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Corea del Nord, primi fallimenti della svolta navale di Pyongyang?

In 3 sorsi – Il fallito varo di una nuova cacciatorpediniere nel porto di Chongjin, alla presenza di Kim Jong-un, ha innescato la dura reazione del regime, con arresti tra responsabili tecnici e amministrativi. L’incidente potrebbe però avere ripercussioni non solo sui progetti navali, ma anche sull’intero programma di modernizzazione militare nordcoreano.

1. L’INCIDENTE 

Pochi giorni dopo l’annuncio del varo della nuova cacciatorpediniere da 5mila tonnellate, la Choe Hyon, la Corea del Nord ha reso noto il verificarsi di un incidente nel porto di Chongjin, città situata sulla costa del Mar del Giappone. Secondo quanto riportato dalla KCNA, l’agenzia di stampa ufficiale del regime, l’incidente sarebbe avvenuto durante il varo di un secondo modello di cacciatorpediniere, molto probabilmente simile alla Choe Hyon e appartenente alla stessa nuova classe di navi che Pyongyang intende sviluppare nell’ambito dei suoi piani di potenziamento della Marina militare. Durante il varo scivolato di poppa – una modalità in cui la nave viene fatta scendere in acqua tramite un piano inclinato – l’unità avrebbe perso l’equilibrio, riportando danni alla parte inferiore dello scafo: alcune sezioni risultano schiacciate e presentano falle, che tuttavia non sarebbero particolarmente gravi e risulterebbero agevolmente riparabili. Le immagini satellitari attualmente disponibili mostrano che la nave si trova ancora nel cantiere navale, coperta da teloni azzurri per impedire l’identificazione, tramite osservazione satellitare, dei possibili sistemi radar e d’arma installati a bordo. La nave, a seguito dell’incidente, appare per di più inclinata: una parte dello scafo è emersa e poggia sul molo, mentre l’altra è sommersa.

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Fig. 1 – Kim Jong-un avrebbe assistito all’incidente nel porto di Chongjin, reagendo con estrema durezza all’accaduto

2. SCELTE E DECISIONI ERRONEE

Secondo alcune prime analisi, l’incidente sarebbe stato causato da una serie di fattori e scelte tecniche discutibili, oltre che errate a posteriori. Tra queste, la più rilevante sembra essere stata l’adozione del varo tramite piano inclinato. Alcuni esperti hanno sottolineato come tale decisione – verosimilmente presa in quanto si tratta di una delle modalità più semplici ed economiche, considerando le limitazioni in termini di risorse e tecnologie di cui soffre la Corea del Nord – si sia rivelata inadeguata. Sarebbe stato preferibile, infatti, optare per un varo per galleggiamento, che prevede la costruzione della nave all’interno di un bacino che viene successivamente riempito d’acqua, consentendo un graduale e controllato ingresso della nave in mare. Sebbene questo metodo sia già stato utilizzato in passato dalle Autorità nordcoreane, in questo caso non sarebbe stato impiegato. Un’altra scelta ritenuta errata riguarda l’utilizzo di un varo laterale per una nave da 5mila tonnellate. La Corea del Nord raramente costruisce imbarcazioni superiori alle 3mila tonnellate e, di conseguenza, potrebbe non disporre dell’esperienza necessaria per eseguire un varo laterale sicuro per unità di queste dimensioni. Questa mancanza di competenze avrebbe contribuito alla perdita di controllo e all’instabilità che hanno portato all’incidente. Inoltre, il porto di Chongjin non sembrerebbe essere dotato delle infrastrutture e delle competenze adeguate a gestire operazioni su unità nautiche di tonnellaggio così elevato.

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Fig. 2 – Marinai nordcoreani partecipano alla tradizionale parata militare a Pyongyang nel settembre 2018

3. LE CONSEGUENZE 

L’evento ha avuto risonanza non solo internazionale, ma anche interna. È infatti inusuale, per Pyongyang, diffondere notizie relative a incidenti e fallimenti, soprattutto se di tale gravità. La decisione di comunicare l’accaduto all’intero Paese è oggetto di dibattito. Presumibilmente, la presenza di Kim Jong-un al momento del fallito varo navale ha contribuito ad accrescere la rilevanza di un evento già di per sé serio. Secondo Andrei Lankov, professore ed esperto tra i più autorevoli in materia di Corea del Nord, la scelta di rendere pubblico l’incidente potrebbe essere stata motivata da un impeto emotivo. Lo stesso Kim Jong-un ha descritto l’accaduto come un “atto criminale causato da assoluta negligenza, irresponsabilità […] e non poteva essere tollerato”. Un’altra possibile motivazione dietro la divulgazione potrebbe essere il tentativo di distogliere l’attenzione dalle responsabilità della leadership, attribuendo le colpe a ufficiali e ingegneri navali. Tuttavia, questa strategia comporta il rischio di perdere personale altamente qualificato e prezioso per i futuri progetti militari nazionali. Nonostante ciò, nei giorni immediatamente successivi, le Autorità hanno arrestato il capo ingegnere del porto di Chongjin, il capo cantiere e un responsabile amministrativo. Il direttore del porto, Hong Kil Ho, è stato convocato, ma al momento non risulta essere stato arrestato.  L’incidente avrà certamente importanti conseguenze. Oltre a rallentare – ma non fermare – lo sviluppo delle capacità belliche della Marina nordcoreana, è possibile che la serie di arresti seguiti all’evento abbia intimorito i dirigenti e i quadri locali incaricati dei nuovi progetti militari. Questo potrebbe portare a una maggiore attenzione operativa, ma anche a un generale rallentamento dei piani di sviluppo militari a livello nazionale, per timore che incidenti simili possano ripetersi e che le punizioni ricadano anche su di loro.

Tommaso Tartaglione

Guns, Battleship USS Missouri Memorial, Pearl Harbor, Honolulu, HI” by w_lemay is licensed under CC BY-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • Un incidente è avvenuto durante il varo di una nuova cacciatorpediniere nordcoreana, causando danni allo scafo.
  • L’incidente è stato attribuito a scelte tecniche inadeguate, come il varo su piano inclinato e la mancanza di esperienza con navi di grandi dimensioni.
  • La Corea del Nord ha reso pubblico l’incidente, probabilmente per ragioni politiche, ma gli arresti seguiti potrebbero rallentare i futuri progetti militari.

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Tommaso Tartaglione
Tommaso Tartaglione

Ho conseguito la laurea triennale in Scienze Sociali per la Globalizzazione e successivamente la laurea magistrale in Scienze Politiche e di Governo presso l’Università degli Studi di Milano. Nel corso della mia carriera accademica ho maturato un interesse sempre più profondo per la geopolitica, con un focus specifico sull’Asia orientale. In particolare, mi occupo di analisi relative a Cina, Giappone , Corea del Sud e Corea del Nord, quest’ultima al centro delle mie ricerche e attività di approfondimento.
Adotto un approccio multidisciplinare, basato sull’analisi critica delle fonti e sulla contestualizzazione storica e strategica dei fenomeni internazionali. Il mio obiettivo è contribuire alla comprensione delle dinamiche geopolitiche dell’Asia orientale attraverso una divulgazione accurata e accessibile, mantenendo al tempo stesso un rigore analitico e metodologico.
Collaboro con diverse realtà specializzate in affari internazionali, tra cui Il Caffè Geopolitico, Orizzontinternazionali e Geopolitica.info. Parallelamente, gestisco un blog personale dove pubblico analisi, notizie e documenti riguardanti la Repubblica Popolare Democratica di Corea.

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