In 3 sorsi – Il lago Balkhash sta affrontando un periodo critico, con il livello dell’acqua sempre piĂą basso e il rischio di trasformarsi nel nuovo Mare di Aral. Secondo varie analisi le cause principali di questa crisi sarebbero da attribuirsi alle attivitĂ umane, che sfruttano sempre di piĂą le risorse naturali del lago, unite al cambiamento climatico, che colpisce particolarmente l’Asia Centrale. Per proteggere il lago il Governo kazako, nel frattempo, porta avanti la ricerca scientifica insieme a studiosi francesi.
1. LA CRISI DEL LAGO BALKHASH
Il lago Balkhash, situato nel sudest del Kazakistan, è il più esteso dell’Asia Centrale, con la sua superficie di 17mila chilometri quadrati. Negli ultimi quattro anni il lago sta recedendo, mettendo a rischio l’ecosistema della zona e l’economia locale. Molti insediamenti lungo la costa dipendono quasi interamente dalla pesca: questi centri si sono moltiplicati a partire dagli anni Trenta, quando l’Unione Sovietica ha deciso di espandere l’attività su scala industriale. Le comunità locali sono allarmate perché temono che si ripeta la tragica storia del Mare di Aral, che è tuttora decimato, provocando carenza di acqua, frequenti tempeste di sabbia che portano con sé pesticidi e composti chimici tossici nelle aree circostanti e la salinità del suolo che compromette l’agricoltura. Uno studio pubblicato da Nature ha analizzato 14 bacini idrici nella regione dell’Asia Centrale, mostrando una chiara tendenza alla decrescita tra il 2001 e il 2016 nel volume dei laghi, soprattutto quelli situati in pianura. Alcuni esperti stimano che nel 2030 ci potrà essere una carenza di acqua nel lago Balkhash per quasi 2 miliardi di metri cubi. Questo scenario porterebbe alla degradazione irreversibile del lago, rendendo impossibile il ripristino dell’ecosistema, oltre che a conseguenze economiche negative per il Kazakistan e la popolazione. Inoltre il Presidente Tokayev ha recentemente annunciato il piano di costruire una centrale nucleare proprio sulla sponda del lago. La decisione finale sulla centrale spetterà al popolo kazako attraverso un referendum popolare. Le comunità di pescatori, nel frattempo, sono preoccupate dalla possibilità di una centrale, che porterebbe via ancora più acqua dal lago Balkhash, compromettendo ulteriormente il fragile equilibrio dell’ecosistema locale.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Veduta aerea del lago Balkhash, il piĂą esteso dell’Asia Centrale
2. LE RADICI DEL PROBLEMA: DEVIAZIONE DEI FIUMI E CAMBIAMENTO CLIMATICO
Secondo gli esperti le criticità dei bacini idrici in Asia Centrale sono principalmente dovute alle attività umane e al cambiamento climatico. La causa primaria del calo del livello dell’acqua nel lago Balkhash è infatti la deviazione delle acque del suo affluente principale, il fiume Ili, nell’area dello Xinjiang. La Cina e il Kazakistan hanno iniziato a usare in modo massiccio l’acqua del fiume, sia a causa dell’enorme espansione dell’industria e dell’agricoltura nella regione cinese, che per alimentare la centrale idroelettrica di Kapshagay. Un altro fattore che mette a rischio l’ecosistema del lago sono le emissioni causate dalle miniere e dai processi metallurgici. Inoltre ci sono contaminazioni portate dalle tempeste di sabbia dalle discariche. Gli esperti evidenziano anche come l’Asia Centrale sia particolarmente colpita dal cambiamento climatico: la regione, infatti, si sta scaldando più velocemente delle altre aree del mondo. Questo aspetto peggiora ulteriormente le prospettive per l’ecosistema del lago Balkhash, che rischia di desertificarsi sempre di più.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un pescatore all’opera vicino a Priozersk, sul lago Balkhash
3. RECENTI SVILUPPI E SOLUZIONI IN CAMPO
L’impegno del Kazakistan per invertire la tendenza del lago, fino ad ora sporadico, è aumentato notevolmente nell’ultimo anno: il Ministero per le risorse idriche e l’irrigazione kazako ha proposto una collaborazione con l’Ufficio francese per la Ricerca geologica e mineraria per fare ricerca sul lago Balkhash e sulla gestione delle acque sotterranee. Al momento si sono tenuti otto workshop con lo scopo di raccogliere e analizzare dati sul bacino del lago, con l’obiettivo finale di stilare uno studio comprensivo per formulare un modello di gestione idrica. A questo scopo il Ministero ha invitato anche la delegazione francese a seguire il forum internazionale sull’acqua e sul clima chiamato “Balkhash-2024”, svolto lo scorso maggio, che ha visto la presenza di ufficiali di Stato, figure della società civile, imprenditori e accademici. In generale l’atmosfera al forum era pessimista, ma secondo gli esperti è ancora possibile intervenire attraverso la ricerca scientifica per evitare che il lago vada incontro allo stesso destino del Mare di Aral.
Irene Quaglia
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