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RDC, nuova offensiva dei ribelli di M23 nel Kivu

In 3 Sorsi – Negli ultimi giorni il gruppo M23 è tornato ad avanzare nel Nord Kivu, regione orientale della Repubblica Democratica del Congo, arrivando a minacciare il capoluogo Goma. Sul tema il Caffè ha sentito anche Matteo Giusti, giornalista e africanista di Limes.

1. LA NUOVA OFFENSIVA DI M23 NELLA RDC

Nel Nord Kivu, regione orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), ha ripreso vigore lo scontro tra le forze regolari e i ribelli del ricostituito gruppo M23. Gli attacchi sarebbero cominciati la scorsa settimana in varie località a nord dalla città di Goma, nei pressi delle frontiere con Uganda e Ruanda. Secondo l’Ufficio dell’ONU per gli Affari Umanitari (OCHA) sarebbero già oltre 25mila le persone costrette alla fuga. L’avanzata, culmine di un contesto di progressivo aumento della tensione che dura ormai da settimane, ha portato anche a uno scambio di accuse tra il Ruanda – vicino a M23 – e la RDC: se da un lato Kigali ha lamentato lunedì di aver subito un lancio di razzi dal territorio congolese, dall’altro lato Kinshasa ha replicato con la denuncia di colpi di artiglieria provenienti da est, lasciando intendere – pur senza richiami formali – la responsabilità della controparte. Nelle ultime ore, poi, M23 ha attaccato la base militare di Rumangabo, nel Parco del Virunga, già roccaforte degli stessi ribelli durante l’insurrezione del 2012-2013.

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Fig. 1 – Sfollati a Kanyarushinya, a nord di Goma, in fuga dagli scontri tra l’esercito congolese e il gruppo M23, 27 maggio 2022

2. L’OPINIONE DI MATTEO GIUSTI

Sul tema il Caffè ha sentito Matteo Giusti, giornalista e analista da anni con la rivista di geopolitica Limes, collaboratore di RaiNews e RadioRai e africanista per Il Manifesto e Radio Immagina, in libreria con La Loro Africa, come l’Europa ha perso il continente africano.
“Il movimento ribelle M23, chiamato anche Esercito Rivoluzionario Congolese, ha scatenato una grande offensiva nella parte orientale della provincia del Nord Kivu. – Spiega Matteo Giusti. – Dopo una breve pausa nel mese di aprile, quando però si sono rifiutati di partecipare ai colloqui di pace voluti dal Governo congolese in Kenya, dalla metà di maggio questi miliziani si sono mossi dai propri santuari lungo il confine con il Ruanda attaccando villaggi e cittadine. La missione della Nazioni Unite Monusco è stata attaccata nei giorni scorsi, dopo che colloqui informali con i caschi blu per raggiungere una tregua erano saltati. Il Governo di Kinshasa ha pubblicamente accusato il Ruanda di armare, finanziare ed appoggiare questa milizia che sta avanzando pericolosamente verso la capitale regionale Goma. Rumangabo, la principale base militare della zona sarebbe caduta in mano ai ribelli che hanno così conquistato armi e mezzi dell’esercito regolare congolese. Gli sfollati sono migliaia e stanno lasciando le zone di Rutshuru, Kibumba e Nyiragongo cercando di raggiungere la capitale del Nord Kivu. La tensione è alle stelle ed il comandante della polizia di Goma ha rivolto un appello alla popolazione locale di stare pronti a difendere le proprie case con bastoni e machete”.

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Fig. 2 – Un carro armato congolese a Kibumba, vicino a Goma, 25 maggio 2022

3. CHI SONO I RIBELLI DI M23?

Come ricorda Matteo Giusti, l’attacco di M23 arriva a poca distanza dai colloqui di Nairobi tra Kinshasa e i gruppi armati del Congo orientale avviati lo scorso mese all’interno di una più ampia iniziativa regionale, che vede coinvolti anche Ruanda, Uganda e Kenya. Ad aprile, in occasione dell’ingresso della RDC nella Comunità dell’Africa orientale (EAC), i Presidenti dei quattro Paesi si sono confrontati, concordando sull’avvio di un percorso di pacificazione con una ventina di formazioni ribelli, anche con l’appoggio di un contingente multinazionale. I miliziani di M23, tuttavia, hanno rifiutato di partecipare ai successivi incontri tra il Governo congolese e gli altri insorti, imputando anzi a Kinshasa di proseguire con una postura ostile e di impiegare sul campo i combattenti dei gruppi disponibili al dialogo.
M23, guidato adesso da Bertrand Bisimwa e da Sultani Makenga (ex combattente del ramo militare del Fronte Patriottico Ruandese), fu fondato nel 2012 da alcune centinaia di militari, in maggioranza tutsi, che si ribellarono contro il Governo di Kinshasa, ritenuto inadempiente circa gli accordi di pace del 23 marzo 2009 (da qui il nome della compagine) con il Congresso nazionale per la difesa del popolo (CNDP), il principale movimento indipendentista del Kivu. Sotto il comando del generale Bosco Ntaganda la formazione riuscì a conquistare rapidamente larga parte del Nord Kivu – con il supporto più o meno diretto di Ruanda e Uganda, – per poi essere sconfitta e sciolta alla fine del 2013 anche grazie all’intervento della United Nations Force Intervention Brigade (FIB), un dispositivo speciale all’interno della Monusco costituito dalle truppe di Malawi, Tanzania e Sudafrica.

Beniamino Franceschini

Photo by David_Peterson is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • I ribelli di M23 hanno ripreso la propria offensiva nel Nord Kivu contro la Repubblica Democratica del Congo.
  • Sul Caffè interviene anche Matteo Giusti, giornalista e analista che collabora da anni con la rivista di geopolitica Limes, con RaiNews e Radiorai, africanista per Il Manifesto e Radio Immagina, in libreria con “La Loro Africa, come l’Europa ha perso il continente africano”.
  • Il gruppo M23 era stato giĂ  protagonista di una vasta rivolta nel Nord Kivu tra il 2012 e il 2013, con il sostegno di Ruanda e Uganda.

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’UniversitĂ  di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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