Cristina Kirchner è uscita indebolita dalle elezioni di medio termine. Sergio Massa, fuoriuscito dal partito al Governo, ha ottenuto un forte successo che lo lascia sperare in vista delle presidenziali del 2015. Si prospettano due anni difficili per la Presidenta.
ELEZIONI A SORPRESA – Le elezioni di medio termine tenutesi in Argentina per il rinnovo della metĂ dei seggi della Camera dei Deputati e di un terzo di quelli del Senato lo scorso 27 ottobre hanno visto il Frente para la Victoria di Cristina Fernández de Kirchner perdere in metĂ dei 24 distretti elettorali del Paese, pur mantenendo salda la maggioranza assoluta in entrambi i rami del Parlamento. Il risultato ha seguito la scia delle primarie svoltesi lo scorso 11 agosto che avevano visto il partito della Presidenta vincere solo in otto province su ventitrè, perdendo anche nel feudo elettorale dei Kirchner, Santa Cruz. Nonostante la maggioranza assoluta, non sarĂ possibile cambiare entro il 2015 la Costituzione al fine di permettere a Cristina Kirchner di candidarsi per un terzo mandato, in quanto per la modifica della Carta è richiesta la maggioranza dei due terzi. Il vincitore di questa tornata elettorale appare essere senza dubbio il sindaco della cittĂ di Tigre, Sergio Massa, il cui Frente Renovador (FR) ha cominciato a sottrarre terreno elettorale al partito di Governo giĂ delle elezioni di agosto.
Il FR ha ottenuto il 20,6% di voti a livello nazionale e il 42,6% nella cittĂ di Buenos Aires: con questi numeri l’ex capo di gabinetto del Governo Kirchner, poi esponente di spicco del gruppo anti-kirchnerista degli 8, composto da amministratori locali ostili alla coppia presidenziale, guarda con fiducia in prospettiva delle elezioni del 2015. Massa si inserisce come la Presidenta nella tradizione peronista, ma la sua piattaforma economica prevede radicali privatizzazioni in settori controllati dallo Stato. Quali sono le ragioni che possono spiegare la attuale dĂ©bacle della Presidenta e che percorso si può attendere da qui al 2015?
SCONTRO CON FMI E RISPOSTE ECONOMICHE – Lo scontro tra Cristina Fernández de Kirchner e Christine Lagarde, capo del Fondo Monetario Internazionale, prosegue da tempo, dal mancato sostegno del Fondo al ricorso presentato da Buenos Aires alla Corte Suprema degli Stati Uniti al fine di evitare il pagamento sulle obbligazioni in default del vulture fund NML, agli espliciti messaggi della Presidenta volti a far intendere che l’Argentina può fare a meno dell’FMI. Di fronte alla attuale potenziale debolezza politica, le pressioni del Fondo Monetario sul Governo potrebbero diventare piĂą vigorose. La situazione nel Paese resta problematica. L’inflazione ufficiale si attesta al 10%, nonostante forti critiche vogliano suggerire che il tasso sia in realtĂ ben piĂą rilevante. Allo stesso tempo l’acquisto di dollari è molto problematico (fattore che rappresenta un problema soprattutto per le imprese) e la crisi di liquiditĂ non sembra arrestarsi. Le prospettive di fronte alle attuali difficoltĂ non sembrano molto rosee: l’immissione di nuova moneta e l’uso di pubblici sussidi rischiano di gonfiare una macchina pubblica che pare insostenibile sul lungo periodo. La parola “default” risuona ancora sinistra nelle orecchie degli argentini.
CONFLITTI INTERNAZIONALI- La Repsol, multinazionale petrolifera spagnola, espropriata dal Governo argentino in seguito al processo di nazionalizzazioni nel settore, ha rifiutato l’indennizzo offerto e tenterĂ di ottenere maggiori concessioni. Tra Brasilia e Buenos Aires procede uno scontro molto accesso sui dazi doganali, mentre con Montevideo il seme della discordia è rappresentato dalla cartiera finlandese Upm sul fiume Uruguay, al confine tra i due Paesi, fabbrica che per l’Argentina inquina eccessivamente. La controversia, che dura ormai da parecchi anni, ha portato di recente a nuove ritorsioni commerciali da parte di Buenos Aires. La serie di conflitti e tensioni internazionali in cui la Casa Rosada si trova al momento non è da sottovalutare, specialmente attuale momento di debolezza del fronte di Governo.
MALATTIA E PRESIDENTA DIMEZZATA – La Presidenta Kirchner, dopo aver affrontato una malattia che l’ha costretta a lasciare l’esecutivo nelle mani del suo vice Amado Boudou, si trova al momento assediata da numerose e costanti pressioni interne ed esterne. Di certo, la prova della malattia ha influito molto sulla leader argentina e i prossimi due anni saranno molto complessi, data l’ascesa elettorale di Massa. Le opzioni sul tavolo restano scarse per il Governo in carica, che dovrĂ sostenere numerose sfide economiche e politiche fino al 2015, anche se apparentemente l’era Kirchner sembra vicina al capolinea.
Angelo Boccato