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Il vento del cambiamento energetico vietnamita

In 3 sorsiSi è recentemente conclusa in Vietnam la settima Conferenza Internazionale sulle Risorse Idriche e sullo Sviluppo delle Energie Rinnovabili in Asia. L’incontro si è svolto grazie alla collaborazione di diverse istituzioni internazionali come la Mekong River Commission, la Società finanziaria internazionale (IFC) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO). Tra gli argomenti dibattuti, c’erano gli obiettivi ambientali fissati dalla conferenza di Parigi sul clima, sottoscritti pienamente dal Governo vietnamita.

 1. GLI OBIETTIVI DELL’ACCORDO DI PARIGI E IL NUOVO PIANO ECONOMICO VIETNAMITA

Alla conferenza sul cambiamento climatico tenutasi a Parigi nel 2015, il Vietnam ha firmato insieme agli altri 180 Paesi coinvolti l’accordo proposto dal National Commitee on Climate Change. Il documento è stato ratificato dal Primo Ministro vietnamita il 31 ottobre 2016, rendendo così effettivo l’accordo.

L’accordo di Parigi ha come principale obiettivo la limitazione degli effetti del cambiamento climatico. Dopo 13 giorni di trattative, le delegazioni dei 196 Paesi partecipanti hanno approvato il testo che richiede agli stessi Paesi partecipanti, attraverso politiche ambientali, di limitare l’innalzamento della temperatura globale a 1,5° C, anziché ai 2°C inizialmente previsti.

In particolare, obiettivo dell’accordo è limitare drasticamente l’uso delle fonti di energia non rinnovabili e aumentare l’utilizzo di fonti rinnovabili. A tal fine, sono stati creati fondi per finanziare l’applicazione e lo sviluppo di nuove tecnologie con lo scopo di favorire la riduzione degli inquinanti e aumentare la produzione energetica da fonti alternative. Inoltre si prevede l’istituzione di un fondo per consentire ai Paesi in via di sviluppo, poveri e più vulnerabili, di far fronte ai danni causati dai cambiamenti climatici .

Per quanto riguarda il Vietnam, secondo quanto riportato dal Piano di Sviluppo Energetico Nazionale (PSEN), il consumo nazionale di energia elettrica è cresciuto costantemente dal 2006 ad oggi, con una media annuale superiore al 10%; si suppone che nei prossimi anni l’aumento medio, anche se di poco inferiore, rimarrà comunque costante e significativo.

E’ stato calcolato che per sopperire alla crescente domanda si dovrà aumentare il consumo di energia elettrica prodotta da combustibili fossili del 37.5% entro il 2025 e del 58.5% entro il 2035. Per limitare i danni ambientali, il Governo vietnamita ha pianificato di ridurre dell’8% le emissioni di gas nocivi entro il 2030, arrivando al 25% con l’aiuto finanziario della comunità internazionale. Il Ministro dell’Ambiente ha già preso contatti con diverse istituzioni internazionali per attivare progetti di grande dimensioni. L’obiettivo fissato è quello di far produrre entro il 2020 il 5% dell’energia da fonti rinnovabili; nello stesso tempo, si vuole ridurre i consumi sostituendo le tecnologie obsolete ed inefficienti.
Prima dell’accordo di Parigi, il Governo vietnamita, a dimostrazione della sua attenzione per il tema, aveva già emanato diversi provvedimenti volti a tutelare l’ambiente.

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Fig. 1 – Il Primo Ministro vietnamita Nguyen Tan Dung alla conferenza di Parigi nel 2015

2. ENERGIA IDROELETTRICA

In Vietnam, la principale fonte di energia rinnovabile è prodotta dalle centrali idroelettriche. Tuttavia, uno studio condotto sotto la supervisione del Ministero dell’Industria e del Commercio vietnamita, che ne ha analizzato sia l’efficienza e l’impatto ambientale, ne ha recentemente ridimensionato i benefici.

I bacini idrici sono infatti costruiti inondando vaste aree boschive, spesso costringendo abitanti e fauna locale a migrare in altre aree. Inoltre, la variabilità delle precipitazioni monsoniche causa l’eccessivo abbassamento o innalzamento dei livelli idrici in diversi periodi dell’anno. L’eccessiva quantità di pioggia che può cadere in pochi giorni può far esondare i bacini idrici o danneggiare, talvolta anche gravemente, le dighe, creando danni collaterali.

