Negli ultimi anni il Bangladesh ha sviluppato intense relazioni bilaterali con le maggiori potenze asiatiche, cercando nuovi modi per soddisfare le proprie tradizionali esigenze di sviluppo economico e sicurezza nazionale. Da questo punto di vista il Governo Hasina ha stabilito forti legami militari con India e Russia, mentre le aperture finanziarie di Cina e Giappone sembrano promettere risorse significative per la futura crescita economica di Dacca. I rapporti con gli Stati Uniti segnano invece il passo, anche per via delle continue interferenze di Washington sulla politica interna bengalese.
La politica estera del Bangladesh (I) – Un Paese dinamico
Il Bangladesh è al centro degli interessi diplomatici delle maggiori potenze dell’area asiatica, inclusa la Russia di Vladimir Putin. Ma qual è la politica estera di questo popoloso Paese del subcontinente indiano, spesso ignorato dai grandi media italiani ed europei? Su quali calcoli strategici e principi politici si basano le azioni del Governo di Dacca nell’attuale sistema internazionale? Breve ritratto di uno Stato povero, ma fondamentale per gli equilibri geopolitici dell’Asia meridionale nel XXI secolo.
La privatizzazione della pace
Miscela Strategica – L’impiego di società militari e di sicurezza private nelle operazioni umanitarie, in costante crescita nell’ultimo ventennio soprattutto per la fornitura di servizi di sicurezza, ha generato un acceso dibattito sul rapporto tra rischi e benefici che questa scelta comporta, aggravata dalla presenza di un vuoto giuridico in cui talvolta queste società si trovano a operare.
L’importanza della ricognizione a livello tattico
Miscela strategica – La ricognizione rappresenta uno degli elementi cardine di ogni operazione militare, a qualsiasi livello operativo, ma in particolar modo a livello tattico.
Messico e Venezuela: allerta petrolio
Negli ultimi mesi il prezzo del greggio è diminuito di circa il 30%, mettendo in allerta le economie latinoamericane dipendenti dalle esportazioni di petrolio. Messico e Venezuela hanno richiesto senza esito una diminuzione della produzione durante il vertice straordinario dell’OPEC. Quale sarà l’impatto sull’economia di questa decisione?
Bahrein, proteste mai sopite e influenze esterne
A quasi quattro anni da quando il vento della protesta ha sfondato i confini del piccolo Regno, in Bahrein si sono svolte lo scorso 22 novembre le elezioni per i quaranta membri della Camera bassa del Parlamento. Pochi sembrano essere i progressi lungo l’itinerario di concordia nazionale, mentre manifestazioni e disordini non sono mai cessati del tutto.
La caduta del muro di Berlino e le conseguenze (in)aspettate
Venticinque anni fa cadeva il muro di Berlino. Tutto il mondo esultò davanti ad un evento simbolico che rappresentò la fine della Guerra Fredda e la speranza in un mondo più pacifico. Ma è davvero andata così?
Unione Europea, investire per tornare a crescere
Il nuovo presidente della Commissione Juncker ha presentato un ambizioso piano di investimenti per 315 miliardi di euro nel prossimo triennio. Sarà efficace per rilanciare la crescita in Europa? Se il fine è quello giusto, i mezzi potrebbero non bastare.
La “soda” geopolitica: dal Perù l’esempio di un nuovo nazionalismo
Il caso del Perù rappresenta un caso in cui l’evoluzione del nazionalismo potrebbe avere anche risvolti positivi. L’Inca Kola è una bevanda e un marchio “simbolo” di identità nazionale e culturale, oltre che un elemento di grande importanza economica per il Paese
Olio di palma: nuovo oro d’oriente (II)
Nell’ultimo decennio l’industria dell’olio di palma è entrata nel mirino di ONG come Greenpeace, WWF e Oxfam, che hanno invocato l’introduzione di regole e standard per una produzione sostenibile. I loro sforzi hanno portato alla creazione della Roundtable for Sustainable Palm Oil, un’associazione alla quale partecipano alcuni tra i principali attori del settore (coltivatori, raffinatori, clienti, istituti finanziari e ONG). L’interazione tra questi soggetti ha prodotto una serie di conseguenze non previste che complicano notevolmente la discussione sulla sostenibilità.
Antisemitismo e fondamentalismo ebraico: lo scenario europeo
In un periodo in cui l’antisemitismo nel Vecchio Continente sembra aver raggiunto il picco storico dagli anni Trenta-Quaranta, risulta importante scoprire e analizzare anche quelle che sono le derive più radicali che ha preso l’ebraismo, al fine di stimolare una migliore intercomprensione sociale e di scongiurare risposte violente al trend corrente.


