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La nuova guerra del Vietnam è per l’ambiente

Analisi – Recentemente si è concluso il summit organizzato dall’ONU a New York sui temi ambientali. Hanno partecipato 77 Paesi tra i quali il Vietnam. Durante la conferenza, i rappresentanti vietnamiti hanno ribadito che l’ambiente è una priorità importante per il loro Governo. Hanno inoltre chiesto e dato la loro disponibilità per una maggiore cooperazione nel contrastare gli effetti dei disastri ambientali.

IL VIETNAM CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI

In Asia, gli effetti dell’innalzamento della temperatura di un grado rispetto al 1850 sono ben visibili e per questo i cambiamenti climatici sono un problema molto sentito.
Il Vietnam è seriamente impegnato a rispettare gli accordi sul clima di Parigi del 2015. Per dimostrarlo ha aderito allo schema delle Nationally Determined Contributions (NDC), che mira a perseguire concretamente gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dagli accordi parigini.
La popolazione vietnamita è già da tempo sensibile ai mutamenti climatici poiché da anni subisce le variazioni nei periodi monsonici e l’intensificazione degli eventi atmosferici. Ogni anno piogge torrenziali, violenti tifoni e uragani sono cause di centinaia di morti nel Paese. Non a caso il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) ha recentemente comunicato al Vietnam di essere ancora uno dei Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico. La Ong Germanwatch ha ribadito il concetto durante la 24° conferenza sull’ambiente a Katowice, inserendo Hanoi al sesto posto nella classifica mondiale per esposizione ai disastri ambientali.

Fig. 1 – La sede dell’ONU nei giorni del recente vertice internazionale sui cambiamenti climatici. | Foto: My Ding Hua

I DANNI ALL’AMBIENTE

Nel 2016 si stima che i cambiamenti climatici abbiano provocato in Vietnam danni materiali per 4 miliardi di dollari. Le piogge torrenziali di quell’anno hannno infatti allagato interi villaggi e costrettto la popolazione ad abbandonare circa 370mila abitazioni. I tifoni del 2017 sono stati altrettanto intensi e, oltre agli ingenti danni materiali, hanno provocato 298 morti.
Per contro, la prolungata siccità nei periodi di stagione secca ha portato ai minimi storici il livello di molti corsi d’acqua. Alcuni fiumi avevano un dislivello così basso rispetto all’oceano che l’acqua salata ha risalito il loro corso per oltre 90 chilometri. L’acqua del Mekong è molto importante per la popolazione rurale. Quando l’acqua salata si è sostituita a quella dolce ha distrutto i raccolti e causato la morte di millioni di pesci. I braccianti hanno abbandonato le terre inutilizzate per l’eccessiva salinità.
Inoltre l’aumento della temperatura potrebbe portare all’inalzamento del livello del mare. Il Paese ha oltre 3.260 chilometri di costa e tale innalzamento comporterebbe quindi la perdita di migliaia di chilometri quadrati di terreno. La conseguenza sarebbe una migrazione della popolazione verso altre aree abitabili con relative problematiche sociali ed economiche. E abitare lungo le pendici delle montagne non sarebbe una soluzione a causa delle frane, favorite dal disboscamento e dall’eccezionalità degli eventi atmosferici.

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Fig. 2 – Un sbarramento costiero per prevenire l’afflusso di acqua salata nel Mekong. Negli ultimi anni tale afflusso, favorito dal basso livello del fiume, ha provocato ingenti danni all’agricoltura vietnamita

L’INQUINAMENTO E LE INIZIATIVE AMBIENTALI

Gli effetti dei cambiamenti climatici sono aggravati dal degrado ambientale. Le discariche e gli impianti di riciclaggio vietnamiti non sono sufficienti per smaltire le 70mila tonnellate di rifiuti prodotte giornalmente dal Paese. Diverse ONG hanno stimato che attraverso i fiumi si riversino ogni anno in mare oltre 13 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Nelle falde acquifere e nei corsi d’acqua si trovano residui di liquami urbani, pesticidi e sostanze chimiche come i diserbanti usati dagli Stati Uniti durante la guerra di cinquant’anni fa. Oltre ai danni causati alla flora e alla fauna, si devono dunque calcolare i danni alla salute umana.
Gli inquinanti sono presenti non solo nell’acqua e nella terra, ma anche nell’aria. Le attività produttive consumano molta energia, la quale è prodotta principalmente con idrocarburi. La loro combustione, associata agli enormi quantitativi di gas provenienti dai veicoli a motore, è la causa principale delle polveri sottili nell’aria. Dal 2011 i valori medi annuali di PM 2,5 non sono mai scesi sotto i 26,9 microgrammi per metro cubo, ben al di sopra del valore limite per la salute umana di 20 microgrammi per metro cubo.
A Saigon (Ho Chi Minh City) il Governo ha fatto costruire o ampliare nuove linee metropolitane per ridurre l’inquinamento provocato dai mezzi di trasporto privati.

