Miscela Strategica – Le forze armate di Lima sono chiamate a difendere il Paese da minacce interne ed esterne, queste ultime rappresentate principalmente dal Cile. Saranno all’altezza del compito assegnato? Scopriamolo insieme
IL PAESE DEGLI INCAS – Il Perù, terzo stato più esteso del Sud America dopo Brasile e Argentina, è situato a sud di Ecuador e Colombia, a ovest del Brasile, al nord-ovest della Bolivia, a nord del Cile e limitato ad ovest dall’Oceano Pacifico. Il Paese è diviso in tre fasce geografiche ben distinte: zona costiera (desertica e temperata), area andina (montuosa e fredda) e zona amazzonica (tropicale e piovosa). L’area andina è stata la culla di famose civiltà precolombiane – come quella degli Incas – sottomesse dagli spagnoli nel 1532. Proprio gli spagnoli, cacciati con una guerra d’indipendenza il 1821, hanno spostato le attività politiche ed economiche dall’area andina alla zona costiera, in particolare nella Ciudad de los reyes, all’attuale capitale Lima. Quest’ultima, con i suoi sette milioni di abitanti stimati, ospita quasi un terzo dell’intera popolazione del Paese (30 milioni), e costituisce il polo attrattivo di uno Stato accentrato suddiviso in 25 regioni amministrative e una provincia (Lima). Repubblica presidenziale monocamerale, il Perù è uno dei Paesi dell’America meridionale che nell’ultimo decennio hanno vissuto una crescita economica media tra le più alte della regione (circa il 6% annuo), mostrando enormi potenzialità di cui oggi però si vedono i limiti. La crisi di leadership politica, l’alto tasso di corruzione, la mancata inclusione sociale ed etnica, l’assenza di infrastrutture, l’economia incentrata su commodities minerarie e investimenti stranieri, il primato nella produzione di coca, la criminalità e la recrudescenza terrorista di Sendero Luminoso costituiscono dei gravi ostacoli allo sviluppo del Paese.
Fig.1 – Mappa storica del Perù (1882)
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Il Perù in numeri
- Indice di corruzione percepita (Transparency International, 2014): 85° posto su 175.
- Libertà di stampa (Reporters Without Borders, 2015): 92° posto su 179.
- Composizione etnica: meticci 45%, amerindi puri 31%, bianchi 15%, neri 2% e asiatici 1%.
- Popolazione: urbana 77,6%, rurale 22,4%.
- Prodotto interno lordo (PIL) 2014: 152.691 miliardi di euro (+2,4% sul 2013).
- Composizione del PIL: primario 6,7%, secondario 37,6% e terziario 56,1%.
- Rapporto debito/PIL: 17%.
- Bilancia commerciale: 4.410 milioni di dollari.
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LE MINACCE ALLA SICUREZZA NAZIONALE – I militari hanno da sempre esercitato un’influenza considerevole sul potere politico del Paese – l’attuale presidente Ollanta Humala è un ex colonnello dell’esercito – assumendo il potere anche con golpe. Attualmente svolgono un ruolo attivo nel prevenire minacce interne (terrorismo e narcotraffico) oltre a quelle esterne, legate a rivalità territoriali con l’Ecuador e il Cile, sfociate in vere e proprie guerre. Con Quito, Lima ha condotto tre conflitti (1941-1942, 1981 e 1995) legati alla demarcazione dei confini, risolti definitivamente il 26 ottobre 1998 con la firma dell’Atto di Brasilia. La guerra del Pacifico (1879-1884), invece, ha visto contrapposti Perù e Bolivia contro il rivale Cile, che ha vinto il conflitto occupando il deserto di Atacama, negando così lo sbocco sul mare a La Paz e sottraendo agli alleati un’importante area ricca di salnitro. Lima è stata occupata per ben due anni (1881-1883), evento ancora oggi vivo nella memoria dei peruviani, che considerano il Cile il rivale di sempre malgrado la favorevole sentenza della Corte internazionale di giustizia de l’Aja (27 gennaio 2014) sui reciproci confini marittimi. La recente crisi diplomatica tra questi due Paesi, durata mesi (febbraio-maggio 2015) e relativa a un presunto caso di spionaggio cileno, ha di nuovo infervorato gli animi.Le forze armate peruviane, quindi, sono chiamate ad affrontare come minaccia esterna principale il Cile, divenuto ormai la seconda potenza militare regionale, dopo il Brasile, grazie a un piano di rinnovamento impressionante.
