In 3 Sorsi – La Sierra Leone è tra i Paesi nei quali le MGF sono più diffuse. Nonostante la pratica non sia stata ancora resa illegale, grazie all’azione di numerose ONG e al contributo della comunità internazionale negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti per la tutela dei diritti delle donne.
1. LA PIAGA DELLE MGF: IL CASO DELLA SIERRA LEONE
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono ancora oggi particolarmente diffuse nel continente africano. Tra gli Stati nei quali questa pratica è ancora socialmente accettata resta la Sierra Leone, che, considerandola un rito di passaggio obbligatorio, riporta un’incidenza molto elevata. Si stima infatti che in tutto il Paese il 90% delle donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni abbia subito l’infibulazione in età adolescenziale.
Le conseguenze previste per coloro che rifiutano di conformarsi a questa tradizione sono piuttosto gravi, dall’emarginazione sociale alla stigmatizzazione, fino ad arrivare a violenze fisiche e psicologiche.
In Sierra Leone, che si classifica al 183° posto su 187 nell’Indice di Sviluppo Umano, le violazioni della salute sessuale e riproduttiva, specialmente nei confronti delle bambine, sono all’ordine del giorno, ma ad aggravare ulteriormente la situazione, oltre alle MGF, sono ancora l’elevata incidenza di violenze sessuali e matrimoni precoci (proibiti solo dal 2024), che raggiungono il 30% di tutti i matrimoni nel Paese.
Queste pratiche provocano gravi ripercussioni sullo stato psicofisico delle donne, contribuendo a limitare il loro empowerment sociale ed economico, oltre a lederne i diritti di base.
Fig. 1 – Una marcia contro le MGF in Sierra Leone in occasione della Giornata Internazionale della Donna, Freetown, 8 marzo 2022
2. QUAL È L’INCIDENZA DELLE MGF IN AFRICA?
La mutilazione genitale femminile è una procedura che consiste nella rimozione totale o parziale degli organi femminili esterni per ragioni di natura non medica. Questa usanza è praticata principalmente in oltre 30 Paesi dell’Africa e del Medio Oriente e, in misura minore, in alcune zone dell’Asia e dell’America Latina.
Una delle ragioni principali che spinge le famiglie a sottoporre le proprie figlie a questo rito di passaggio è la falsa credenza che l’infibulazione apporti dei benefici estetici e igienici, oltre che preservare la buona reputazione delle ragazze.
In alcuni casi, solamente in questo modo le bambine diventano a tutti gli effetti membri della comunità e vengono pienamente accettate come donne del villaggio, mentre coloro che si sottraggono vengono ripudiate in quanto considerate indegne, perdendo il diritto di sposarsi.
Oltre ai gravi danni fisici, dunque, le MGF provocano profonde ferite psicologiche dovute non solo alla traumaticità dell’evento, al dolore durante l’operazione e alle conseguenze fisiche, ma anche alla pressione che viene esercitata da parte della comunità e della famiglia stessa.
Sebbene le varie pratiche siano riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani, si stima che oltre 68 milioni di ragazze in tutto il mondo siano a rischio prima del 2030.
Fig. 2 – Julius Maada Bio, Presidente della Sierra Leone, interviene all’Assemblea Generale dell’ONU, New York, 22 settembre 2024
3. L’IMPEGNO INTERNAZIONALE
Oggi nel mondo sono più di 200 milioni le donne e le bambine che sono state sottoposte a forme di MGF.
Nel caso della Sierra Leone, l’ONU ha chiesto l’adozione di misure più severe per prevenire e sanzionare la pratica, definendola una tortura che viola i diritti fondamentali delle vittime.
Secondo quanto stabilito dall’ONU, le MGF non possono in alcun modo essere normalizzate per giustificare usi e costumi tradizionali a discapito dei diritti inviolabili delle donne.
Proprio per questo motivo la comunità internazionale ha più volte esortato il Governo della Sierra Leone a stabilire una serie di normative e divieti legali per vietare esplicitamente la pratica per ragazze di età inferiore ai 18 anni.
Trattandosi di una forma di violenza di genere, non è possibile contrastare le MGF in modo isolato rispetto ad altre problematiche diffuse nel Paese, come i matrimoni precoci e forzati. È assolutamente necessario implementare nuove politiche e leggi che tutelino il diritto delle donne a vivere libere dalla violenza e dalla discriminazione.
Grazie soprattutto all’impegno di numerose ONG, negli ultimi anni la Sierra Leone ha compiuto notevoli passi avanti nella lotta per la parità di genere e nella tutela dei diritti fondamentali delle donne.
Per quanto la linea tra il rispetto delle tradizioni locali e la difesa dei diritti umani sia piuttosto sottile, è importante affrontare il problema delle MGF dalla radice, affinché questo genere di abusi non venga normalizzato all’interno del contesto sociale.
Ad oggi l’impegno sul campo di numerosi operatori ha fatto sì che oltre 20mila bambine siano state rispariate dalla pratica dell’infibulazione, ma l’obiettivo è raggiungere entro il 2030 l’abolizione totale di queste pratiche, ormai ritenute inaccettabili a livello globale.
Alessia Tolu
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