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Africa, allarme Mpox: dall’UE pronti 215mila vaccini

In 3 SorsiProsegue l’epidemia di Mpox in Africa, soprattutto nella Repubblica democratica del Congo. Rispetto al 2022 sono più colpiti i bambini e l’UE approva l’invio di vaccini.

1. LA DIFFUSIONE DELL’MPOX IN AFRICA

Secondo i dati forniti dall’OMS, dal gennaio 2022 i casi di Mpox nel continente africano potrebbero essere oltre 31mila, con 6.580 contagi confermati in laboratorio nel solo 2024.
La situazione si rivela particolarmente tragica soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, epicentro della crisi, dove negli ultimi due mesi i contagi hanno raggiunto circa 19mila casi, con almeno 800 decessi dall’inizio dell’anno.
A rafforzare ulteriormente l’emergenza sanitaria in Congo si aggiungono altri fattori, come il limitato accesso da parte della popolazione all’assistenza sanitaria, la malnutrizione dilagante, la carenza di servizi igienici, la diffusione di epidemie già presenti che da sempre rappresentano una piaga per il Paese, rendendo il virus particolarmente pericoloso per i soggetti più vulnerabili, in particolare i bambini.
Secondo le ultime statistiche, solo nella RDC i bambini hanno una probabilità di morire quattro volte superiore rispetto a quella di un adulto, con un tasso di mortalità dell’8,6% per i giovani sotto i 15 anni.
Per far fronte alla diffusione dilagante del virus, l’Unicef ha lanciato un appello per reperire 58,8 milioni di dollari necessari a finanziare la vaccinazione in sei Paesi africani nei quali i bambini sono maggiormente colpiti.
Anche la Commissione Europea si è mobilitata, predisponendo l’invio di 215mila dosi di vaccino a sostegno dei Paesi africani più esposti e stanziando un finanziamento di 3,5 milioni di dollari per sostenere la ricerca e il sequenziamento del virus.
Tuttavia, a preoccupare maggiormente la comunità internazionale non è solamente il numero dei contagi, quanto la rapida diffusione del virus a livello globale.
Nell’ultimo mese sia la Svezia che il Pakistan hanno segnalato il primo caso di contagio del ceppo Clade I al di fuori della regione africana, dimostrando quanto facilmente il virus riesca ad attraversare le frontiere internazionali.

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Fig. 1 – Pazienti in fila all’esterno del centro per il trattamento dell’Mpox di Nyiragongo, a nord della città di Goma, nella Repubblica democratica del Congo

2. CHE COS’È IL VAIOLO DELLE SCIMMIE E COME SI DIFFONDE?

Il Mpox, più noto come vaiolo delle scimmie, è una malattia infettiva appartenente alla famiglia del “vaiolo umano”, identificato per la prima volta nel 1970 nelle zone rurali dell’Africa.
Ad oggi sono conosciuti due sottotipi del virus: il Clade I, particolarmente diffuso nel continente africano e considerato la variante più pericolosa, e il ceppo Clade II.
Il virus è ormai endemico nei Paesi dell’Africa centrale e occidentale, ma dall’inizio del 2022 ha causato un’epidemia globale in aree che fino a quel momento non avevano segnalato casi in precedenza, come l’Europa e gli Stati Uniti.
Negli ultimi decenni i casi sono aumentati rapidamente soprattutto nella Repubblica democratica del Congo. I fattori che hanno portato a una diffusione così repentina del virus sono molteplici: l’evoluzione del virus stesso, i cambiamenti degli ecosistemi locali, l’elevata densità di animali selvatici e la conseguente maggiore esposizione della popolazione che vive nelle zone rurali. A questo si aggiungono anche l’incremento demografico, il sovraffollamento urbano e la maggiore mobilità a livello internazionale, tutti elementi che aumentano le “opportunità” di trasmissione del virus.
Anche il profilo delle persone colpite dal virus è differente rispetto ai casi rilevati nel 2022. All’inizio della pandemia i casi riguardavano prevalentemente uomini in età adulta, mentre secondo gli ultimi dati i contagi più numerosi si registrano tra le fasce più giovani della popolazione, in particolare i bambini.
Soprattutto nel continente africano, i bambini rappresentano la categoria più vulnerabile ed esposta al virus. Nella RDC, per esempio, il 62% dei decessi registrati da inizio anno riguarda bambini di età inferiore dei 5 anni.
Oltre al Congo, i Paesi africani maggiormente colpiti, che fino al 2023 non avevano rilevato casi di vaiolo tra la popolazione, sono il Burundi, il Kenya, il Ruanda e l’Uganda.

