Ristretto – Ieri alle 15, ora italiana, Nicolas Maduro si è insediato per la seconda volta come Presidente della repubblica bolivariana, in virtù della vittoria nelle elezioni dello scorso maggio.
Il mandato, della durata di 6 anni, è iniziato tra le polemiche ed un vasto spiegamento di forze; milizie bolivariane (le Fanb) hanno stabilito il controllo su alcune aree sensibili della città di Caracas, soprattutto in Plaza Venezuela e lungo la centrale Avenida Urdaneta. Ci sono due elementi che la dicono lunga sul clima che si respira e sull’isolamento politico e diplomatico di Maduro. Innanzitutto, non ha giurato (come prevede la Costituzione) davanti all’Assemblea Nazionale, ma innanzi alla Corte Suprema, in cui annovera parecchi sostenitori. E soprattutto ha dovuto subire il boicottaggio del “gruppo di Lima”, organizzazione di cui fanno parte i maggiori paesi continentali, in quanto non riconosce la legittimità di questo secondo mandato. Come se non bastasse, ieri il Paraguay ha rotto le relazioni diplomatiche e il giorno prima Lenìn Moreno ha richiamato il proprio ambasciatore. Insomma, il mandato è iniziato ma non sappiamo come andrà.
Andrea Martire
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