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Fig. 3 – Alcuni dipendenti comunali raccolgono rifiuti di plastica in uno dei laghi di Hanoi

IL POLMONE VIETNAMITA

Da anni il Vietnam ha avviato una politica di piantumazione, che però è contrastata dal disboscamento urbano e agricolo. Dal 2001 al 2017 si è perso il 27,2% di area boschiva esistente: nel 2016 essa rappresentava appena il 47,6% del territorio. Per incrementare la superfice, il Governo ha chieso la collaborazione dell’USAID (Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale).
Gli alberi oltre a produrre ossigeno impediscono l’erosione del terreno. Piantati a modica distanza dalle coltivazioni non ne danneggiano i raccolti e possono essere una risorsa sia alimentare che economica. Le piante contribuiscono significativamente, durante i mesi caldi, a ridurre le alte temperature.
USAID ha finanziato e promosso diverse attività ecoturistiche per rendere autosufficienti gli operatori del settore. Questi ultimi hanno tutto l’interesse a curare e proteggere la loro fonte di rendita.
Per incrementare il verde le municipalità hanno dato priorità ad aree o opere che lo valorizzassero. Ogni anno un numero sempre maggiore di architetti è invitato a presentare progetti per abitazioni ecologiche o ecosotenibili.

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Fig. 4 – Il canale Xuyen Tam di Ho Chi Minh City, soffocato da migliaia di abitazioni di fortuna e dai loro rifiuti. Il Governo cittadino mira a bonificare e rimodernare l’area nei prossimi anni

LE INIZIATIVE ENERGETICHE

Il Vietnam sotto il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP, Plan 2017-2021) cerca di diminuire la produzione di energia elettrica originata da idrocarburi. L’obiettivo e favorire quella generate da fonti rinnovabili.
Tuttavia, visti i danni sull’ambiente causati dalle centrali idroelettriche, il Paese sembra puntare principalmente sull’energia prodotta da impianti solari ed eolici. Le Autorità hanno rivalutato l’energia solare dal 2017 e ne stanno incoraggiando il mercato interno. Quest’anno sono stati collegati alla rete nazionale i primi 4,543 megawatt prodotti attraverso i pannelli solari, con l’obiettivo di arrivare a produrne 850 entro il 2020.
Inoltre il Governo ha facilitato gli investimenti esteri per la costruzione di nuove centrali eoliche per far produrre 1 gigawatt di energia entro il 2021. Oggi, l’energia eolica totale prodotta raggiunge i 327 megawatt.
Per diminuire lo spreco energetico il Governo ha incoraggiato la sostituzione di macchinari obsoleti con nuovi modelli più efficienti e meno inquinanti, aumentando di nuovo le tasse sui prodotti derivati dagli idrocarburi come sacchetti di plastica, benzina e cherosene.

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Fig. 5 – Pannelli solari a Vung Tau, nella parte meridionale del Paese

GLI IMPEGNI INTERNAZIONALI

Quest’anno le Autorità vietnamita hanno firmato accordi con diverse Istituzioni internazionali, nell’ottica di promuovere lo sviluppo sostenibile. Ne sono esempio il Protocollo d’Intesa firmato con l’Italia sulla “cooperazione in materia di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico” e con il Giappone durante il “Dialogo sulle politiche ambientali”. Poche settimane fa, in seguito a un accordo governativo, la Russia ha trasferito diverse conoscenze tecnologiche ambientali e sanitarie al Vietnam. Questo permetterà ad Hanoi di monitorare e vigilare sui danni causati all’ambiente in tempi immediati e analizzare i dati per contrastare il fenomeno.
Il Vietnam collabora anche con l’Environmental Protection Agency (EPA) statunitense per rafforzare normative e Istituzioni a tutela della qualità e della sicurezza ambientale.
Prevenire il cambiamento climatico e limitarne i danni significa in termini assoluti per il Paese un risparmio di risorse umane, economiche e finanziarie. Nel 2016 si calcola siano morte oltre 60mila persone per problemi di salute legati all’inquinamento.
Il Governo vietnamita parteciperà anche al prossimo summit sull’ambiente in programma a Santiago del Cile a dicembre. All’evento sarà presente anche la giovane attivista Greta Thunberg, che ha già preparato una serie di richieste concrete da presentare al summit, tra cui diversi progetti per un’economia mondiale sostenibile.

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Nata nella città di Ho Chi Minh sono residente in Italia da quando avevo 5 anni. Ho una laurea triennale in Lingue, Culture e Società dell’Asia Orientale e una Laurea magistrale in Relazioni Internazionali Comparate (Asia-Europa) conseguito presso L’Università Ca’ Foscari di Venezia. In coerenza con i miei studi, mi interesso di relazioni economiche, sociali e politiche tra i paesi asiatici  e i paesi membri dell’Unione Europea.

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