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Ciad, respinto un attacco al palazzo presidenziale

Ristretto – In Ciad è stato preso d’assalto senza successo il palazzo presidenziale, un episodio risolto in breve tempo, ma che allarma un Paese ad alto rischio terrorismo e in pieno riallineamento geopolitico tra Cina, Russia e Francia.

La scorsa notte, a N’Djamena, capitale del Ciad, è stato respinto un attacco al palazzo presidenziale condotto da un gruppo di uomini ancora non identificati. Il bilancio, secondo fonti ufficiali, è di 19 morti, dei quali 18 assalitori e un militare, oltre a tre soldati feriti. Il ministro degli Esteri e portavoce del Governo, Abderaman Koulamallah, ha confermato che la situazione sia tornata rapidamente alla normalità, definendo l’accaduto “un piccolo incidente, un tentativo di destabilizzazione sventato” e negando le prime voci riguardo a un attacco terroristico da parte di Boko Haram. Lo stesso Koulamallah ha spiegato che gli assalitori fossero giovani sotto l’effetto di alcol e droghe, dotati di amuleti protettivi e armati di machete, etichettandoli poi come “Pieds Nickelés”, con riferimento ai maldestri furfanti protagonisti del celebre fumetto francese di Louis Forton.
Nonostante le rassicurazioni, tuttavia, il ministro degli Esteri ha sottolineato come l’episodio non debba essere sottovalutato, anche perché non è da escludersi che gli assalitori possano essere stati eterodiretti. Una coincidenza, per esempio, è che i fatti si siano verificati poche ore dopo la visita a N’Djamena del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, impegnato in un viaggio tra Namibia, Repubblica del Congo, Ciad e Nigeria. Il rappresentante della Repubblica Popolare aveva incontrato il Presidente Mahamat Déby Itno, formalmente eletto nel 2024, ma salito al potere dopo che il padre – e predecessore alla guida del Paese – Idriss Déby era stato ucciso da milizie ribelli nel 2021.
Il Ciad non è infatti alle prese solo con una transizione politica, ma, come altri Stati del Sahel, è in una fase di riposizionamento geopolitico: il progressivo avvicinamento alla Cina e alla Russia è stato di recente accompagnato dall’interruzione – a sorpresa – dei rapporti di cooperazione militare con la Francia e dalla richiesta del ritiro delle truppe transalpine entro il 31 dicembre. Il Paese fronteggia poi costanti minacce alla propria sicurezza per l’esposizione al rischio jihadista, trovandosi nel raggio d’azione sia dei gruppi saheliani (come Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin e lo Stato Islamico-Sahel), sia dei gruppi operanti nel bacino del Lago Ciad (Boko Haram, Stato Islamico-Africa Occidentale e altri) – senza dimenticare gli effetti della guerra civile nel confinante Sudan.

Beniamino Franceschini

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Perchè è importante

  • Un attacco al palazzo presidenziale di N’Djamena, in Ciad, è stato respinto, con un bilancio di 19 morti.
  • Gli autori dell’assalto non sembrano appartenere a gruppi terroristici, ma l’esposizione del Ciad alle minacce jihadiste, il ritiro delle truppe francesi e l’avvicinamento del Paese a Russia e Cina rendono il contesto ad alta tensione.

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’UniversitĂ  di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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