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Fig. 2 – Un’immagine dal centro per il trattamento dell’Mpox di Nyiragongo, a nord della città di Goma, nella Repubblica democratica del Congo

3. COME FAR FRONTE ALL’EPIDEMIA E QUALI SARANNO LE CONSEGUENZE PER L’AFRICA?

È inevitabile pensare che quello che sta accadendo oggi nel continente africano, e non solo, sia un triste déjà-vu di quanto avvenuto durante la pandemia di Covid-19.
Dall’inizio del 2024 il vaiolo delle scimmie è tornato a diffondersi con maggiore intensità a causa della propulsione di Clade I, la variante ben più letale rispetto al Clade II che aveva dominato la pandemia nel 2022.
L’Unione Europea, congiuntamente agli Stati Uniti, è stata la prima a mobilitarsi per consegnare dosi di vaccino in Africa. Tuttavia, i quantitativi distribuiti sono solo una frazione minima rispetto a quelli realmente necessari per arginare i contagi.
Aldilà del sostegno e delle donazioni internazionali, è assolutamente necessario dare priorità agli investimenti per rafforzare il sistema sanitario locale, promuovendo programmi che garantiscano la tutela e salvaguardia delle fasce più deboli della popolazione.
Quello che preoccupa maggiormente la comunità internazionale non è soltanto la diffusione dei contagi, ma soprattutto le dirette conseguenze in contesti così fragili come quelli del continente africano.
L’impatto del focolaio di Mpox su categorie vulnerabili come adolescenti e bambini desta non poche preoccupazioni per il rischio di maggiore esposizione a fenomeni di discriminazione e stigmatizzazione all’interno del contesto sociale in cui vivono.
Sulla base delle precedenti esperienze, come la Covid-19, l’Ebola e l’HIV, diventa assolutamente necessario uno sforzo collettivo per dare priorità ai programmi di sostegno ai sopravvissuti, al fine di combattere lo stigma e facilitare il reinserimento sociale attraverso il supporto dei servizi sociali di base.
Oltre alle preoccupazioni immediate dovute alla dilagante diffusione del virus, non bisogna comunque dimenticare che gran parte dei Paesi africani come il Kenya, il Burundi e l’Uganda sono alle prese con emergenze climatiche ingenti tra cui siccità e inondazioni costanti, fattori che aggravano ulteriormente le condizioni di vita di una popolazione già allo stremo.

Alessia Tolu

USAMRUK Malaria Diagnostics and Control Center of Excellence microscopy training – Nigeria, Africa, September 2009” by SETAF-Africa is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • L’epidemia di Mpox sta colpendo in particolare la Repubblica democratica del Congo, con circa 19mila contagi tra casi confermati e sospetti.
  • A essere più esposte le fasce giovani della popolazione, soprattutto i bambini.
  • L’UE invierà 215mila vaccini, ma l’emergenza sanitaria complica un contesto già critico, che potrebbe peggiorare qualora l’epidemia si diffondesse anche in altri Paesi.

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Alessia Tolu
Alessia Tolu
Classe 1992, vive a Milano. Si è laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università degli studi di Cagliari e in seguito ha conseguito un master in comunicazione per le Relazioni Internazionali presso L’Università IULM di Milano. Specializzata in geopolitica e politica internazionale con un focus particolare sul contesto economico e sociale dell’Africa subsahariana e dei Paesi Islamici.

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