In 3 sorsi – Dopo la rielezione dello scorso novembre, segnata da astensioni ed esodi, Daniel Ortega continua a reprimere le libertà. Tra il disconoscimento internazionale e le condanne sui diritti, il Nicaragua tenta di smarcarsi dal suo accerchiamento grazie a una nuova politica estera.
1. UN ACCESO INIZIO DI MANDATO
Lo scorso 7 novembre Daniel Ortega è stato confermato alla presidenza del Nicaragua, dopo una tornata elettorale segnata dall’astensionismo (81,5% di non votanti) e dall’esodo di cittadini nicaraguensi. Il 25 novembre Ortega si è insediato, mentre la moglie e copresidente Rosario Murillo ha giurato come sua vice. Ancora una volta, le conseguenze elettorali si sono rilevate pesanti in campo internazionale: l’Unione Europea e gli Stati Uniti si sono affrettati a disconoscere il risultato e imporre sanzioni contro il regime, mentre il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione per la protezione delle libertà nel Paese, seguito dall’Organizzazione degli Stati Americani (OAS). Questo ha causato la rottura irrevocabile di Managua con il sempre criticato organo di cooperazione di Washington, accusato di non rispettare il diritto internazionale. Se non che proprio un ex diplomatico nicaraguense dell’OAS ha denunciato le repressioni dei diritti perpetuate da quella che ha definito come “dittatura“.
Fig. 1 – La vicepresidente del Nicaragua Rosario Murillo con il marito e presidente Daniel Ortega
2. REPRESSIONI E CONSEGUENZE INTERAMERICANE
Nemmeno l’ultima investigazione dell’ONU ha però intimidito la coppia al potere in Nicaragua, che sembra aver intensificato le repressioni con la confidenza del nuovo mandato. Il regime ha infatti espulso un delegato della Croce Rossa, bandito ONG, tagliato il bilancio a università dissidenti e condannato a otto anni di carcere Cristiana Chamorro, ex candidata presidenziale contro Ortega, alla quale era stato impedito di presentarsi alle elezioni presidenziali dello scorso novembre. Queste continue repressioni, le denunce della società civile e il dissenso della comunità internazionale hanno però fortificato la tendenza dei vicini latinoamericani a prendere le distanze da Managua. Già in vista delle scorse elezioni nicaraguensi, Argentina, Messico, Colombia e Costa Rica avevano ritirato gli ambasciatori dal Nicaragua, con Ortega che aveva risposto alla stessa maniera. In più, non solo il nuovo mandato del leader sandinista non è stato riconosciuto da rivali politici quali El Salvador, Ecuador, Costa Rica e il Cile di Piñera, ma anche i leader socialisti del continente, tra cui Gabriel Boric, Gustavo Petro e Pedro Castillo, hanno condannato Ortega e i suoi crimini. A fare al vecchio nuovo Presidente le congratulazioni elettorali sono stati Bolivia, Cuba e Venezuela, che ad oggi rimangono gli unici alleati nel Cono Sud.
Fig. 2 – Ortega con i Presidenti di Venezuela, Cuba e Bolivia, rispettivamente Maduro, Díaz-Canel e Arce durante un vertice dell’ALBA a L’Avana nel 2021
3. IL NICARAGUA NEL MONDO
Conscio del rischio di rimanere isolato, Ortega ha ridisegnato la propria posizione al di fuori del continente americano. Prima è arrivato l’avvicinamento a Cina e Russia. Dopo aver ripreso Washington sui diritti umani, Managua ha cancellato le relazioni diplomatiche e gli accordi commerciali con Taiwan, riconoscendo la Repubblica Popolare Cinese. Oltre a un’alleanza in funzione anti-americana, Pechino avrebbe promesso al regime centramericano investimenti in progetti infrastrutturali. Secondo l’Amministrazione USA questo ha permesso a Managua di aggirare le sanzioni. Il Nicaragua ha poi difeso la Russia in supporto all’invasione dell’Ucraina, astenendosi all’Assemblea Generale dell’ONU nella risoluzione per condannarla. Mosca ha quindi siglato una collaborazione con Managua nel campo dell’energia nucleare. Tuttavia con le sanzioni occidentali estese alla Russia e rinnovate per il Venezuela, le ripercussioni economiche sono andate a impattare anche sulla famiglia Ortega e sui circoli al potere nel Paese. Per questo Ortega avrebbe addirittura contattato l’Amministrazione Biden per trattare sulle sanzioni. Washington ha risposto positivamente, invitando il Nicaragua e i suoi alleati al prossimo Vertice delle Americhe, per incoraggiare un suo allontanamento da Mosca. La risposta di un Ortega sempre più alle strette in America Latina e nel mondo potrebbe rappresentare un punto di svolta per il regime nicaraguense e per i cittadini che vi resistono.
Mario Parolari
“01.10 總統與尼加拉瓜總統奧德嘉(José Daniel Ortega Saavedra)雙邊會晤” by Taiwan Presidential Office is licensed under CC BY