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Romania, focus sulla crisi

Analisi La Romania sta vivendo un periodo di profonda crisi e instabilità dovuto all’annullamento delle elezioni presidenziali di novembre 2024. Gli schieramenti che si fronteggiano sono quello filo-UE e quello filo-russo. Serve stabilità in Romania per avere maggiore stabilità in Europa.

LA CRISI DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN ROMANIA

La Romania è al centro di una crisi politica che coinvolge le propre Istituzioni democratiche. La vicenda ha avuto inizio con le elezioni presidenziali del novembre 2024, che sono state annullate dalla Corte Costituzionale rumena su richiesta delle Autorità europee, per presunte ingerenze russe nel processo elettorale. Il primo turno delle elezioni aveva visto l’affermazione di Călin Georgescu, un candidato di estrema destra, filo-russo e populista, che aveva raggiunto il 23% circa dei consensi, sostenuto principalmente da un elettorato euroscettico e filo-russo. La decisione di annullare il voto ha suscitato un’ondata di proteste in tutta la Romania, con migliaia di persone scese in piazza a Bucarest per esprimere il proprio malcontento. Le manifestazioni sono state alimentate dalla percezione che il processo elettorale fosse stato manipolato, in particolare dalla partecipazione della Russia, e che la democrazia rumena fosse stata messa in discussione.
Secondo quanto riportato dalla stampa rumena, anche gli Stati Uniti, e in particolare l’allora ex Presidente Donald Trump, hanno avuto un ruolo nelle dinamiche interne al Paese, cercando di influenzare la Corte Costituzionale per consentire la candidatura di Georgescu. Questo intervento ha aumentato ulteriormente le tensioni politiche, rendendo la situazione ancora più complessa. A complicare il quadro, il 10 febbraio 2025, il Presidente centrista e filo-europeista Klaus Iohannis ha annunciato le proprie dimissioni dopo essere stato minacciato di impeachment dalla coalizione di destra. La decisione di Iohannis è stata interpretata come una concessione alle pressioni politiche interne ed esterne, incrementando il caos politico in un periodo già molto delicato.
In questo contesto di incertezza politica, la Romania si trova ad affrontare una serie di interrogativi sul futuro della sua democrazia. Le nuove elezioni presidenziali sono indette per il 4 maggio 2025 e Georgescu è stato recentemente estromesso dalla competizione elettorale. Le decisioni politiche interne, come quelle sulla gestione dei servizi segreti e sulla trasparenza delle campagne elettorali, sono al centro del dibattito pubblico, mentre la polarizzazione della società sembra destinata ad aumentare.

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Fig. 1 – Sostenitori di Georgescu protestano contro la sua esclusione dalle nuove elezioni presidenziali, 9 marzo 2025. La decisione iniziale dell’Ufficio centrale elettorale è stata poi convalidata dalla Corte Costituzionale

LA CRESCENTE POLARIZZAZIONE E L’INFLUENZA DEI SOCIAL MEDIA

La crisi politica in Romania ha alimentato una crescente polarizzazione all’interno della società e delle Istituzioni. Da un lato, la coalizione di Governo, composta dai socialdemocratici (PSD) e dal Partito Nazionale Liberale (PNL), continua a sostenere la legittimità del sistema elettorale e delle decisioni prese dalla Corte Costituzionale. Dall’altro lato, l’opposizione, guidata da forze di estrema destra come l’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), accusa il Governo di voler reprimere la volontà popolare e di manipolare il sistema politico a favore di un’élite filo-occidentale. Le manifestazioni che hanno avuto luogo nelle principali piazze di Bucarest e in altre città sono state un chiaro segno di come la fiducia nei confronti delle Istituzioni stia diminuendo, alimentando dubbi sulla capacità del Governo di agire in modo trasparente e corretto.
Un aspetto importante di questa polarizzazione è l’influenza crescente dei social media nella campagna elettorale, con l’utilizzo di piattaforme come TikTok e Facebook da parte dei sostenitori di Georgescu per promuovere la sua candidatura. L’accusa di finanziamenti illeciti provenienti da fonti esterne e di manipolazione delle informazioni ha messo in evidenza come la Romania sia vulnerabile alle operazioni di disinformazione, tanto più che la campagna di Georgescu ha fatto uso di risorse non dichiarate. Alcuni analisti suggeriscono che la Russia possa aver avuto un ruolo nel sostenere il candidato dell’estrema destra, ma la mancanza di prove concrete rende la situazione ancora più complessa. La Commissione di Venezia e altre Istituzioni europee hanno espresso preoccupazioni per la gestione delle elezioni e l’interferenza esterna, ma le prove definitive dell’influenza russa restano incerte.
D’altra parte, la polarizzazione sociale non è solo legata agli attori politici interni, ma anche alla crescente frattura tra le nuove generazioni, più aperte a un futuro europeo, e le generazioni più anziane, che tendono a guardare alla Russia come un alleato naturale. Questo divario, alimentato anche dal crescente euroscetticismo, ha reso più difficile il dialogo tra le diverse fazioni politiche e ha acuito le tensioni all’interno della società rumena.

