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Piano Mattei: i finanziamenti

In 3 sorsiIn questo secondo articolo sul Piano Mattei, andiamo ad analizzare quali sono le risorse e gli strumenti finanziari messi a disposizione dell’iniziativa.

1. PRINCIPALI RISORSE DEL PIANO MATTEI

Identificati nel primo articolo di questa serie i settori di intervento e gli obiettivi del Piano Mattei, è importante capire quali sono le risorse e gli strumenti finanziari di cui il Piano può avvalersi.
Uno dei principali metodi di finanziamento è costituito dal Fondo Italiano per il Clima, ovvero lo strumento italiano volto a finanziare interventi nei Paesi emergenti, in particolare africani, nei settori rinnovabili, agricoltura sostenibile e biodiversità. Esso garantirà 3 dei 5,5 miliardi di euro della dotazione iniziale del Piano Mattei. Oltre a ciò, il Piano potrà disporre di altri canali di finanziamento. I principali sono i seguenti:

  • Risorse dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo per l’Africa, che includono fondi gestiti dalla Farnesina per la cooperazione bilaterale e crediti concessionali sovrani erogati tramite il Fondo Rotativo del MEF.
  • Risorse messe a disposizione da Istituzioni Finanziarie Internazionali e Banche Multilaterali di Sviluppo.
  • Adesione a programmi finanziati nell’ambito del Global Gateway Africa-Europe dell’UE e ad altre iniziative europee. In particolare, il Piano Mattei punta a creare sinergie anche con il Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII).
  • Coinvolgimento finanziario di altri Paesi donatori interessati a sostenere iniziative e progetti previsti dal Piano.
  • Fondi messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti, in quanto Istituzione finanziaria italiana per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo.
  • Operazioni di conversione del debito.
  • Nuovi fondi e piattaforme di co-investimento per sostenere iniziative in Africa, combinando risorse pubbliche e private.
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Fig. 1 – Giorgia Meloni al Vertice Italia-Africa

2. STRUMENTI DI FINANZIAMENTO DEDICATI

Il Piano Mattei ha inoltre istituito nuovi strumenti finanziari per l’attivazione e lo sviluppo dei propri progetti. Grazie alla collaborazione con le Banche Multilaterali di Sviluppo, di cui l’Italia è un importante azionista e donatore, in particolare della Banca Africana di Sviluppo, è stata negoziata “l’apertura di un fondo multi-donatori aperto al contributo sovrano di terzi e di un fondo italiano bilaterale per l’erogazione di crediti concessionali e doni”. Il fondo multi-donatori è un meccanismo finanziario creato per supportare interventi legati al Piano Mattei e al Processo di Roma, concentrandosi in particolare su progetti nei settori dell’energia, delle infrastrutture di trasporto e della gestione dell’acqua. Il fondo presenta una struttura di tipo aperto, ovvero anche enti finanziari non italiani vi possono partecipare. Il fondo bilaterale si focalizzerà principalmente sull’erogazione di crediti concessionali e doni per progetti nei settori strategici del Piano Mattei, che non richiedono il coinvolgimento di altri investitori. L’Italia interverrà sia con contributi sotto forma di crediti, sia sotto forma di sovvenzioni.
Per quanti riguarda invece gli investimenti privati, sono stati predisposti due strumenti per sostenere i progetti, sia di natura diretta che indiretta. Per quanto riguarda gli interventi diretti, si sta valutando la creazione di un fondo ad hoc, denominato “Plafond Africa”. Gli interventi del fondo potranno avvenire attraverso strumenti di debito senior, oltre che tramite strumenti subordinati. Il supporto agli investimenti indiretti avverrà invece tramite il “Growth and Resilience Platform for Africa”, una piattaforma destinata a supportare il settore privato degli Stati africani, con l’obiettivo di aumentare le risorse disponibili aggregando capitali da altri investitori e intervenendo in fondi già attivi in Africa.
Oltre agli strumenti creati appositamente, le iniziative del Piano Mattei potranno usufruire anche di canali di finanziamento già attivi presso i diversi attori istituzionali italiani che operano in Africa. Nel contesto dello sviluppo dei legami commerciali tra Italia e Africa, SIMEST, in collaborazione con diversi ministeri, sta preparando la “Misura Africa”, utilizzando il Fondo per l’internazionalizzazione per supportare le imprese italiane che investono in Africa.

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Fig. 2 – Presentazione del Piano Mattei durante il Vertice Italia-Africa

3. CRITICITÀ DELLE RISORSE

Alla luce della precedente elencazione di risorse finanziarie, è importante rimarcare che il Piano Mattei avrà inizialmente a disposizione 5,5 miliardi di euro, come specificato dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. È però difficile pensare che queste risorse siano sufficienti a coprire quanto elencato nel Piano. Le ambizioni infatti sono numerose e sarebbe necessario prevedere un aumento graduale delle risorse in modo che i progetti annunciati possano essere portati avanti efficacemente.

Matteo Bettoli

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Dove si trova

Perchè è importante

  • Il Piano Mattei per l’Africa si basa su una dotazione iniziale di 5,5 miliardi di euro, di cui 3 provenienti dal Fondo Italiano per il Clima. Altri finanziamenti arrivano da fondi pubblici, banche internazionali, iniziative UE, Cassa Depositi e Prestiti e partnership pubblico-private.
  • Sono stati creati fondi specifici per attuare i progetti. Tuttavia, le risorse attuali sono limitate rispetto agli obiettivi ambiziosi, rendendo necessario un progressivo rafforzamento dei finanziamenti.

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Matteo Bettoli
Matteo Bettoli

Classe 99, nato e cresciuto in provincia di Bergamo, mi sono trasferito a Milano per i miei studi, dove mi sono laureato in Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali all’Università Cattolica. La mia passione per la geopolitica e le relazioni internazionali mi ha portato a frequentare un corso di laurea magistrale all’Università di Groningen, in Olanda, dove mi sono laureato nel corso International Relations: International Security con una tesi sulla missione dell’ONU in Mali. Dopo un tirocinio al Parlamento Europeo, ho deciso di rimanere a Bruxelles per continuare a costruire la mia carriera nella “EU Bubble”.

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