A fine del 2016, il Governo ha riconsiderato le quote di produzione idroelettrica, fermando o ridimensionando diversi progetti (previsti nel settimo Piano di sviluppo energetico.)

Attualmente in Vietnam ci sono più di 300 centrali idroelettriche operative, con una capacità di 15.5 GW e sono in costruzione circa 190 dighe (da 5.66 GW ciascuna), mentre sono in fase di valutazione finanziaria circa 240 progetti. Parte degli ingenti investimenti previsti saranno destinati a migliorare le capacità produttive degli impianti già esistenti.

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Fig. 3 – Un manager segue i lavori di costruzione di una centrale idroelettrica nel Vietnam settentrionale

3. IL SETTORE EOLICO E QUELLO SOLARE

Nel settore energetico solare, una speciale riduzione tariffaria introdotta nel 2017 ha permesso l’abbassamento dei costi di produzione di pannelli solari e fotovoltaici, rendendoli più convenienti.

A gennaio 2018 le nuove disposizioni ministeriali sull’energia solare hanno cercato di promuovere la partecipazione di investitori stranieri. Solo un mese dopo, grazie ad esse, un importante accordo è stato siglato tra le vietnamite BIM Group e AC Group e la filippina Ayala Corporation. L’intenzione è quella di costruire nella provincia di Ninh Thuan una centrale da 30 MWp, per un costo stimato complessivo di $ 35.4 milioni. Contando su un’esposizione annuale al sole di 2.600-2.800 ore medio all’anno, il gruppo mira a far produrre nella cittadina ben 2,000 MW entro il 2020.

Un’altra fonte di energia rinnovabile di particolare interesse è quella eolica. Il Vietnam ha un clima monsonico e lungo le sue coste soffiano venti costanti ad una velocità media di 10 km/h. Le prime turbine eoliche furono installate nel 2009 nella provincia di Bac Lieu dalla vietnamita GE Energy. Grazie a finanziamenti privati americani e vietnamiti, nel 2010 l’impianto venne ampliato, con l’obiettivo di creare la prima centrale di energia eolica del Paese. La centrale, entrata in funzione nel 2013, è oggi composta da 62 turbine, con una capacità di 99.2 MW e un operatività prevista di 22 anni. L’azienda, in collaborazione con altri istituti internazionali, ha avviato nel 2015 un altro progetto per la produzione di 120 MW del valore circa $281 milioni nella provincia di Dak Lak.

Il più grande produttore di turbine eoliche mondiale, la Vestas Wind Systems A/S, ha firmato nel 2016 un progetto del valore di 436 millioni di dollari per la produzione di 170 MW da realizzare in pochi anni nella provincia di Soc Trang.
Ques’tanno un progetto del valore di 1760 milioni di dollari è stato confermato dalla thailandese Superblock Pcl, azienda leader nel settore nazionale, che progetta di costruire tre impianti di energia eolica tra le province di Bac Lieu e di Ca Mau.

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Fig. 4 – Bac Lieu: pescatori vietnamiti al lavoro sullo sfondo di alcune pale eoliche

My Ding Hua

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Nell’ultimo PSEN(2016) era stata prevista la costruzione della prima centrale nucleare vietnamita che dovrebbe fornire il 5,7% di energia elettrica nazionale entro il 2030. Tuttavia l’Assemblea Nazionale ha manifestato recentemente una chiara preferenza per politiche energetiche alternative; secondo un’analisi scientifica effettuata, il nucleare non è infatti risultato conveniente rispetto ad altre fonti energetiche con minor impatto ambientale. Nel frattempo il Governo cercherà di porre maggiori attenzione su fonti energetiche alternative rinnovabile quali biomasse, biodiesel, fonti termali, ecc. [/box]

 

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My Ding Hua

Nata nella città di Ho Chi Minh sono residente in Italia da quando avevo 5 anni. Ho una laurea triennale in Lingue, Culture e Società dell’Asia Orientale e una Laurea magistrale in Relazioni Internazionali Comparate (Asia-Europa) conseguito presso L’Università Ca’ Foscari di Venezia. In coerenza con i miei studi, mi interesso di relazioni economiche, sociali e politiche tra i paesi asiatici  e i paesi membri dell’Unione Europea.

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