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Fig. 2 – Călin Geogerscu durante un comizio anti-governativo, 1° marzo 2025

LA GEOPOLITICA DELLA ROMANIA E IL SUO FUTURO NELLA UE

Il futuro della Romania è indissolubilmente legato al contesto geopolitico, in particolare alla sua posizione strategica nell’Europa orientale. Il Paese ha giocato un ruolo chiave nel rafforzamento del fianco orientale della NATO, ospitando truppe americane e altre forze alleate sul proprio territorio. La Romania è anche uno degli attori principali nell’Unione Europea, ma la sua stabilità politica sta diventando una questione sempre più critica, soprattutto alla luce delle sue recenti crisi interne.
La situazione nel Paese è ulteriormente complicata dalle sue relazioni con la Russia. Mentre Bucarest ha cercato di mantenere una politica estera filo-occidentale, la crescente influenza di partiti di destra e di forze politiche filo-russe rappresenta una minaccia alla coesione interna e alle sue alleanze internazionali. La pressione di Mosca si fa sentire, non solo sul piano politico, ma anche sul fronte energetico e militare. Le alleanze con gli USA sono diventate cruciali per la sicurezza nazionale, ma l’incertezza generata dalle elezioni e dalle proteste interne rischia di indebolire la posizione della Romania sul piano internazionale.
Nel contesto dell’attuale conflitto in Ucraina, la Romania ha dovuto adattarsi a una nuova realtà geostrategica, affrontando sfide legate sia alla sicurezza che alla politica interna. La presenza di truppe NATO sul suo territorio è aumentata, ma la Romania potrebbe trovarsi a dover fare i conti con una maggiore pressione interna e internazionale riguardo alla sua politica estera e alle sue alleanze. L’Unione Europea dovrà giocare un ruolo cruciale nel supportare la Romania nella gestione di questa crisi, mantenendo un equilibrio tra l’affermazione dei principi democratici e la necessità di stabilità geopolitica.
In definitiva, le prossime elezioni presidenziali del 4 maggio 2025 rappresentano un punto di svolta fondamentale per il Paese. Esse determineranno non solo l’equilibrio politico interno, ma anche il futuro della Romania come membro dell’Unione Europea e della NATO. La gestione della crisi politica e il superamento della polarizzazione sociale saranno cruciali per evitare che il Paese si trovi isolato in un contesto internazionale sempre più complesso. La Romania dovrà rispondere alle sfide interne senza compromettere la propria posizione geopolitica, che è diventata sempre più centrale nel contesto della guerra in Ucraina e delle politiche europee.

Riccardo Renzi

*Istruttore direttivo presso la Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo, Membro del comitato scientifico della rivista Il Polo – Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti” e Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche.

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Perchè è importante

  • La crisi politica romena innescata dalle elezioni presidenziali annullate del novembre 2024.
  • La crescente polarizzazione dell’elettorato.
  • La Romania e il disordine geopolitico in Europa orientale.

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Riccardo Renzi
Riccardo Renzi

Laureato in Ricerca storica (LM-84) presso l’Università di Macerata, lavora, in seguito alla vittoria del concorso pubblico presso il IV settore del Comune di Fermo, come Funzionario presso la Biblioteca civica Romolo Spezioli di Fermo. È membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Scholia, Il Polo e Menabò online, è inoltre vicedirettore della rivista di filologia greca e latina Scholia. È inoltre socio dell’Aib, della Società Dantesca Fermana, del Centro Studi Sallustiani, dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia e della Deputazione di Storia Patria per le Marche. Ha all’attivo oltre 500 pubblicazione tra scientifiche e di divulgazione culturale. Per quanto concerne la politica e la geopolitica collabora con Dissipatio, Politicamag, Il Polo e Libro Aperto.

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