Fig.2 – Soldati peruviani nel corso di un’operazione al confine con l’Ecuador
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[tab_title] Esercito [/tab_title]
[tab_title] Aeronautica [/tab_title]
[tab_title] Marina[/tab_title]
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Suddiviso in sei comandi e cinque divisioni, ben evidenzia il fil rouge delle forze armate peruviane: l’eterogeneità dei sistemi d’arma utilizzati che può dar luogo a problemi di approvvigionamento e compatibilità logistica. Le forze corazzate sono dotate degli obsoleti T-54/55 di derivazione sovietica e degli AMX-13 francesi, incomparabili con i moderni carri cileni, i tedeschi Leopard 2. La fanteria meccanizzata dispone principalmente di veicoli M-113, mentre il mezzo di trasporto comune è lo statunitense Humvee. Le armi leggere impiegate sono di varia origine e calibro, circostanza che impedisce lo sviluppo di uno standard unitario. L’aviazione conta su elicotteri di fabbricazione russa (Mi-8, Mi-17 e Mi-35 da attacco).
Fig.3 – Soldati peruviani in rivista
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La FAP (Fuerza Aérea del Perú), suddivisa in due regioni aeree, quattro aree e 10 stormi, dispone di 19 Mig-29 per la superiorità aerea, 12 Mirage 2000 multiruolo, 18 Su-25 per l’attacco al suolo, 20 A-37 Dragonfly per le funzioni COIN (counter-insurgency) cui si aggiungono diversi aerei da addestramento tra cui spicca l’italiano Aermacchi MB-339. Il trasporto è garantito da vecchi velivoli come il Lockheed L-100 e Antonov An-32, cui si affiancheranno entro il 2016 quattro C-27J Spartan. Gli elicotteri in dotazione sono per lo più di fabbricazione russa, ad eccezione di alcuni Bell 212 e Bell 412. Per abbattere i costi del procurement, la FAP è stata dotata di aerei di seconda mano, comprati per lo più dalla Bielorussia (alcuni Mig-29 e tutti i Su-25), circostanza che ne ha reso necessari non solo accurati controlli ma anche aggiornamenti a standard più recenti. Anche l’aviazione cilena si è orientata sull’usato e dispone di ben 48 caccia F-16, di cui sono nuovi solo una decina, oltre a 16 F-5 Tiger III completamente aggiornati. Santiago de Cile, quindi, dispone di più del doppio del numero dei caccia peruviani, circostanza che pone il Paese andino sulla difensiva.
Fig.4 – Uno dei nuovi C-27J in servizio
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La Marina de Guerra del Perú è suddivisa in cinque comandi operativi e utilizza principalmente navi di seconda mano, come la sua ammiraglia Almirante Grau (CLM-81), ex incrociatore olandese classe De Zeven Provinciën. La flotta è dotata di 8 fregate classe Carvajal (quattro usate, ex Lupo italiane), 6 corvette classe PR-72P, 6 sottomarini diesel classe U-209, 5 pattugliatori e due navi da sbarco per i fanti di marina. Le navi sono state sottoposte a continui upgrade che hanno coinvolto principalmente ditte italiane, circostanza che ha favorito il Belpaese quale esportatore di punta per il Perù (vedi box). L’Armada de Chile, più contenuta nelle dimensioni, dispone però di navi più moderne e può contare su sette fregate, 4 sottomarini diesel, 3 motocannoniere missilistiche e due navi da sbarco.
Fig.5 – Unità navale sorvolata da un elicottero imbarcato di tipo AB-212
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[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]PERU’ E CILE: STRUMENTI DIFESA A CONFRONTO
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Perù
Personale in servizio attivo: 115.000 di cui 74.000 esercito, 24.000 marina e 17.000 aviazione.
Paramilitari: 77.000
Spesa militare: 1,2% del PIL
Provenienza import armi (2003-2010): 65% Italia, 22% USA, 7% Russia
Missioni militari all’estero: MINUSTAH (Haiti)
[/one_half][one_half_last]Cile
Personale in servizio attivo: 59.050 di cui 35.000 esercito, 16.300 marina, 7.750 aviazione
Paramilitari: 44.700
Spesa militare: 3,23% del PIL
Provenienza import armi (2003-2010): 24% Olanda, 15% Regno unito, 15% Germania
Missioni militari all’estero: MINUSTAH (Haiti), EUFOR (Bosnia-Erzegovina), UNFICYP (Cipro), UNTAET (Timor Est), UNMIK (Kosovo), UNIKOM (Kuwait), UNSCOM (Iraq), UNMOGIP (Kashmir) [/one_half_last][/box]
Fig.6 – Militari peruviani in uniforme storica
[one_half] [box type=”warning” align=”” class=”” width=””]Criticità
- Strumento militare obsoleto, soprattutto la componente corazzata dell’esercito che deve essere rinnovata (si pensa al Leopard 2 tedesco o al T-90 russo, fondi permettendo).
- Impossibilità del Paese di tenere il passo dei principali competitors regionali nella corsa agli armamenti.
- Mancanza di una coerente politica di procurement militare.
- Difficoltà legate a sistemi d’arma di derivazione occidentale e russa, incompatibili tra loro.
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[box type=”note” align=”” class=”” width=””]Variabili
- Esito delle elezioni politiche del prossimo anno.
- Variazione dei prezzi delle commodities minerarie e consolidamento del sistema economico del Paese.
- Realizzazione di infrastrutture nel Paese.
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Francesco Tucci
Foto: jimmyharris