In 3 sorsi ˗ Secondo il Governo di Tbilisi quella subita il 28 ottobre scorso è stata un’operazione pianificata dai servizi di intelligence militari russi del GRU. Washington e Londra si uniscono alla denuncia e criticano l’aggressività russa nel cyberspazio, vista come una minaccia alla democrazia.
1. UN CYBER ATTACCO MASSICCIO
Il 28 ottobre 2019 un cyber attacco di rilevanti dimensioni ha colpito oltre 15,000 siti web in Georgia. Tra questi, anche quelli relativi a tv locali, fonti di informazione, istituzioni governative e tribunali. Nemmeno il sito dell’attuale Presidente SalomĂ© Zourabichvili venne risparmiato. La particolaritĂ dell’attacco fu che mentre alcuni siti risultavano semplicemente irraggiungibili da parte degli utenti, in altri la homepage era stata sostituita da una foto dell’ex Presidente georgiano Mikheil Saakashvili (in carica durante il breve conflitto del 2008 contro la Russia e attualmente in esilio in Ucraina) con la scritta “I’ll be back“. Dal Partito del movimento nazionale unito, gruppo politico fondato da Saakashvili, immediatamente arrivarono smentite su qualsiasi coinvolgimento nell’attacco, attribuendolo a una “fabbrica di troll”.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Mikheil Saakashvili parla in videoconferenza ai suoi sostenitori durante le elezioni presidenziali georgiane del 2018
2. ACCUSE ALLA RUSSIA
A distanza di quattro mesi dal pesante attacco informatico subito dalla Georgia, arrivano le prime accuse ufficiali contro i presunti responsabili. Lo scorso 20 febbraio il Ministero degli Esteri georgiano ha diffuso un comunicato in cui viene apertamente indicata l’intelligence militare russa (GRU) come responsabile dell’azione. Secondo le autoritĂ di Tbilisi tale aggressione non solo viola il diritto internazionale, ma rappresenta anche una minaccia alla sicurezza nazionale del Paese. Questa conclusione -si legge nel comunicato- è frutto di un intenso lavoro d’indagine svolto in cooperazione con altri partner internazionali. Non è la prima volta che accade un evento simile: un precedente cyber attacco fu la risposta della Russia all’invasione georgiana dell’Ossezia del Sud, nel 2008. In ogni caso, la risposta alle recenti accuse è arrivata dal Ministero degli Affari Esteri di Mosca, che ha preso una dura posizione contro quella che definisce una “campagna di propaganda” sincronizzata e non supportata da prove. Anche il Vice-Ministro degli Esteri russo Andriy Rudenko ha respinto ogni coinvolgimento russo nell’attacco.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Segretario di Stato USA Mike Pompeo insieme al Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a Washington, 10 dicembre 2019
3. WASHINGTON E LONDRA CONTRO L’INTELLIGENCE RUSSA
Prontamente è arrivata la risposta degli USA tramite una dichiarazione rilasciata dal Segretario di Stato Mike Pompeo. Il capo della diplomazia di Washington ha indicato in maniera specifica nel GRU e nella sua unità interna 74455, la fonte dell’azione risalente al 28 ottobre. Viene accusata anche la compagnia di hacker russa Sandworm, nota per l’aggressività e la spettacolarità dei suoi attacchi, come quello che nel giugno 2017 paralizzò la AP Møller-Maersk, gruppo danese a prevalente attività marittima che fattura svariati miliardi di dollari l’anno. Nella dichiarazione del 20 febbraio, Pompeo critica apertamente le azioni della Russia nel cyberspazio, le quali sarebbero fonte di instabilità e insicurezza per le istituzioni democratiche. Inoltre viene ribadito il sostegno degli USA alla popolazione georgiana, la quale potrà contare sul supporto e sull’assistenza degli esperti americani per migliorare le proprie difese informatiche. Anche il Governo di Londra si è aggiunto, nella stessa giornata di febbraio, al coro di accusatori. Il Segretario di Stato agli Affari Esteri britannico Dominic Raab, in un comunicato molto dettagliato e ricco di informazioni, ha definito “sfacciata” l’azione del GRU, mirata a destabilizzare l’ex repubblica sovietica. Le prove della colpevolezza russa sarebbero state prodotte dal National Cyber ​​Security Centre -si legge-, con un grado di probabilità che va oltre il 95%.
Mario Rafaniello
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