Assad si è dichiarato disposto a cedere le proprie armi chimiche al controllo internazionale, nonché pronto ad aderire alla Convenzione contro la produzione e l’utilizzo di sostanze tossiche a scopi bellici. Intanto, secondo alcune indiscrezioni di “Foreign Policy”, lunedì Ban Ki-Moon visionerà il rapporto degli ispettori sui fatti del 21 agosto, ma nel dossier ci sarebbero solo prove che conducono al Governo siriano, non accuse dirette. Il tutto mentre a Ginevra prosegue il dialogo tra Kerry e Lavrov.
1. ASSAD ACCETTA IL PROGETTO RUSSO – Intervistato da una televisione russa, Assad ha confermato l’intenzione di acconsentire alla proposta di Mosca, dichiarandosi pronto a consegnare tutte le armi chimiche presenti negli arsenali siriani alla comunità internazionale. Per contropartita, il Presidente ha chiesto che gli Stati Uniti interrompano sia il sostegno materiale alle opposizioni di Damasco, sia le minacce di un imminente intervento armato. Assad, inoltre, ha inviato una lettera a Ban Ki-Moon, manifestando la volontà della Siria di aderire alla Convenzione che vieta la produzione e l’impiego delle armi chimiche.
2. INDISCREZIONI SUL RAPPORTO ONU – Ancora, però, non si conoscono gli esiti delle indagini dell’ONU sui fatti del 21 agosto, quando un’ingente quantità di agenti tossici fu utilizzata alla periferia di Damasco, provocando un numero ancora non chiaro di vittime (in base alle fonti, tra 300 e 1.300). Secondo alcune indiscrezioni, il rapporto degli ispettori sarà consegnato al Segretario Generale in questi giorni, e, forse, reso noto la prossima settimana. Tuttavia, probabilmente non ci saranno precise indicazioni sui responsabili dell’attacco chimico, sebbene, almeno secondo “Foreign Policy”, i risultati delle indagini offrirebbero molti indizi che potrebbero chiamare in causa il Governo di Assad. Sul sito della rivista statunitense, infatti, si afferma che «il team di ispettori, che dovrebbe presentarsi da Ban Ki-Moon lunedì [16 settembre], non accuserà direttamente il regime siriano, ma fornirà evidenti prove circostanziali – basate sull’esame di resti di razzi, munizioni e test di laboratorio su campioni di suolo, sangue e urina – che conducono con forza alla responsabilità del Governo». Nel frattempo gli insorti denunciano un nuovo, ma non precisato, attacco con armi chimiche nei sobborghi di Damasco.
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3. USA-RUSSIA: POSIZIONI DIVERSE – A Ginevra, intanto, proseguono le consultazioni tra il segretario di Stato americano Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov con l’obiettivo di discutere le prospettive per la gestione dell’arsenale tossico siriano. Le posizioni restano ancora piuttosto distanti, poiché se da un lato Mosca è intenzionata a raggiungere una mediazione che eviti il ricorso a un intervento armato, dall’altro lato Washington – ma in questo senso alcuni osservatori hanno definito Kerry «il maggior avversario politico di Obama», – non abbandona l’ipotesi di un raid. A riguardo, il Segretario statunitense è stato molto chiaro: «Le parole non sono sufficienti: servono passi concreti. Ci sono aspettative elevate circa il raggiungimento di un accordo che potrebbe salvare molte vite, però la Russia e la Siria devono mantenere le promesse, altrimenti, se la mediazione fallisce, l’uso della forza potrebbe essere necessario».
Beniamino Franceschini