In 3 sorsi – Dopo anni di trattative e di stallo, Romania e Bulgaria diventeranno parte dello spazio Schengen di libera circolazione a partire dal 31 marzo 2024. Saranno rimossi i controlli alle frontiere aeree e marittime, ma non a quelle terrestri.
1. LO SPAZIO SCHENGEN E LA LIBERA CIRCOLAZIONE EUROPEA
“Spazio Schengen”, o area di libera circolazione, è il nome che viene attribuito alla zona di libero movimento di cittadini istituita nel 1985 nel contesto della Comunità Europea. La zona prende il nome dall’omonima cittadina situata in Lussemburgo, nella quale fu sottoscritto l’accordo dai membri fondatori della Comunità Europea, ad eccezione dell’Italia, che avrebbe aderito solo nel 1990. Il sistema Schengen si configura su due dimensioni principali: l’abolizione delle frontiere interne e il rafforzamento delle frontiere esterne. I Paesi che hanno ratificato l’accordo sono attualmente 27, di cui 23 membri dell’Unione Europea e 4 Stati associati: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera. L’ingresso, anche se parziale, di Romania e Bulgaria a partire da marzo 2024 porterà a 29 il numero dei membri. Notevole sarà l’impatto anche sulla popolazione dell’area Schengen, che passerà dagli attuali 420 milioni a circa 450 milioni di cittadini.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Nella cittadina di Schengen fu siglato l’accordo di libero movimento
2. ROMANIA E BULGARIA ENTRANO IN SCHENGEN ALL’UNANIMITÀ
Romania e Bulgaria sono membri dell’UE dal 2007, ma solo a partire da marzo 2024 entreranno (parzialmente) nello Spazio Schengen, dopo svariati anni di ardue trattative. Nel comunicato ufficiale rilasciato dalle istituzioni UE si specifica come i due Paesi fossero pronti ad entrare in Schengen già dal 2011, dopo aver soddisfatto i criteri previsti dai trattati europei. Tuttavia, l’allargamento di Schengen a Romania e Bulgaria non si è mai concretizzato fino ad oggi a causa dell’opposizione di diversi Stati membri, tra i quali Austria e Paesi Bassi. Trattandosi di un dossier particolarmente delicato che coinvolge direttamente tutti gli Stati membri, i trattati europei prevedono l’unanimità quale requisito per modificare lo status quo dello Spazio Schengen.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Manifestazione di sostegno all’allargamento dell’area Schengen
3. LE FRONTIERE TERRESTRI RESTANO ESCLUSE DALL’ACCORDO
A partire dal 31 marzo 2024 saranno rimossi i controlli alle frontiere aeree e marittime di Romania e Bulgaria, mentre rimarranno a tempo indeterminato su quelle terrestri. Le frontiere terrestri, infatti, rappresentano uno snodo estremamente delicato, in particolar modo a causa dei flussi migratori provenienti da Paesi extra-europei. L’elevato numero di migranti giunti in Paesi come Austria e Paesi Bassi negli ultimi anni ha portato i suddetti Paesi ad opporsi a lungo all’allargamento dello Spazio Schengen. Per le stesse ragioni i governi di Vienna e dell’Aia hanno considerato l’allargamento a Romania e Bulgaria come una fonte di insicurezza e instabilità per l’UE. Ciononostante, dopo sforzi diplomatici durati più di un decennio, la posizione dei Paesi più scettici si è ammorbidita, portando al raggiungimento di un accordo all’unanimità. In cambio del proprio voto favorevole il governo di Vienna ha richiesto, con successo, una serie di garanzie ai nuovi membri di Schengen e agli organi UE. L’impegno a dispiegare personale supplementare dell’agenzia FRONTEX ai confini più sensibili (con Turchia e Serbia) ed il ritorno in Romania e Bulgaria di diversi rifugiati transitati da questi Paesi e giunti in seguito in Austria. Fonti provenienti dalle istituzioni UE e dai governi di Romania e Bulgaria hanno confermato che la rimozione delle frontiere terrestri sarà il prossimo passo, sebbene al momento non si conoscano le tempistiche dei negoziati.
Giorgio Fioravanti
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