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La rassegna del Caffè 11 agosto 2017

Sesto appuntamento con la rassegna stampa settimanale dal mondo. A questo giro nessun parallelismo con oroscopi o squadre di calcio, ma una vera e propria operazione trasparenza: riportiamo direttamente i suggerimenti di lettura di alcuni coordinatori di redazione del Caffè, che così approfittiamo anche per citarli e ringraziarli per il loro lavoro, pronti a ripartire da settembre

  • Poca Africa nelle rassegne precedenti, e dobbiamo rimediare, quindi partiamo subito da qui. Caterina Pucci, coordinatrice del Desk, ci suggerisce tre pezzi:
    • da BBC News, l’ennesimo caso di consultazione popolare falsata, questa volta in Mauritania. Mohamed Ould Abdel Aziz voleva sbarazzarsi del Senato dopo che è stata respinta la sua proposta di modifica della Costituzione, per estendere il suo mandato presidenziale;
    • mentre la maggior parte dei media internazionali ha concentrato la sua attenzione sul tema delle violenze legate alle elazioni, con Africa is a country spostiamo i riflettori sulle migliaia di rifugiati ospitati entro i confini del Kenya e sulle ripercussioni che questa tornata elettorale potrebbe avere sul loro destino;
    • Quando l’identitá europea fa acqua, prendete il mare“: sembra essere il motto dell’equipaggio della C-star, la nave anti-migranti promossa dal gruppo di estrema destra Generazione identitaria, che Jeune Afrique definisce “corsari della domenica”.
  • A proposito di Africa, è partito da qui anche Simone Zuccarelli, il più giovane e ultimo arruolato tra i coordinatori:
    • Simone ha portato un po’ di pepe e una bella discussione tra di noi proponendoci questo articolo di Project Sindacate, che sostiene che ripensare ad azioni di controllo delle nascite e di freni all’assai elevato tasso di fertilità possa essere un traino importante verso la riduzione della povertà. Nella discussione sul dibattito demografico africano, un’altra campana sottolinea il punto di vista economico come meritevole di maggiore attenzione: The Market Mogul tra le riforme proposte non inserisce il controllo delle nascite, ma il rafforzamento delle istituzioni politiche e un adeguato sviluppo della forza lavoro;
    • nonostante la costante perdita di consensi di Trump le elezioni di mid-term del 2018 potrebbero non andare particolarmente bene per i democratici. Anzi, rischiano perfino di perdere altri seggi. La CNN spiega il perché;
    • La Casa Bianca sta pensando di “privatizzare” la guerra in Afghanistan? È quanto emerge dalle parole di Erik Prince, fondatore della nota Blackwater, intervistato da USA Today. Il piano permetterebbe al Pentagono di risparmiare circa trenta miliardi di dollari all’anno. Per ora, però, restano soltanto voci di corridoio.
  • Simone Pelizza è coordinatore dei Desk Asia e Russia. Ecco cosa ha letto di interessante questa settimana che vi suggerisce:
    • La tendenza di Trump a utilizzare Twitter per esprimere le sue posizioni di politica estera potrebbe avere risultati catastrofici nella crisi nordcoreana. Al momento ha già contribuito ad alzare la tensione nell’area e a provocare reazioni ostili da parte della Cina. Un pezzo di The Intercept che contiene anche una lunga intervista a John Feffer, esperto della questione coreana, sulla genesi della crisi attuale e sui suoi possibili sviluppi (sul tema “per evitare la guerra, prima di tutto occhio ai tweet”, da leggere anche l’Economist);
    • si riaccende ad Hong Kong il dibattito sulla libertà d’espressione. Un professore di filosofia ha visto infatti rimossa la sua prefazione a un volume accademico dopo essersi rifiutato di alterare un passaggio politicamente poco gradito dal suo editore, per la seconda volta in due anni, racconta Hong Kong Free Press;
    • si discute sempre più della stretta cooperazione tra Russia e Cina, soprattutto a livello diplomatico e militare. Carnegie Moscow Center racconta che i due Paesi stanno però cercando di collaborare anche nel settore dell’aviazione civile, promuovendo l’ambizioso progetto di un nuovo jumbo jet costruito in comune;
    • uno sguardo critico di War on The Rocks alla recente visita del Vice-Presidente USA Mike Pence in Georgia e al suo sostegno per una futura adesione del Paese alla NATO. Secondo l’analista William Ruger, Research Fellow del Cato Institute, Tbilisi è troppo debole e vulnerabile per essere un valido partner militare di Washington e Bruxelles.
  • Ecco qui due proposte di lettura del nostro coordinatore scientifico Lorenzo Nannetti:
    • seconda citazione consecutiva (più che meritata) nella nostra rassegna per Mattia Toaldo dell’ECFR, in particolare per questo pezzo sui falsi miti della lotta al traffico di esseri umani, e alcune reali soluzioni;
    • spesso si cita Tucidide per spiegare eventi moderni. La “trappola di Tucidide” ne è un esempio. Ma non sempre è opportuno farlo e comunque spesso perdiamo il vero senso di ciò che scriveva, come si legge su War on The Rocks.
  • Andrea Martire, coordinatore desk America Latina, ha il suo bel daffare in questi giorni, in particolare per la crisi in Venezuela e tutto quello che ne deriva. Ecco i suoi suggerimenti:
    • Diego Armando Maradona è un profondo sostenitore del chavismo e di Maduro; si è offerto di indossare l’uniforme per “lottare contro l’imperialismo“, come racconta il Clarin. Ce ne parla il Clarin;
    • una curiosità: la Bolivia conserva le ultime 6 missioni operative dei Gesuiti del continente. Sono state fondate tra il 1696 ed il 1760, e nel 1990 sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’Umanità, racconta El Diario.
  • Occhio alle letture di Davide Tentori, Vicepresidente e coordinatore editoriale, che è in vena di citazioni auliche per l’occasione:
    • quando si va via, è buona educazione pagare il conto… è quello che dovrà fare anche il Regno Unito prima di lasciare l’Unione Europea. Quale sarà il prezzo della Brexit? Ora che il governo britannico sembra avere accettato il fatto che non potrà andarsene come farebbero Fedez e J-Ax (ovvero “senza pagare”), Politico racconta che il braccio di ferro con Bruxelles sarà sull’ammontare dovuto al budget comunitario;
    • dopo il Vertice di Amburgo, tocca ora all’Argentina ospitare il G20. Un’ottima possibilità per Mauricio Macri per riportare Buenos Aires alla ribalta delle relazioni internazionali, che potrebbe però essere frenata da situazioni esterne quali il rinnovato protezionismo degli USA e i difficili negoziati in Europa sulla Brexit. Con Project Sindicate vediamo se il tango del Presidente argentino saprà far ballare all’unisono anche tutti gli altri leader.
  • Ecco infine le proposte di Giulia Mizzon, coordinatrice desk Nord America:
    • la retorica nei confronti dei paesi membri del North America Free Trade Agreement è stata una costante nella campagna elettorale di Trump, e lo è ancora oggi. Il peggior nemico sembrava essere il Messico, con immigrazione e traffico di droga. The Guardian mostra invece come nel conflitto economico di Trump il principale nemico è da guardare a Nord, e non a Sud
    • Ancora Corea del Nord: la CNN si interroga sul perché il discorso di Trump, tenuto nel suo golf club in New Jersey, in cui avvertiva Pyongyang di non giocare con il fuoco dopo le ultime minacce nucleari si sia è rivelato un momento politicamente, diplomaticamente e storicamente straordinario (inteso come fuori dall’ordinario) e come questo abbia eliminato qualsiasi chance di distensione con la Corea del Nord.
  • Per la foto della settimana, se vi chiedete perché diversi vertici politici si svolgano a orari che comportino l’arrivare a notte fonda… beh, pare se lo chiedessero anche Lavrov e Mogherini al vertice Asean di Manila, come si evince da sguardi e occhiaie di gruppo loro e dello staff.

