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Congo, la tregua non regge

In 3 Sorsi – Nella Repubblica Democratica del Congo le operazioni militari continuano mentre i tentativi di mediazione internazionale faticano a ottenere risultati concreti. Rischia inoltre di aggravarsi anche l’epidemia di Mpox.

1. LE OFFENSIVE MILITARI E IL DILEMMA DELLE MILIZIE ALLEATE

Il 23 settembre l’esercito congolese ha lanciato un’operazione contro il gruppo ribelle delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR), un’organizzazione hutu radicale. Durante le manovre, il 26 settembre, un errore ha portato all’attacco accidentale della milizia Wazalendo APCLS, tradizionalmente alleata del Governo. L’incidente mette in luce le difficoltà operative delle Forze Armate congolesi, alle prese con un contesto nel quale il controllo del campo di battaglia è particolarmente difficoltoso per le condizioni e la complessità del territorio.
L’operazione contro l’FDLR è però potenzialmente importante, perché parte di una strategia volta a stabilizzare la regione del Nord Kivu e a ridurre le tensioni con il Ruanda, con cui sono in corso negoziati. Tuttavia, le milizie locali, che agiscono in modo indipendente, rendono difficile evitare errori e aumentano il rischio di vittime civili. A tutto ciò si sommano i limiti dell’intelligence militare congolese e la corruzione diffusa, che ostacolano qualsiasi reale progresso.

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Foto 1 –  Il villaggio di Lusogha, area di scontri da maggio 2024

2. VIOLAZIONI DEL CESSATE IL FUOCO E IMPLICAZIONI REGIONALI

Nonostante il cessate il fuoco mediato dall’Angola il 4 agosto, arrivato dopo mesi di battaglie, le attività in armi continuano, alimentando così l’instabilità della regione. A Kirumba gli scontri tra l’esercito congolese e il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, hanno segnato la violazione più grave dell’accordo fino ad oggi. L’M23, forte del sostegno ruandese, continua a guadagnare terreno, rappresentando una seria minaccia per il Governo congolese e aumentando le tensioni con Kigali.
Kinshasa ha intensificato le operazioni militari contro l’M23, cercando di forzare il Ruanda a ritirare le proprie truppe dall’est del Paese. Tuttavia, una nuova escalation potrebbe mettere definitivamente fine al fragile cessate il fuoco e aggravare la già difficile situazione umanitaria. In questo frangente, la distribuzione di aiuti, in particolare di vaccini contro il Mpox, il “vaiolo delle scimmie“, risulta sempre più complicata a causa della continua violenza e delle difficoltà logistiche. Il lancio della campagna di vaccinazione avviene peraltro già con un certo ritardo, quando il numero di casi sospetti supera ormai quota 30mila dall’inizio del 2024, con circa un migliaio di vittime accertate.

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Foto 2 – Ospedale Generale di Goma, Nord Kivu, dove la campagna di vaccinazione contro il Mpox è partita ad ottobre

3. LA FRAGILE DIPLOMAZIA E LE MOSSE DEGLI ATTORI CHIAVE

Nonostante le violazioni, il Presidente congolese Félix Tshisekedi ha dichiarato di essere soddisfatto dei progressi nell’implementazione dell’accordo di agosto. Ciò suggerisce che la RDC vuole mantenere aperta la strada per i negoziati, evitando una piena escalation del conflitto. Tuttavia, se l’M23 dovesse continuare a ottenere successi sul campo, Tshisekedi potrebbe essere costretto a ripensare questa strategia e a considerare altre opzioni militari.
Dal lato ruandese, il Presidente Paul Kagame considera fondamentale mantenere una presenza militare nell’est della RDC fino a quando l’FDLR non sarà completamente neutralizzato, perché ritenuto una minaccia per il proprio Paese. L’Angola, che ha svolto un ruolo chiave nella mediazione, continua a spingere per il dialogo, ma le divergenze tra RDC e Ruanda sono profonde, limitando il suo margine d’azione. Nei giorni scorsi, proprio grazie alla mediazione angolana, i due Paesi hanno intanto raggiunto un accordo per il disarmo delle FDLR, comunque ancora da pianificare. Il successo della diplomazia dipenderà dalla capacità delle parti di concordare un calendario per il ritiro delle truppe ruandesi e per la smobilitazione importante dei gruppi ribelli.
Un incontro bilaterale tra Tshisekedi e Kagame potrebbe rappresentare un passaggio importante nella definizione delle controversie, ma, sebbene in discussione da mesi, resta incerto a causa della mancanza di fiducia reciproca e delle difficoltĂ  sul terreno, che non consento alle parti di trovare posizioni forti da cui negoziare.

Pietro Costanzo

“_N7A0493” by MONUSCO is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • L’instabilitĂ  nell’est del Congo influisce direttamente sulla sicurezza della regione e sulle relazioni con il Ruanda.
  • Le operazioni militari e i continui scontri ostacolano i tentativi di pace.
  • L’esito del processo di pace influenzerĂ  la distribuzione di aiuti umanitari e sanitari nella regione.

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Pietro Costanzo

Co-fondatore del Caffè e membro del direttivo. Mi occupo di cooperazione internazionale nel settore della sicurezza e di fondi europei. Ogni opinione espressa è strettamente personale.

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