In 3 Sorsi – Il Parlamento ungherese ha approvato i pieni poteri per il premier Viktor Orbàn. Da Budapest arriva un segnale allarmante per la democrazia europea.
1. IL CONTESTO POLITICO
Lunedì 30 marzo il Parlamento ungherese ha approvato, con 137 voti a favore e 53 contrari, la Legge di autorizzazione che conferisce al premier Viktor Orbàn pieni poteri per contrastare l’emergenza Coronavirus. La legge, sostenuta dal suo partito Fidesz e da alcuni esponenti dell’estrema destra, prevede una serie di misure molto contestate nel Paese e all’esterno. Tra queste l’istituzione dello stato d’emergenza a tempo indeterminato, poteri straordinari al premier, sospensione immediata delle elezioni, 8 anni di carcere per chi viola il coprifuoco e da 1 a 10 anni per chi diffonde fake news sul Governo e sul virus. Sono state respinte tutte le richieste delle opposizioni, che chiedevano di limitare a 90 giorni il limite di queste misure, le quali, quindi, avranno durata indeterminata. Altri Paesi, come Francia e Regno Unito, hanno proclamato lo stato d’emergenza, ma sempre con un limite temporale, rispettivamente di due settimane e sei mesi. Proprio questa assenza di limite temporale viene vista con preoccupazione dalle opposizioni ungheresi, con il partito socialista ungherese che, tramite il leader Bertalan Toth, parla di “colpo di Stato in atto nel Paese”.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il controverso Primo Ministro ungherese, Viktor Orbàn
2. I RAPPORTI TRA BUDAPEST E BRUXELLES
Sin dal suo ritorno al potere, avvenuto nel 2010, l’Ungheria di Orbàn viene additata di essere un Paese proiettato verso una deriva autoritaria. Non è la prima volta, infatti, che Orbàn e Bruxelles entrano in conflitto. Nonostante le vittorie alle politiche del 2018 e alle europee 2019, durante gli anni del Governo Orbàn Budapest sembra aver fatto passi indietro su diritti umani, rispetto del diritto europeo e dei diritti delle minoranze. Per questa ragione non è stata ancora ratificata l’adesione dei 13 eurodeputati Fidesz al Partito Popolare Europeo (PPE). Il PPE è in forte imbarazzo per questa scelta di Orbàn e, per ora, non ha preso alcuna posizione ufficiale. C’è però il rischio concreto che gli eurodeputati del partito di Orbàn possano creare un altro gruppo politico al Parlamento Europeo con alcuni esponenti del gruppo nazionalista Identità e Democrazia.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea
3. COSA PUÒ FARE L’UE?
L’approvazione di questo provvedimento del Parlamento ungherese è stato accolto con sdegno e rammarico da parte di diversi esponenti politici europei e delle Istituzioni. Il Comitato europeo per le libertà civili ha chiesto alla Commissione Europea di aprire un’inchiesta sulla violazione del principio di democraticità da parte di Budapest. Critiche sono anche arrivate dal Consiglio d’Europa, dal Parlamento Europeo e dall’ONU. Per il momento, però, fatta salva la dichiarazione del Commissario Europeo per la Giustizia e lo Stato di diritto Didier Reynders, la Commissione non ha adottato nessun provvedimento ufficiale, eccezion fatta per un generico comunicato stampa. La decisione del Parlamento ungherese costituisce, ancora una volta, una forte anomalia nell’Unione Europea. Da diversi anni i comportamenti del premier magiaro si dimostrano in totale ostilità con i principi dell’UE. Se, questa volta, l’Unione Europea riuscisse ad adottare una decisione forte e coesa nei confronti di Orbàn potrebbe migliorare la sua immagine agli occhi dei cittadini europei. Anche perchè il rischio è quello che l’esempio “autoritario” di Orbàn venga seguito da altri Paesi dell’Est Europa (Polonia in primis), che, approfittando dell’emergenza Coronavirus, sospendano i valori democratici delle loro società.
Luca Rosati
“Hungarian Parliament Building” by Grille1991 is licensed under CC BY-SA