In 3 sorsi – Un breve excursus storico sulla nascita e l’evoluzione del movimento dei Fratelli Musulmani. Le loro origini sono utili a comprendere le dinamiche attuali e la loro diffusione nel mondo arabo-islamico.
1. I FRATELLI IN EGITTO: DALLE ORIGINI A NASSER
L’organizzazione dei Fratelli Musulmani nasce nel 1928 sulle sponde del canale di Suez, a Ismailia, per iniziativa di Hassan al-Banna. L’ideologia alla base del neonato raggruppamento è duplice. Da una parte l’afflato patriottico che mira alla liberazione dell’Egitto dal controllo britannico. Dall’altra la volontĂ di restaurare l’Islam delle origini e porlo al centro della societĂ . In un’epoca in cui una parte consistente di intellettuali musulmani suggerisce che il divario tra mondo arabo-islamico e occidente si possa colmare con un passo indietro dell’Islam dalla sfera pubblica, i Fratelli Musulmani premono, al contrario, affinchĂ© si collochi la religione al cuore dello Stato. Questo pensiero viene così riassunto da due dei motti piĂą usati dall’organizzazione: «Dio è il nostro obiettivo, il Profeta è il nostro capo, il Corano è la nostra legge, il jihad è la nostra via, morire nella via di Dio è la nostra suprema speranza» e «L’Islam è la soluzione». La Fratellanza professa il destino manifesto dell’Islam, quello di recare con sĂ© giustizia sociale, sradicare la povertĂ , la corruzione e il peccato in nome della legge coranica. La penetrazione dei Fratelli Musulmani all’interno della societĂ egiziana ha successo grazie alla diffusione di centri che non solo si occupano di educazione religiosa, ma forniscono anche assistenza economica ai poveri. Un’accoppiata che consente ai seguaci di al-Banna di godere di ampia popolaritĂ tra le classi piĂą svantaggiate. Presto la crescita di sostenitori rende i Fratelli invisi alla monarchia: nel 1948 l’organizzazione viene dichiarata illegale e l’anno seguente il suo fondatore viene ucciso.
Fig. 1 – Una fotografia che ritrae il presidente Gamal Abdel Nasser durante una parata
2. LA FRATELLANZA TRA VITTORIE POST-RIVOLUZIONARIE E REPRESSIONE SOTTO AL-SISI
Con la presa del potere da parte degli Ufficiali Liberi,si apre un brevissimo periodo di tolleranza nei confronti dei Fratelli, destinato però a finire dopo un attentato a Gamal Abd al-Nasser di cui sono accusati. La successiva campagna di arresti, torture e condanne a morte (tra cui quella del massimo teorico del movimento, Sayyd Qutb) e la relativa fuga dei dirigenti all’estero darĂ un impulso decisivo all’internazionalizzazione dei Fratelli. Dopo un’apertura sotto Anwar Sadat, in Egitto i Fratelli musulmani emergono gradualmente come la prima forza d’opposizione de facto al Governo di Hosni Mubarak. Un’affermazione politica che raggiunge l’apice dopo la rivoluzione egiziana del 2011, con la fondazione del partito LibertĂ e giustizia e la successiva elezione del fratello Muhammad Morsi a capo dello Stato. Una parentesi di breve durata, interrotta bruscamente da nuove manifestazioni di piazza a tutela della laicitĂ dell’Egitto e soprattutto dall’intervento dell’esercito, che destituisce Morsi. La salita alla massima carica dello Stato da parte del generale Abd al-Fattah al-Sisi significa per la Fratellanza Musulmana ripiombare nell’illegalitĂ e ricominciare a subire persecuzioni.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi durante un incontro tra Unione Europea e Lega Araba, 24 febbraio 2019
3. I FRATELLI MUSULMANI NEL MONDO ARABO-ISLAMICO
La presenza e l’influenza dei Fratelli Musulmani non si riduce al solo Egitto. Partiti piĂą o meno ispirati alla creazione di al-Banna si possono trovare in Paesi come la Tunisia (al-Nahda), l’Algeria (Movimento della societĂ per la pace), la Giordania (Fronte Islamico d’Azione) o il Marocco (Partito della giustizia e dello sviluppo). Da citare la sanguinosa repressione della rivolta del 1982 da parte dei Fratelli Musulmani di Siria a Hama, cittĂ che Hafez al-Asad ordinò di bombardare. La compagine piĂą nota è pero Hamas, operativo in Palestina dal 1987. Il carattere islamista di questa formazione si contrappone alla laicitĂ professata da al-Fatah. Una competizione che vedrĂ Hamas superare la forza guidata da Yasser Arafat alle elezioni parlamentari del 2005 interne all’AutoritĂ nazionale palestinese. La convivenza tra i due schieramenti dura poco, sfociando in uno scontro aperto nel 2007, alla fine del quale gli islamisti prendono il controllo della Striscia di Gaza – controllo che detengono tuttora. Di fatto impegnata nella lotta armata contro Israele, Hamas è ritenuta un’organizzazione terroristica da Usa, Egitto, Unione Europea, Canada, Giappone e dallo Stato ebraico. Tra i principali sostenitori – e finanziatori – della Fratellanza Musulmana figurano Turchia e Qatar. Ispirato ai Fratelli è il Partito della giustizia e dello sviluppo, il cui leader Recep Tayyip ErdoÄźan occupa il posto che fu di Mustafa Kemal AtatĂĽrk. Sia la Turchia che il Qatar sfruttano la rete di movimenti riconducibili alla Fratellanza per estendere la propria influenza geopolitica. Una strategia che è costata a Doha l’isolamento, in un braccio di ferro con l’Arabia Saudita e i suoi alleati nel Consiglio di cooperazione del Golfo per la leadership del fronte musulmano sunnita. Proprio la varietĂ del panorama della Fratellanza Musulmana impedisce di farne un bilancio complessivo che ovviamente rischia di essere semplicistico e mistificatore. La rinuncia alla lotta armata presenta caratteri ambigui e i dirigenti delle varie compagini che si rifanno ad al-Banna oscillano tra islamizzazione dal basso a programmi estremistici, forse alla ricerca di un equilibrio che permetta loro di presentarsi nĂ© come fondamentalisti nĂ© come svenduti all’Occidente.
Alessandro Balduzzi