Ristretto – Due ex Sindaci andranno al ballottaggio in Colombia. Chiunque vinca dovrà affrontare la situazione economica aggravata dalla pandemia, il crescente malcontento della popolazione e svariate questioni di sicurezza nazionale e regionale.
Dopo quattro anni di presidenza di Iván Duque, domenica 29 maggio si sono tenute le elezioni presidenziali in Colombia, alle quali ha partecipato il 54% della popolazione avente diritto al voto. I risultati, però, non hanno portato alla vittoria di un candidato. A contendersi la presidenza saranno due personalità che, in modi diversi, rappresentano un distacco deciso dalle politiche del partito di destra del Centro Democratico che hanno guidato il Paese negli scorsi quattro anni. Difatti sono passati al secondo turno due profili contrastanti: Gustavo Petro (62 anni, alleanza Patto Storico), alla sua terza candidatura alla presidenza, porta avanti un progetto progressista ed eco-sociale che esprime la voglia di cambiamento racchiusa nelle proteste degli ultimi anni, mentre Rodolfo Hernández (77 anni, candidato indipendente) si concentra principalmente sulla lotta alla corruzione nel Paese. Quest’ultimo è la sorpresa delle elezioni, dato che i pronostici davano Petro al ballottaggio con il candidato di destra Federico “Fico” Gutiérrez, una situazione che avrebbe portato a una scelta polarizzata, ma più ordinaria, tra continuità (Gutiérrez) e cambiamento (Petro). Ora, però, il risultato non è così chiaro.
Non sarà facile per Petro vincere le elezioni del 19 giugno: Gutiérrez (che ha ottenuto il 24% di voti) ha già espresso il proprio appoggio a Hernández e le forze di destra esortano gli elettori a votare contro di lui. L’ex Sindaco di Bogotá, ora membro del Senato, ha promesso di fermare l’esplorazione petrolifera e incentivare la transizione verde, preoccupando gli investitori, nonché di aumentare le tasse per i più ricchi. Hernández, un imprenditore edile con un tocco populista che gli è valso il soprannome di “Trump Colombiano,” ha portato avanti una campagna basata sull’anticorruzione, nonostante sia sotto indagine proprio per tale reato, sulla ristrutturazione del sistema carcerario, sull’accesso all’educazione e sull’abbassamento dell’IVA.
Chiunque sarà il vincitore del ballottaggio del 19 giugno dovrà far fronte a un periodo difficile. Economicamente, la Colombia è stata prima colpita dalla pandemia e ora da un’alta inflazione che ha visto il prezzo del cibo salire del 25%. Nell’ambito della sicurezza, negli ultimi anni la produzione di cocaina ha raggiunto nuovi record, una parte sostanziale delle FARC ha rinunciato all’implementazione dell’accordo di pace raggiunto nel 2016, i negoziati con l’ELN sono stati interrotti e nel 2021 il Paese ha registrato il più alto numero di assassinii di difensori di diritti umani in tutta America Latina. È evidente, quindi, che chiunque sia il successore di Duque dovrà mettere grande impegno per migliorare le condizioni del Paese.
Alessia Cappelletti
“Colombian flag, Cartagena, Colombia” by Niek van Son is licensed under CC BY