Caffè Lungo – Keir Starmer affronta una difficile transizione geopolitica tra l’Europa comunitaria e gli Stati Uniti di Trump, cercando di ridare slancio al ruolo internazionale del Regno Unito.
UNA LEADERSHIP CAUTA IN TEMPI INCERTI
Primo Ministro del Regno Unito dall’estate scorsa, Keir Starmer si trova a governare in un contesto complesso e in continuo mutamento. Il suo insediamento è avvenuto dopo una breve campagna elettorale che ha avuto il sapore di una resa dei conti con il passato: l’elettorato, stanco di quattordici anni di Governo conservatore, ha consegnato ai laburisti una maggioranza assoluta, pur non abbracciando con grande fervore le politiche proposte dallo stesso partito. Tuttavia, il compito di ricostruire un Paese provato non si esaurisce con la vittoria alle urne. Gli anni tra il 2010 e il 2024 hanno visto un susseguirsi di crisi e fratture: politiche economiche divisive, un welfare in contrazione, tensioni territoriali interne e un sistema sanitario sotto pressione. In questo contesto, le prime mosse di Starmer hanno avuto come obiettivo il ricompattamento del tessuto sociale, ma il terreno resta fragile. Recenti sondaggi condotti da Ipsos hanno rivelato un Paese stanco, con poca fiducia nel Governo e nei partiti politici in generale. Questa scarsa fiducia è sorta anche nella campagna elettorale per le elezioni provinciali svoltesi giovedì scorso, i cui risultati hanno visto i due maggiori partiti in calo significativo. Grande vincitore è stato invece Reform di Nigel Farage, che per la prima volta dirigerĂ piĂą contee, con l’intenzione di puntare su un successo alle prossime elezioni legislative del 2027.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Nigel Farage festeggia la vittoria di Reform UK alle recenti elezioni locali
LE DUE SPONDE DELL’ATLANTICO
All’estero, Starmer deve navigare tra poli geopolitici sempre più distanti. Se per ottant’anni si è potuto contare sul rapporto transatlantico, adesso quel capitolo sembra chiuso. Da una parte l’Unione Europea, verso la quale Starmer tenta un riavvicinamento cauto ma concreto; dall’altra, gli Stati Uniti, ora guidati da un Donald Trump tornato alla Casa Bianca con un’agenda più aggressiva rispetto alla sua prima Amministrazione. Per il leader laburista, la politica estera segue una linea di pragmatismo e cautela: ricostruire i legami con Bruxelles senza rinnegare formalmente la Brexit, mantenendo però una certa indipendenza strategica per non essere troppo esposto alle frizioni continentali, evitando anche di alienare quella parte della società che ha votato per uscire. Se nel 2016 il 52% degli elettori ha dato sostegno all’uscita dall’UE, i sondaggi indicano da anni un forte ripensamento su quella decisione: c’è uno scarto di più di 10% tra il sostegno al ritorno nell’UE (intorno al 45%) e il sostegno per restare fuori (35%), con una parte significativa di indecisi.
Nei primi mesi di Governo, i laburisti hanno mostrato segnali discordanti sulla strada da seguire: alcuni Ministri si sono espressi a favore della libertĂ di movimento per i giovani, altri restano piĂą cauti; alcuni puntano alla semplificazione delle regole doganali e all’apertura verso i lavoratori europei per facilitare il commercio, mentre altri si mostrano piĂą rigidi, temendo che ogni riavvicinamento al continente possa aprire a critiche dal partito di Nigel Farage. Starmer, però, ha schierato il proprio Governo nettamente a favore del progetto del riarmo europeo, assumendo una posizione di prima importanza in questa impresa: il riarmo viene visto come un’occasione strategica per rinsaldare i legami con Bruxelles senza dover riaprire il dibattito interno di natura politica sulla Brexit, e su questo sembrano essere d’accordo tutti i partiti a Londra.
Fig. 2 – Il Primo Ministro britannico laburista Keir Starmer
TRA ISOLAMENTO E PROTAGONISMO
Tuttavia, il ritorno di Trump ha profondamente alterato gli equilibri euroatlantici. La Casa Bianca ha ventilato la possibilitĂ di abbandonare il multilateralismo e di opporsi apertamente alle politiche ambientali europee, segnando un distacco dalle precedenti Amministrazioni. Questo scenario impone al Regno Unito un difficile esercizio di bilanciamento: mantenere relazioni strette con Washington senza compromettere la distensione con Bruxelles. La special relationship rischia di diventare un vincolo ingombrante se Starmer non riuscirĂ a delineare una strategia autonoma e coerente.
Anche in ambito difensivo, le pressioni aumentano. Se gli Stati Uniti dovessero concretizzare il disimpegno dalla NATO (circostanza che ad oggi sembra comunque improbabile), Londra dovrà decidere se rafforzare la cooperazione militare europea o cercare di mantenere Washington nell’orbita atlantica. Entrambe le strade comportano rischi politici e diplomatici, e Starmer è altamente cosciente che l’orientamento verso Bruxelles potrebbe raffreddare i rapporti con gli USA.
Le difficoltĂ non mancano nemmeno sul piano commerciale. La guerra dei dazi lanciata da Trump ha danneggiato un Regno Unito ancora vulnerabile dopo la Brexit. L’idea iniziale che l’uscita dall’UE potesse proteggere Londra dai dazi del 20% imposti agli Stati membri si è rivelata illusoria. La decisione americana di estendere dazi ridotti al 10% a quasi tutto il mondo ha annullato ogni presunto vantaggio post-Brexit, lasciando il Paese esposto, con una rete commerciale piĂą fragile. Il sistema produttivo interno, giĂ colpito da inflazione e crisi energetica, teme ora pesanti ricadute.
Di fronte a questo scenario complesso, Starmer ha scelto finora una diplomazia discreta, cercando di rafforzare i rapporti bilaterali senza clamore, mantenendo una presenza costante nei principali consessi internazionali. Tuttavia, dovrĂ presto affrontare scelte nette: schierarsi con gli Stati Uniti o con l’Unione Europea. L’elettorato britannico ha bisogno di certezze, sicurezza e crescita economica, soprattutto di fronte a problematiche quali il carovita. Dunque, il vertice UE-Regno Unito del 19 maggio sarĂ decisivo per testare la strategia di Starmer e stabilire l’indirizzo geopolitico del Regno Unito, almeno per gli anni della Presidenza Trump. Per evitare che Londra passi da protagonista a spettatrice nello scenario internazionale, Starmer dovrĂ trasformare l’attuale fragilitĂ diplomatica in leva politica concreta e credibile.
Oliver Hearn
“The Prime Minister and the Chancellor visit Jaguar Land Rover” by UK Prime Minister is licensed under CC BY