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Non solo golf e barbecue: la visita di Trump in Giappone

In 3 sorsi Donald Trump è arrivato in Giappone lo scorso 25 maggio per un soggiorno di quattro giorni. Tra partite di golf, la finale del torneo di sumo e cene barbecue, il Presidente statunitense ha intrattenuto colloqui bilaterali su temi rilevanti con il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe.

1. IL SOGGIORNO

Il Presidente Trump è atterrato a Tokyo sabato 25 maggio per una visita istituzionale fino al successivo martedì 28. Con la sua permanenza in Giappone è stata ribadita la solida alleanza tra i due Paesi, definita dalle parole di Trump come «più forte e potente che mai» . L’immagine di una solida amicizia e una duratura alleanza è stata data anche da diverse attività, non prettamente istituzionali, alle quali i due leader politici hanno partecipato: una partita di golf a Chiba, nella periferia di Tokyo, la spettacolare finale del torneo di sumo allo stadio Ryogoku Kokugikan e una cena a base di carne con le rispettive consorti. Il soggiorno è continuato con importanti eventi istituzionali come l’incontro con i maggiori esponenti commerciali giapponesi e, successivamente, quello con le famiglie dei cittadini giapponesi rapiti negli anni Settanta e Ottanta dalla Corea del Nord. Il Presidente americano ha avuto inoltre il privilegio di essere ricevuto dal nuovo Imperatore e ha intrattenuto colloqui bilaterali con il premier giapponese su tematiche quali gli accordi commerciali e la questione nordcoreana.

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Fig. 1 – I coniugi Trump insieme al nuovo imperatore Naruhito e a sua moglie Masako

2. GLI ACCORDI COMMERCIALI

Il summit tra Trump e Abe è da contestualizzare in una serie di incontri in materia commerciale iniziata a metà aprile con quello tra il Ministro dell’Economia giapponese Toshimitsu Motegi e il rappresentante del commercio statunitense Robert Lighthizer per giungere a un accordo bilaterale. Dal punta di vista americano tale accordo dovrebbe mirare a risanare il deficit commerciale di circa 69 miliardi di dollari che il Giappone ha nei confronti degli Stati Uniti, specialmente dettato dall’esportazione delle automobili giapponesi. Tokyo, dal canto suo, vorrebbe arrivare a un compromesso per evitare i dazi sulle importazioni di automobili e sui ricambi automobilistici annunciati da Trump lo scorso anno rifacendosi alla Sezione 232 del Trade Expansion Act, che permette al Presidente statunitense di imporre dazi a prodotti ritenuti “minacciosi” per la sicurezza nazionale. I colloqui commerciali di questo maggio sono terminati con un ordine da parte di Tokyo di 105 caccia Stealth F35 americani, che oltre a essere un importante acquisto sottolineano la forte alleanza militare dei due Paesi. Gli incontri bilaterali proseguiranno durante la visita di Trump in Giappone per il G20 di Osaka del 28-29 giugno prossimi.

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Fig. 2 – Trump e Abe visitano la base navale di Yokosuka, nella prefettura di Kanagawa

3. LA QUESTIONE NORDCOREANA

Sulla questione nordcoreana gli Stati Uniti si dichiarano molto vicini alle posizioni nipponiche e a sostegno di esse. Innanzitutto, una delle priorità di Abe è la risoluzione della questione dei rapimenti, rachijiken. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta almeno 12 cittadini giapponesi furono rapiti da agenti nordcoreani in modo che addestrassero le proprie spie su cultura e lingua giapponese. Nel 2000 Kim Jong-il diede delle scuse formali al Giappone e nel 2002 vennero fatti tornare in patria cinque dei rapiti, ma la questione rimane aperta e prioritaria nelle relazioni tra i due Paesi. Nell’incontro avvenuto con i famigliari dei rapiti, Trump si è dichiarato vicino alla loro sofferenza e favorevole a un colloquio tra il Primo Ministro Abe e Kim Jong-un. Abe ha infatti ufficializzato la volontà di organizzare un incontro «senza condizioni» con il leader nordcoreano. In secondo luogo, sia Trump che Abe dichiarano di voler collaborare per portare alla denuclearizzazione la Corea del Nord. Per il Governo giapponese i missili e le armi nucleari nordcoreane rappresentano una minaccia concreta e da risolvere urgentemente, ma Trump ha minimizzato la questione affermando che i test missilistici nordcoreani sono di molto diminuiti rispetto ai tempi della precedente Amministrazione americana.

Sofia Bobbio

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Sofia Bobbio
Sofia Bobbio

Sono nata nel 1994. Novarese di nascita e veneziana per adozione, mi sono laureata all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Lingue, Economie e Istituzioni dell’Asia con una tesi sulle metodologie di approccio di Giappone e Cina nell’Africa subsahariana. Appassionata di relazioni internazionali mi piacerebbe essere intermediaria tra l’universo asiatico, specialmente quello giapponese, e quello europeo attraverso la scrittura e non solo. Ho vissuto per un semestre tra le montagne giapponesi di Matsumoto e per un altro nella grande metropoli di Tokyo. Nel tempo libero adoro leggere, stare con le persone che amo e passeggiare ad alta quota per le Alpi.

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