mercoledì, 24 Dicembre 2025

APS | Rivista di politica internazionale

mercoledì, 24 Dicembre 2025

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Cile: José Antonio Kast è il nuovo Presidente

In 3 SorsiAl terzo tentativo il leader del Partido Republicano José Antonio Kast vince le elezioni presidenziali. Per la prima volta dal rispristino della democrazia, dopo la dittatura che ha attanagliato il Cile dal 1973 al 1990, un partito di estrema destra guiderà il Paese.

1. UN NUOVO PRESIDENTE

José Antonio Kast è il nuovo Presidente del Cile. Figura storicamente collocata all’interno dello spettro politico dell’estrema destra cilena, avendo anche dichiarato che se l’ex dittatore Augusto Pinochet fosse ancora in vita avrebbe votato per lui, Kast si è affermato come interprete di una domanda di ordine e sicurezza che negli ultimi anni ha guadagnato spazio nella società cilena e, più in generale, in buona parte dell’America Latina. Dopo essere stato a lungo considerato un candidato marginale e troppo radicale, ha progressivamente ricalibrato il proprio discorso pubblico, concentrandosi su criminalità, immigrazione e crescita economica. La sua vittoria, maturata domenica 14 dicembre al ballottaggio, la segunda vuelta, è figlia di un risultato indiscutibile: circa il 58% dei voti contro il 42% della sfidante di centro-sinistra Jeannette Jara, ex ministra del Lavoro e figura vicina al Partito Comunista cileno. Jara era percepita come la candidata della continuità con il Governo uscente di Gabriel Boric, un elemento che ha pesato in un contesto di forte impopolarità dell’esecutivo e di crescente preoccupazione per l’aumento della criminalità e della migrazione irregolare. E il neopresidente Kast ha fatto leva proprio su queste paure, promettendo una linea dura contro il crimine organizzato e il rafforzamento dei controlli alle frontiere. 

Embed from Getty Images

Fig. 1 – José Antonio Kast neopresidente cileno

2. LE RADICI DEL SUCCESSO

Il successo di Kast, però, affonda le radici in una combinazione di fattori strutturali che vanno oltre la dinamica elettorale dipendente dal sentimento attuale della società cilena. Il tema della sicurezza, diventato negli ultimi anni la principale preoccupazione dei cittadini cileni, si è rivelato centrale. L’aumento dei reati violenti, largamente attribuito alla penetrazione di reti criminali transnazionali, ha alimentato il sostegno a misure repressive e immediate. A ciò si è sommata la questione migratoria, in particolare l’arrivo massiccio di migranti venezuelani attraverso la frontiera nord. Sebbene solo una minoranza sia coinvolta in attività criminali, il fenomeno è stato politicizzato e trasformato in un simbolo del presunto fallimento dello Stato nel controllo del territorio. Kast ha capitalizzato questa percezione, proponendo misure drastiche come la criminalizzazione della migrazione irregolare e programmi di autodeportazione, intercettando un sentimento diffuso di insicurezza culturale oltre che materiale. Determinante è stato anche il voto “contro” il Governo Boric. L’esecutivo di sinistra, eletto nel 2022 sull’onda delle mobilitazioni sociali e di un’agenda progressista, è apparso incapace di rispondere alle urgenze quotidiane, dalla sicurezza alla crescita economica.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – Jeannette Jara, candidata della coalizione di centrosinistra sconfitta dopo il voto del 14 dicembre 2025

3. TRA PRAGMATISMO E RADICALISMO

Resta ora da capire come Kast intenda tradurre il mandato elettorale in azione di governo. Il Presidente eletto ha promesso un’agenda centrata su sicurezza, controllo della migrazione e riduzione della spesa pubblica, con tagli annunciati per miliardi di dollari, ma senza ancora chiarire quali settori saranno colpiti. La realizzazione di queste politiche dovrà però confrontarsi con un Congresso frammentato, un sistema giudiziario indipendente e una società civile che, pur spostatasi a destra sul tema dell’ordine pubblico, resta sensibile alla tutela dei diritti. Nel delineare il proprio stile di governo, Kast ha evocato modelli differenti dell’attuale galassia della destra globale. Durante la campagna ha mostrato affinità simboliche con Donald Trump e Javier Milei, mentre sul piano della sicurezza ha guardato con interesse all’esperienza di Nayib Bukele, Presidente di El Salvador. Allo stesso tempo, i suoi collaboratori hanno insistito su una maggiore somiglianza con Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, presentata come esempio di leader capace di normalizzare un partito radicale una volta giunto al potere. Questa pluralità di riferimenti riflette un’incognita centrale della presidenza Kast: prevarrà una linea pragmatica e adattata al contesto cileno o il nuovo governo tenterà una svolta più radicale, con potenziali tensioni sul piano democratico e dei diritti umani? È ancora presto per rispondere a questa domanda, anche perché il nuovo esecutivo non entrerà al palazzo della Moneda prima di marzo 2026. Ciò che appare già evidente, invece, è il quadro regionale in cui si inserisce questa vittoria: la svolta a destra dell’America Latina non è più una tendenza episodica, ma un dato politico strutturale che ora coinvolge anche il Cile.

Simone Grussu

South America | Südamerika | Chile | Flag | Flagge” by flashpacker-travelguide.de is licensed under CC BY-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • La vittoria di José Antonio Kast segna una svolta storica per il Cile: per la prima volta dalla fine della dittatura, un partito di estrema destra conquista la presidenza.
  • Il nuovo Presidente si inserisce in una più ampia dinamica regionale di avanzata delle destre radicali, richiamando modelli che vanno da Donald Trump e Javier Milei a Nayib Bukele, fino alla strategia più istituzionale di Giorgia Meloni. Resta, però, aperta l’incognita su quale linea prevarrà.

Vuoi di più? Associati!

Scopri che cosa puoi avere in più associandoti

Simone Grussu
Simone Grussu

Made in Sardegna, ma latino-americano d’adozione. Specializzato in Giornalismo all’Università la Sapienza di Roma, mi innamoro del Nuovo Mondo durante uno stage svolto in Messico nel corso della laurea triennale, per poi tornarci e terminare gli studi magistrali presso l’Universidad del Salvador di Buenos Aires, Argentina. Viaggiare, giocare a hockey e scrivere di America sono le mie necessità. A volte, preferisco la politica statunitense a un buon caffè o a un mate e il che la dice lunga.

Ti potrebbe interessare