Ristretto – L’attesa per un allentamento della politica monetaria restrittiva della Fed è finita: nel corso dell’ultima riunione i tassi di interesse sono stati ridotti di 50 punti base.
La decisione era nell’aria e alla fine si è concretizzata: nel corso dell’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) tenutasi il 17 e 18 settembre scorsi, si è deciso di ridurre i tassi di interesse passando dal 5,5% al 5% a distanza di oltre quattro anni dall’ultimo taglio, avvenuto nel marzo 2020.
Dopo 14 mesi di tassi invariati al 5%, il FOMC ha deliberato la riduzione di 50 punti base rispetto al consueto adeguamento di 25 punti base: l’ultima riduzione di tale entità era avvenuta nel 2020 in risposta alla pandemia, nel 2008 in risposta alla crisi finanziaria e ancora prima nel 2001 in risposta allo scoppio della bolla tecnologica. Questa volta la decisione è stata presa non in risposta a una recessione, ma con l’obiettivo di preservare la crescita economica.
“Policy is well positioned to deal with the risks and uncertainties that we face in pursuing both sides of our dual mandate”: dalle parole del Presidente della Fed è infatti emersa la consapevolezza di un’economia statunitense ben posizionata rispetto ai rischi da affrontare nell’obietto di perseguire la stabilità dei prezzi, che insieme al raggiungimento della massima occupazione, rappresenta il duplice mandato della Fed. Anche gli ultimi dati di settembre mostrano un valore dell’inflazione al 2,4%, confermando un trend in diminuzione da marzo scorso, quando si attestava al 3,5%.
C’è un dato che però sembra turbare o quantomeno lasciare perplessi il FOMC: l’aumento del tasso di disoccupazione secondo gli ultimi dati di settembre 2024 si attesta al 4,1%, non è correlato alla diminuzione del PIL degli USA, che invece anche nel secondo trimestre 2024 è aumentato a un tasso annuo del 3%.  Le previsioni di crescita del PIL, tuttavia, indicano un rallentamento nel corso del Q3 e poi del Q4 del 2024.
Come anche precisato in una successiva conferenza organizzata dalla National Association for Business Economics, Powell ha voluto ribadire che la Fed non sta seguendo una rotta prestabilita, ma che le decisioni verranno prese riunione dopo riunione valutando i dati consuntivi e previsionali, a dimostrazione del fatto che l’allenamento della stretta monetaria sarà graduale.
I prossimi dati relativi a inflazione, prodotto interno lordo e disoccupazione saranno quindi fondamentali per prevedere le successive mosse della Fed nelle ultime due riunioni del 2024, previste per il 6 e 7 novembre e per il 17 e 18 dicembre.
Emanuele Rufini
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