In 3 sorsi – Dopo oltre sette anni di lavori interrotti e rinvii, è stato inaugurato in Corea del Nord il complesso turistico di Wonsan-Kalma, voluto da Kim Jong-un per rilanciare il settore ricettivo e attrarre turisti stranieri. Tra ambizioni economiche, ritardi strutturali e accesso ancora limitato ai visitatori, il futuro resta incerto.
1. RILANCIARE IL SETTORE
Dopo oltre sette anni, con interruzioni frequenti nei lavori e numerosi rinvii, è stato inaugurato in Corea del Nord il complesso turistico di Wonsan-Kalma, situato nell’omonima città costiera della regione del Kangwon, affacciata sul Mare dell’Est. Il progetto, che copre oltre cinque chilometri, risulterebbe dotato di numerose strutture alberghiere, appartamenti e attività ricreative, tra cui più di cinquantaquattro hotel, due parchi acquatici – sia al chiuso che all’aperto, – un campo da minigolf, un cinema, diversi centri commerciali, decine di ristoranti, birrerie e almeno due sale giochi, secondo quanto esposto nelle mappe guida presenti all’ingresso del complesso e visibile in alcuni video e fotografie pubblicati dal regime durante l’inaugurazione del complesso turistico, avvenuta il 7 luglio di quest’anno. In base a quanto annunicato dalla KCNA, l’agenzia di stampa pubblica nordcoreana, ospiterebbe circa 20mila persone e avrebbe l’obiettivo di rilanciare il settore ricettivo, fortemente indebolito a causa della pandemia da Covid-19. La chiusura totale delle frontiere ai visitatori stranieri, durata per circa cinque anni e, almeno parzialmente, in vigore tutt’ora, ha portato al crollo degli arrivi dalla Cina, che con più di 350mila turisti, fino al 2019 costituivano una delle principali fonti di valuta straniera per Pyongyang e un possibile volano per le economie regionali e locali, data anche la loro maggiore capacità di spesa.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Veduta serale del Wonsan-Kalma Resort, inaugurato in pompa magna da Kim Jong-un agli inizi di luglio
2. UNA TRAVAGLIATA CRONOSTORIA
Il progetto, secondo la cronologia degli eventi, fu annunciato nel gennaio del 2018 durante il discorso di fine anno di Kim Jong-un, con l’intento di completare i lavori “nel più breve tempo possibile”. Nel maggio dello stesso anno, Kim, successivamente a una visita per verificare lo stato dei lavori, decretò il loro termine nell’aprile del 2019, salvo poi, un mese dopo, rinviare nuovamente l’apertura del complesso a ottobre 2019. Contemporaneamente, il momentaneo riavvicinamento tra Pyongyang e Seul, avvenuto tra il 2018 e il 2019, portò alla creazione della Zona Turistica del Mare dell’Est, probabilmente incentrata sul complesso di Kalma e con l’obiettivo di potenziare le relazioni intercoreane tramite gli scambi turistici. Progetto che, ad oggi, però, si può dire fallito, in virtù del successivo naufragio dei rapporti tra le due Coree, nettamente peggiorati nell’ultimo periodo. Sempre nel 2019, la Corea del Nord sembra abbia attirato con successo alcuni investimenti stranieri, principalmente cinesi, sponsorizzando i profitti e i benefici nell’investire in un progetto di questo tipo. Nel 2020 i lavori furono momentaneamente sospesi, situazione interrottasi, secondo quanto visibile dalle immagini satellitari, nel 2024, con un aumento delle attività di costruzione intorno all’area e il completamento di una stazione ferroviaria connessa all’adiacente aeroporto. Ultimi “ritocchi” prima dell’apertura sono stati individuati nel maggio del 2025, con il posizionamento di arredi per la spiaggia, il completamento di uno dei due parchi acquatici e la sistemazione, presso la stazione tramviaria presente all’interno del complesso, di ventisette veicoli elettrici, spediti nella zona già nel maggio 2020.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Due turisti nordcoreani nordcoreani pedalano sul lungomare di Wonsan, luglio 2025
3. LE CONSEGUENZE
Nonostante la conclusione di un progetto ambizioso in termini, verosimilmente, tanto di spesa quanto di materiali utilizzati, operai impiegati e area interessata, sembrano prospettarsi all’orizzonte problemi sia immediati che futuri. Innanzitutto, sette dei diciassette alberghi catalogati come di lusso risultano non completati se non all’esterno, con gli interni probabilmente sprovvisti dell’arredamento necessario o con lavori strutturali ancora incompleti a causa della mancanza di risorse, un problema che Pyongyang spesso incontra in vari progetti, ancor più se di tale grandezza. Data inoltre l’immaginabile entità dei costi, risulta impellente per il regime attirare nell’immediato numerosi turisti, in modo da rendere quantomeno sostenibili nel lungo periodo le numerose attività ricreative e ricettive presenti all’interno del resort, fatto non scontato. Per ora, oltre all’élitenordcoreana, solo i turisti russi sembrano essere autorizzati a visitare la zona, con l’esclusione della più ricca controparte cinese. Quest’ultima ha reagito con commenti decisamente astiosi, pieni di dubbi sull’effettiva attrattività turistica del resort e derisori verso la famiglia Kim, questi ultimi non censurati dalle autorità di Pechino. Al di là delle discussioni e critiche rivolte, il Wonsan-Kalma Resort rappresenta però indubbiamente un passo avanti nel potenziamento del settore ricettivo, da sempre sostenuto da Kim Jong-un in virtù non solo dei possibili effetti benefici per l’economia nazionale, ma anche dal punto di vista interno, consolidando la figura della famiglia Kim come portatrice di nuovo sviluppo e benessere per il Paese, ed estero, attirando la curiosità di cittadini russi, cinesi e, in prospettiva, del pubblico occidentale e internazionale.
Tommaso Tartaglione
“Wonsan DPRK Traveling with Young Pioneer Tours” by Clay Gilliland is licensed under CC BY-SA


