- Le origini della diaspora sono rintracciabili nella crisi economica, politica e sociale del Paese
- Le reazioni dei Paesi della regione si dividono tra apertura totale e una buona dose di cautela
- Nella regione, la gestione della diaspora venezuelana sarà un game changer
La crisi migratoria venezuelana è un problema economico, politico, sociale e umanitario di primo livello. Seconda solo all’esodo provocato dalla guerra in Siria, la diaspora venezuelana ha portato oltre 4 milioni di persone ad abbandonare un Paese in grave crisi e riversarsi in gran parte nella regione circostante. L’America Latina non ha risposto in maniera unanime e ogni Stato ha adottato una propria strategia. La Colombia, il Paese con la maggiore affluenza di migranti e rifugiati, si è aperta e ha provato a gestire l’immigrazione invece di spendere limitate energie e investimenti in un’opera di contenimento oggettivamente difficile. Anche l’Argentina ha assunto una posizione di apertura, nonostante le gravi difficoltà della sua economia. Paesi come Ecuador, Brasile e Cile hanno invece preferito un’apertura cauta e controlli più rigidi. L’esodo venezuelano è destinato a crescere e sarà certamente uno dei temi cruciali della regione nei prossimi anni.
Elena Poddighe