONDAZIONI NELLA REGIONE DI RIO GRANDE DO SUL 

Dal 27 aprile la regione brasiliana del Rio Grande do Sul è stata colpita da piogge e inondazioni che hanno provocato la morte di 147 persone e costretto oltre 2,1 milioni di residenti a lasciare la propria casa. Da oltre un mese i soccorsi stanno attuando piani di emergenza per l’evacuazione delle famiglie nelle zone a rischio. In una conferenza stampa insieme al Presidente Luiz Inácio Lula da Silva, il Governatore del Rio Grande do Sul,  Eduardo Leite, ha dichiarato che lo Stato avrà bisogno di un piano di ripresa simile al Piano Marshall, che ha ricostruito l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il Rio Grande do Sul è lo Stato con la più alta percentuale di anziani: il 14,1% dei residenti ha 65 anni o più, e molti di loro sono sconvolti. “Non avrei mai immaginato che l’acqua sarebbe entrata in casa. Sono cresciuto lì. Quasi 50 anni di vita nello stesso posto e ora dovrò ricominciare da zero”, dice Nadir Fernandes, residente nel quartiere di Navegantes, uno dei più colpiti dalle alluvioni di Porto Alegre.

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Fig. 1 – Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile, a sinistra, e Eduardo Leite, Governatore del Rio Grande do Sul, a destra

2. L’EFFETTO DELL’ALLUVIONE SULLE POPOLAZIONI INDIGENE

Chi ha subito di più gli effetti delle alluvioni sono le comunità indigene, 80 delle quali sono state colpite, con 466 famiglie autoctone costrette ad abbandonare i propri villaggi o le proprie riserve. Una delle popolazioni che ha riscontrato maggiori danni è stata quella dei Guarani Mbya, che vivono nella regione metropolitana di Porto Alegre, vicino alla costa. Oggi stanno cercando di organizzarsi e di riprendersi dopo la catastrofe delle alluvioni. C’è bisogno di materassi, coperte e, soprattutto, di cibo e acqua potabile. Marcos Kaingang, inviato dal Ministero dei Popoli Indigeni nel Rio Grande do Sul, ha dichiarato che la preoccupazione principale è per le comunità rimaste isolate e per le famiglie che hanno trovato rifugio all’interno di chiese, scuole e palestre. Ha aggiunto che si sta lavorando per garantire che le popolazioni indigene siano incluse nelle campagne di assistenza umanitaria senza il rischio di essere dimenticate. Le comunità indigene stanno soffrendo molto dopo l’alluvione, che ha inoltre causato il proliferare di varie malattie, tra cui la dengue.

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Fig. 2 – Uomini attraversano una strada allagata nel quartiere di Sarandi, uno dei più colpiti dalle forti piogge a Porto Alegre, nello Stato di Rio Grande do Sul, in Brasile, il 27 maggio 2024

3. SCENARI FUTURI E CONSEGUENZE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO IN BRASILE

Ciò che ha causato queste forti alluvioni è l’effetto diretto del cambiamento climatico che sta interessando il pianeta. Tra il 2017 e il 2022 in Brasile più di 28,8 milioni di persone sono stati colpiti da disastri legati a piogge, inondazioni e frane. In un solo anno, questi event sono costati oltre 20,4 miliardi di dollari di spese pubbliche. Secondo gli esperti le piogge intense e le siccità prolungate non saranno più fenomeni isolati, ma diventeranno sempre più frequenti, andando a inficiare in particolar modo le condizioni di vita delle popolazioni indigene. Sono molti i fattori che hanno contribuito a questa crisi umanitaria e ambientale. Uno è il fallimento del Governo a livello nazionale. Infatti i progetti di mitigazione del rischio e le misure di prevenzione delle catastrofi sono stati accantonati per anni. Basti pensare che l’ex Presidente Brasiliano Jair Bolsonaro negava l’esistenza del cambiamento climatico. Secondo il rapporto Global Witness, nel 2021 il Brasile è stato uno dei Paesi più pericolosi per gli attivisti ambientali, con 20 omicidi registrati. A fronte di tale situazione è necessario promuovere infrastrutture che operino secondo “nature-based solutions”, ripristinando le foreste degradate per fornire un cuscinetto contro le inondazioni e l’erosione, o proteggendo le zone umide per assorbire le piogge eccessive. Le inondazioni devastanti nel Rio Grande do Sul evidenziano la necessità impellente di affrontare il cambiamento climatico con misure preventive efficaci. Ciò può essere attuato ispirandosi alla principale filosofia indigena sudamericana del Buen Vivir, che ci aiuta a creare un modello di sostenibilità per ristabilire un equilibrio tra uomo e natura, con la consapevolezza che gli umani non sono i padroni della terra, ma che invece è quest’ultima che ci accoglie nella propria casa. E anch’essa ha dei diritti che devono essere rispettati per costruire un futuro resiliente, sostenibile e soprattutto in armonia con i bisogni della natura.

Isabella De Sinno

Photo by jorono is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Dal 27 aprile la regione brasiliana del Rio Grande do Sul è stata colpita da violente alluvioni che hanno causato danni all’ambiente e alla popolazione.
  • I popoli indigeni hanno subito maggiormente gli effetti della crisi climatica, in particolare la popolazione Guarani Mbya.

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Isabella De Sinno
Isabella De Sinno

Nata nel 2002 a Roma, sono laureata in Relazioni Internazionali e Politica Globale all’American University of Rome. Da Ottobre 2024, frequento l’università di Cambridge dove svolgo un master in studi Latino Americani. Il mio ambito di ricerca riguarda il post-colonialismo e la possibilità di decolonizzazione la conoscenza attraverso l’integrazione della cultura indigena nella società Argentina. Appassionata di letteratura, musica, cultura e geopolitica Latino Americana, nel mio tempo libero pratico spagnolo e studio portoghese.

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