Mentre la vicina Bolivia soffre la siccità peggiore di sempre, il Perù è in grande difficoltà a causa delle piogge torrenziali degli ultimi giorni e non sembra ancora aver trovato la giusta soluzione. Servono profondi investimenti
LE INONDAZIONI PIEGANO IL PAESE – Dall’inizio dell’anno in Perù si stanno abbattendo delle fortissime piogge che stanno causando pesanti inondazioni. Le zone più colpite sono quelle settentrionali, in particolare le province di Piura e Lambayeque, ma purtroppo anche il sud del Paese è stato fortemente danneggiato. Per ora si contano almeno 75 morti, molti dispersi, migliaia di persone ferite e isolate nei loro villaggi e altrettante case e attività commerciali distrutte. Anche nella capitale Lima si sono registrati molti danni e a metà marzo è rimasta senza acqua potabile. In più di 800 villaggi è stato dichiarato lo stato di emergenza e il Presidente Pedro Pablo Kuczynski ha annunciato che saranno stanziati circa 720 milioni di euro per far fronte all’emergenza. Inoltre, il Presidente ha dichiarato che si sta valutando la possibilità di nominare una figura incaricata di disegnare un piano per la ricostruzione. Colombia e Ecuador hanno già inviato aiuti alimentari e elicotteri per il soccorso, e si aspetta una cooperazione con Cile e Argentina nei prossimi giorni.
Fig. 1 – 19 Marzo, dopo l’inondazione nel distretto di Huachipa, a est di Lima
CONTINUA A PIOVERE – Solitamente la stagione delle piogge nel nord del Perù e nell’area andina intercorre proprio tra dicembre e marzo, ma quest’anno gli esperti hanno registrato precipitazioni 10 volte più abbondanti del normale. Infatti, le alte temperature costiere hanno ampliato l’area dei temporali tropicali a Nord, mentre a Sud hanno causato precipitazioni anche in zone a bassa quota e di solito non piovose. Proprio qui, dove il terreno è molto asciutto, l’enorme quantità di acqua ha portato a gravi frane e inondazioni. Purtroppo si prevedono almeno altre due settimane di piogge intense. Tra i tanti disagi causati, vi è una forte preoccupazione per la salute: con il caldo e la forte umidità, nelle acque stagnanti potrebbero proliferarsi velocemente molte zanzare trasmettitrici di gravi malattie come la dengue. Le deboli infrastrutture peruviane non stanno reggendo il peso del momento, ed anche la produzione agricola sta avendo danni piuttosto rilevanti.
Fig. 2 – Gruppo di persone che cerca di muoversi nel villaggio dopo l’inondazione
PERCHÉ PIOVE COSÌ TANTO? – Gli esperti ricollegano la causa del problema a “El Niño”, un fenomeno naturale che sembra accadere da migliaia di anni e che si manifesta ciclicamente circa ogni 5 anni. Con “El Niño” si indica il riscaldamento delle acque superficiali dell’oceano Pacifico centrale e orientale che provoca siccità sulle coste del Pacifico occidentale (Australia) e pioggia in quello orientale (Sud America, dove però nei Paesi centrali lontani dal Pacifico causa siccità). Normalmente la temperatura dell’acqua costiera è abbastanza fredda da fare da scudo alla forte umidità che si crea al largo, ma a febbraio di quest’anno la temperatura registrata era dai 3 ai 7°F superiore a quella usuale. Perciò il governo peruviano ha dichiarato che non si tratta più del solito “El Niño”, ma di “El Niño” costiero.
Viola Graldi
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più
Ci sono diversi studi che hanno trovato una possibile correlazione tra il riscaldamento globale del XX secolo e “El Niño”. Infatti, sembra che nel corso degli ultimi decenni il fenomeno si sia manifestato più frequentemente che in passato. Per saperne di più, clicca qui. [/box]
Foto di copertina di Galeria del Ministerio de Defensa del Perú rilasciata con licenza Attribution License