In 3 sorsi – Alla scadenza del contratto per la fornitura del gas tra Moldavia e Gazprom, il Paese dichiara lo stato d’emergenza. Mentre l’UE accusa la Russia di strumentalizzare la fornitura di gas, il 30 ottobre la Moldavia firma un contratto quinquennale, ma non tutti i rischi si possono considerare superati.
1. PERCHÈ LA CRISI?
A fine settembre il contratto sulla fornitura di gas stipulato tra la Moldavia e Gazprom, azienda energetica russa in parte di proprietà dello Stato, giunge al termine. Si trattava di un contratto quinquennale risalente al 2006 e poi rinnovato di anno in anno tramite cui la compagnia nazionale Moldovagaz importava il 100% del fabbisogno di gas da Gazprom. Questa volta però le due parti non si muovono con sufficiente anticipo sul fronte del rinnovo né sulla negoziazione di un nuovo contratto mentre i prezzi del gas crescono vertiginosamente e inaspettatamente. La Moldavia si trova alle strette, vedendosi proporre un nuovo contratto con prezzi quasi triplicati (da circa $300 per mille metri cubi a $790). Nel mese di ottobre Gazprom taglia di un terzo la fornitura di gas, mentre si concretizza la minaccia di un taglio completo in caso di non sanamento del debito di circa $700 milioni che la Moldavia ha contratto negli anni con l’azienda russa. Di fronte alla carenza di gas, il Governo filo-europeo di Maia Sandu cerca riparo in altri potenziali fornitori e dichiara lo stato di emergenza. Riceve degli aiuti finanziari pari a 60 milioni da Bruxelles e fornitura di gas da parte della Polonia e altre tre compagnie (ERU, Vitol, and DXT). È una delle prime volte in cui la Moldavia riesce a smarcarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen e la Presidente della Moldavia Maia Sandu durante un meeting della Commissione a Bruxelles, 18 gennaio 2021
2. VERSO UNA SOLUZIONE?
Il 29 ottobre la società Gazprom e la Moldavia firmano un nuovo contratto quinquennale che prevede l’acquisto del gas a $450 per mille metri cubi e un protocollo mirato a risolvere gli attriti tra le due parti. L’accordo, come spiegato dal vice Primo Ministro Andrei Spinu, risulta molto conveniente in quanto è il risultato di una proposta avanzata dalla Moldavia stessa, con un prezzo più alto del contratto precedente, ma comunque vantaggioso rispetto ai prezzi di mercato.
Tuttavia giusto in questi giorni è stata evitata una nuova potenziale crisi. Avendo stabilito il 22 novembre come scadenza per il pagamento di $73 milioni per la fornitura del gas di ottobre e inizio novembre, alla non ottemperanza di questo accordo, Gazprom minaccia di tagliare la fornitura nel giro di 48 ore. Dopo le suddette 48 ore, il 24 novembre Gazprom pospone la data del pagamento al giorno 26 novembre, quando il Governo di Chisinau sana il debito dopo l’approvazione d’urgenza da parte del Parlamento moldavo di un decreto sul bilancio statale del 2021.
La questione spinosa rimane quella del debito. Nel 2022 verrà effettuato un audit del debito della Moldavia seguito da una serie di negoziazioni su modalità e tempi del suo risarcimento. Da maggio 2022 la Moldavia dovrà disporre “il rimborso di tutti gli arretrati, comprese le sanzioni per cinque anni“. Ciò vuol dire che potremmo ben presto assistere a nuovi critici sviluppi e che la questione non si può ritenere conclusa.
Fig. 2 – Gli uffici della compagnia energetica MoldovaGaz a Chisinau, 24 novembre 2021
3. RIPERCUSSIONI PER LA RUSSIA E L’UE
La crisi energetica moldava innesca ulteriori tensioni tra la Russia e l’UE. Mentre la prima dichiara che l’aumento dei prezzi è un’operazione di mercato in cui Gazprom non può rischiare di andare in perdita, la seconda, tramite Josep Borrel, denuncia la natura geopolitica della crisi. Essendo la Moldavia parte contraente dell’Energy Community Treaty, il Paese ha preso l’impegno di implementare l’acquis energetico dell’UE. Di conseguenza le presunte questioni politiche avanzate dalla Russia, al di là delle trattative sulla regione separatista della Transnitria, riguarderebbero l’attuazione del Terzo Pacchetto del Gas. Quest’ultimo con le disposizioni sulla separazione della proprietà e delle operazioni di transito minaccia la posizione di Gazprom come unico fornitore della Moldavia, così come la posizione dominante di Moldovagaz di proprietà di Gazprom per il 50%. Tuttavia Maia Sandu nega che tali argomenti siano stati trattati durante le negoziazioni sul gas.
Molti Paesi membri dell’UE, e ancora di più i Paesi limitrofi alla Russia, sono fortemente dipendenti dalla fornitura russa di gas: ciò comporta che i tentativi di solidarietà europea sul fronte del gas possano essere ostacolati da Mosca. La crisi in Moldavia ha mostrato la competitività del gas russo in confronto a quello europeo, che ha molte meno probabilità di scendere sotto i prezzi di mercato. Gazprom può quindi facilmente costituire un fornitore più competitivo per le economie in difficoltà. Come suggerisce Andrew Wilson è necessario evitare di negoziare con la Russia su più fronti contemporaneamente, altrimenti si rischia di assistere a un continuo indebolimento del potere trasformativo dell’UE nell’Europa orientale. Piuttosto bisognerebbe cogliere il momentum creato dalla crisi energetica moldava per incentivare la sua diversificazione di fonti e l’emancipazione dalla Russia.
Regina Garsia
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