Caffè lungo – All’indomani dell’annuncio di dazi da parte del Presidente degli Stati Uniti, nel mese di aprile Xi Jinping ha intrapreso un tour diplomatico in Vietnam, Malesia e Cambogia. Questa mossa strategica mira a consolidare le relazioni con i vicini del Sud-est asiatico, offrendo alternative alla pressione economica statunitense e promuovendo una cooperazione regionale piĂą stretta.
VIETNAM: RAFFORZAMENTO DELLA COOPERAZIONE ECONOMICA E POLITICA
La visita di Xi in Vietnam è stata significativa per il rafforzamento delle relazioni bilaterali: i due Paesi partono da una base ideologica comune, data l’importanza del Partito Comunista. Durante l’incontro con il segretario generale del Partito Comunista vietnamita, TĂ´ Lâm, il Presidente Lương Cường e il Primo Ministro Pham Minh Chinh, sono stati firmati 45 accordi di cooperazione che coprono settori come l’intelligenza artificiale, l’agricoltura, la cultura e lo sport. Entrambe le parti hanno sottolineato l’importanza di opporsi al protezionismo e di promuovere un sistema commerciale multilaterale.Â
Xi ha inoltre evidenziato la necessitĂ di rafforzare le catene di approvvigionamento e di produzione tra i due Paesi, in risposta alle interruzioni causate dai dazi statunitensi. Ha affermato che “non ci sono vincitori in una guerra commerciale” e ha esortato a una cooperazione piĂą stretta per affrontare le sfide comuni. Â
Sarà infine interessante osservare come, proprio nell’anno del 75° anniversario delle relazioni tra i due Paesi, si evolverà la partecipazione della Cina al progetto della ferrovia ad alta velocità per collegare il Nord e il Sud del Vietnam. In particolare, si attende che quest’ultimo riveli maggiori dettagli sulla possibilità o meno di includere aziende cinesi nella gara, decisione che potrebbe cambiare radicalmente la portata degli investimenti cinesi.
Fig. 1 – La visita di Xi ad Hanoi, 14 aprile 2025. Al suo fianco il Segretario Generale del Partito Comunista vietnamita To Lam
MALESIA E CAMBOGIA: TRA LIBERO SCAMBIO E ALLEANZE STRATEGICHE
In Malesia, Xi è stato accolto dal Primo Ministro Anwar Ibrahim e ha partecipato a discussioni volte a rafforzare la cooperazione bilaterale. I due Paesi hanno firmato oltre 30 accordi che includono la collaborazione in ambiti come l’economia digitale, il commercio dei servizi e la conservazione dei panda giganti.Â
Xi ha presentato la Cina come una fonte di “stabilitĂ e sicurezza” e ha promosso l’idea di un accordo di libero scambio tra la Cina e l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), di cui la Malesia detiene la presidenza di turno quest’anno. Â
La tappa finale del tour di Xi è stata in Cambogia, dove ha incontrato il re Norodom Sihamoni e il Primo Ministro Hun Manet. Le discussioni si sono concentrate sul rafforzamento delle relazioni bilaterali e sulla cooperazione in progetti infrastrutturali, come il canale Funan Techo (un canale navigabile lungo 180 chilometri che collegherĂ Phnom Penh a Kep e al Golfo di Thailandia), che il Paese sta costruendo con l’aiuto di Pechino. La Cambogia ha espresso il desiderio di aumentare il sostegno finanziario cinese, sebbene la Cina non abbia ancora preso impegni formali.Â
Xi ha ribadito l’opposizione della Cina al protezionismo, sottolineando l’importanza di una cooperazione regionale basata sul rispetto reciproco e sull’interesse comune.
Fig. 2 – Xi insieme al re della Cambogia Norodom Sihamoni, 17 aprile 2025
IL SUD-EST ASIATICO COME FULCRO DELLA DIPLOMAZIA CINESE
Il viaggio di Xi Jinping ha rafforzato l’immagine di una Cina determinata a consolidare la propria influenza politica ed economica nel Sud-est asiatico, in particolare in un momento di crescente confronto strategico con gli Stati Uniti. Mentre Washington intensifica i controlli sull’export tecnologico e impone nuove tariffe su beni cinesi, Pechino risponde espandendo la rete di alleanze e interdipendenze regionali, anche in funzione di “ammortizzatore” commerciale. I prossimi mesi saranno cruciali: la Cina potrebbe puntare a formalizzare nuovi accordi di libero scambio, e sfruttare strumenti come lo yuan digitale o l’integrazione infrastrutturale (alcuni esempi sono le SEZ e la ferrovia ad alta velocitĂ Â Giacarta-Bandung) per contrastare l’egemonia del dollaro. Allo stesso tempo, i Paesi visitati, pur accogliendo favorevolmente gli investimenti cinesi, cercheranno di mantenere un delicato equilibrio strategico tra Pechino e Washington. Il Sud-est asiatico si conferma così il terreno principale su cui si gioca la nuova competizione geopolitica globale.
La scelta di Xi Jinping di rafforzare i legami con Cambogia, Vietnam e Malesia assume un significato ancora più strategico se letta alla luce delle nuove politiche commerciali statunitensi. Questi tre Paesi figurano infatti tra quelli più esposti ai dazi proposti da Washington: oltre alla tariffa universale del 10% annunciata da Trump, la Cambogia rischia di affrontare un’imposizione del 49% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti una volta scaduta la pausa di 90 giorni. Anche il Vietnam e la Malesia potrebbero essere colpiti, rispettivamente con tariffe del 46% e del 24%: Vietnam, Malesia e Cambogia dipendono fortemente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, che rappresentano una quota significativa delle loro esportazioni totali e del PIL. Nel 2024, gli USA hanno assorbito il 34% delle esportazioni vietnamite, il 16% di quelle malesi e il 38% di quelle cambogiane.
In questo contesto, l’apertura cinese rappresenta non solo un’opportunità economica, ma anche una possibile via d’uscita per economie che cercano di sottrarsi alla morsa della guerra commerciale. La diplomazia economica di Pechino, dunque, si conferma un tassello centrale nel nuovo equilibrio geopolitico dell’Asia-Pacifico.
Annachiara Maddaloni
“Presiden China Hadiri APEC 2013” by APEC 2013 is licensed under CC BY