In 3 sorsi – L’UE fa un ulteriore passo in avanti verso l’autonomia tecnologica e verso le transizioni ecologica e digitale. Il piano della Germania da 5 miliardi di euro contribuirĂ anche a prevenire distorsioni del mercato e a creare migliaia di posti di lavoro in questo settore chiave.
1. LO ‘EUROPEAN CHIPS ACT’
Lo European Chips Act del 2022 è la più importante opera di legislazione europea per quanto riguarda il settore dei semiconduttori. La misura è entrata ufficialmente in vigore per tutti gli Stati membri dell’UE a seguito dell’emanazione del Regolamento 2023/781 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea. Si tratta di un progetto estremamente ambizioso e strutturato, che mira a consentire all’UE di diminuire sensibilmente la propria dipendenza dalle importazioni di componenti tecnologiche, provenienti in particolar modo dall’isola di Taiwan. L’idea di costituire una catena del valore europea per la produzione di “chip” è emersa per la prima volta nel corso del discorso sullo “Stato dell’Unione” della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen tenuto nel 2021.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La presentazione dello European Chips Act
2. IL PIANO DELLA GERMANIA DA 5 MILIARDI DI EURO
Un’ulteriore svolta nella creazione di un sistema produttivo europeo nel settore dei semiconduttori è rappresentata dal piano da 5 miliardi di euro proposto di recente dal governo della Germania alla Commissione Europea. La strategia tedesca prevede un investimento di circa 5 miliardi di euro diretto alla European Semiconductor Manufacturing Company (ESMC), una joint venture tra la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), la più grande compagnia produttrice di semiconduttori al mondo e diversi colossi della tecnologia come Bosch e NXP. Il progetto sarà caratterizzato da una natura “open foundry”, che permetterà a tutte le imprese, anche di piccole e medie dimensioni, di avere accesso a questo mercato, il tutto nel rispetto dei limiti imposti dalle regole europee sugli aiuti di Stato. Lo scorso 20 agosto la Commissione Europea ha approvato il progetto, che prevede la costruzione di un impianto nella città tedesca di Dresda, il quale si andrà ad aggiungere a quelli che saranno costruiti in Italia e Francia grazie ai fondi del “Recovery and Resilience Facility” (RRF). La messa in funzione degli impianti è prevista rispettivamente per il 2026, 2027 e 2029.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – La presentazione del grande investimento taiwanese in Germania
3. COSA ASPETTARSI DA QUESTO PROGETTO
Nel comunicato a sostegno del progetto, la Commissione Europea sottolinea come la creazione di un’industria europea dei semiconduttori porterà innumerevoli benefici dal punto di vista economico, occupazionale e delle transizioni energetica, ecologica e digitale:
- l’accesso facilitato a componenti tecnologiche e chip aiuterà le imprese europee ad essere più competitive sul mercato mondiale, limitando al contempo le distorsioni.
- In caso di crisi la catena produttiva continuerĂ a funzionare privilegiando la domanda europea.
- Il progetto porterĂ circa 11 mila nuovi posti di lavoro, da ripartire tra tutte le categorie di lavoratori.
- I chip prodotti avranno alti standard in termini di performance e bassi livelli di consumo energetico.
Il progetto rappresenta per il momento solo un primo passo verso una maggiore autonomia tecnologica europea, obiettivo di breve-medio termine dell’agenda comunitaria. Servirà invece molto più tempo per raggiungere la totale indipendenza dalle importazioni estere, obiettivo al momento estremamente inverosimile. Nonostante i tempi di attesi necessari per la costruzione degli impianti produttivi, il progetto sta già riscuotendo apprezzamenti tra le imprese e gli investitori europei. Un’Europa più autonoma e disposta a investire potrebbe rappresentare una svolta in positivo per i cittadini, le imprese e lo scenario internazionale.
Giorgio Fioravanti
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