Foto della settimana: colpa dell’ora tarda o del jet lag? Sta di fatto che gli sguardi del Ministro degli Esteri russo Lavrov, dell’Alto Rappresentante UE per gli Affari Esteri Mogherini, e dei loro staff, non sembrano delle più sveglie…

Ndr: la rassegna va in vacanza due settimane, e riprenderà l’1 settembre. Nella newsletter che uscirà domani (a proposito, siete iscritti? Lo fate in due secondi dalla nostra homepage) vi arriveranno anche i suggerimenti relativi a qualche libro (pochi eh, che come diceva Troisi, “loro sono un milione a scrivere, e io uno solo a leggere”).

Pare giusto a questo punto prima dello stacco citare gli altri coordinatori, Emiliano Battisti, Marco Barone, Giulia Tilenni, che questa settimana si sono goduti un po’ di meritato riposo, e Pietro Costanzo, che dice in realtà di essere sommerso di lavoro. Noi in fondo gli vogliamo bene e un po’ gli crediamo. Infine, anche io non ho dato suggerimenti di lettura: è che alla seconda settimana di mare da papà single insieme ad Anita (anni: due), mentre mia moglie lavora, avrei potuto proporvi un libro della collana di Peppa Pig, e sinceramente, non me la sono sentita.

A cura di Alberto Rossi

 

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Alberto Rossi
Alberto Rossi

Classe 1984, mi sono laureato nel 2009 in Scienze delle Relazioni Internazionali e dell’Integrazione Europea all’Università Cattolica di Milano (Facoltà di Scienze Politiche). La mia tesi sulla Seconda Intifada è stata svolta “sul campo” tra Israele e Territori Palestinesi vivendo a Gerusalemme, città in cui sono stato più volte e che porto nel cuore. Ho lavorato dal 2009 al 2018 in Fondazione Italia Cina, dove sono stato Responsabile Marketing e analista del CeSIF (Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina). Tra le mie passioni, il calcio, i libri di Giovannino Guareschi, i giochi di magia, il teatro, la radio.

Co-fondatore del Caffè Geopolitico e Presidente fino al 2018. Eletto Sindaco di Seregno (MB) a giugno 2018, ha cessato i suoi incarichi nell’associazione.

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