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Covid-19 e l’Unione Europea: la pandemia che le metterà fine o un’opportunità per fortificarla?

AnalisiDa quando la crisi globale, causata dal nuovo coronavirus, ha cominciato a diffondersi su larga scala, il numero dei contagiati ha superato il milione in tutto il mondo. Di questi, più della metà risiedono all’interno del territorio dell’UE, rendendola il focolaio di Covid-19 più grande su scala internazionale. Per contrastare il diffondersi della pandemia e affievolirne il suo impatto sulle economie dell’Unione, si stanno prendendo diverse misure estremamente rilevanti, comprese la sospensione del Patto di Stabilità e dell’Accordo di Schengen, quest’ultimo atto a diminuire il numero di nuovi contagi.

LA SITUAZIONE CORONAVIRUS NELL’UNIONE EUROPEA

Al momento attuale l’Unione Europea sta risultando una delle aree geografiche maggiormente colpite dalla pandemia di Covid-19, esplosa a fine novembre nella regione di Hubei, Cina. Ciò è stato dovuto al fatto che molti Stati Membri dell’Unione avessero collegamenti diretti con la Cina, per via del gran numero di investimenti effettuati dalle aziende con capitale europeo nel Paese e dei tanti spostamenti dovuti proprio alla delocalizzazione delle imprese verso il gigante dell’Estremo Oriente. Ma anche per il fatto che il turismo cinese in Europa fosse quello con il maggior numero di visitatori. Ad ogni modo, i Paesi Membri dell’Unione che stanno riscontrando il maggior numero di contagi e di vittime sono in primis l’Italia, che ha ormai da tempo superato la Cina, e in secondo luogo la Spagna, che si appresterà a superare l’Italia nei prossimi giorni se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare. Per quel che concerne l’Unione Europea, inteso come organismo atto a prendere in mano la situazione attuando politiche comunitarie, essa non è riuscita ad avviare una politica comune per contrastare il fenomeno coronavirus. I Paesi Membri hanno dovuto prendere misure di isolamento e distanziamento sociale a livello locale. Ciò ha causato uno scarso coordinamento, che è stato la causa principale della diffusione del virus su tutto il territorio dell’Unione. Anche se all’inizio della pandemia è mancata proprio la presenza dell’Europa, adesso sembra che tutti i Paesi Membri stiano adottando lo stesso metodo per contrastare il contagio, vale a dire il completo isolamento della popolazione e la chiusura dei settori produttivi non collegati direttamente a quello sanitario. È una situazione molto delicata: da un lato l’Unione Europea deve adottare misure per diminuire la diffusione del coronavirus, ma dall’altro è cruciale che Bruxelles risulti vicina ai suoi cittadini promuovendo politiche di bilancio espansive all’interno degli Stati Membri per favorire maggiori investimenti pubblici verso il settore sanitario. Proprio per questo motivo l’UE ha deciso di sospendere due dei suoi pilastri fondamentali. Il primo è il Patto di Stabilità, con gli Stati Membri che ora possono superare la soglia del 3% del proprio rapporto deficit/PIL per la spesa pubblica. Il secondo è l’Accordo di Schengen, vale a dire che sono stati ripristinati i controlli alle frontiere fra i Paesi Membri dell’Unione fino alla fine della crisi. Due decisioni storiche per l’Unione Europea, che avranno sicuramente delle ripercussioni importanti in futuro.

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Fig. 1 – La sede della Regione Lombardia a Milano

LE MISURE DELL’UE MESSE IN ATTO PER CONTRASTARE IL COVID-19 A LIVELLO SANITARIO ED ECONOMICO

Anche se all’inizio dell’emergenza del nuovo coronavirus l’Unione Europea non è riuscita a trovare una risposta forte e immediata a livello comunitario, la situazione sembra essersi stabilizzata grazie alla presa di posizione da parte del Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sia nell’ambito economico, sia in quello sanitario. Infatti sono state adottate due misure importanti che comprendono due aspetti fondamentali della gestione della crisi. In primo luogo la sospensione del Patto di Stabilità, un cambiamento di rotta da parte della Commissione Europea affinché gli Stati Membri possano adottare ulteriori politiche espansive, stanziando una fetta importante del loro PIL verso il settore sanitario pubblico e per sostenere l’economia in difficoltà. La decisione è stata presa dopo la sfortunata uscita della Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, la quale aveva affermato in precedenza che il ruolo della BCE non fosse quello di eliminare lo spread, dichiarazione che ha affossato le Borse europee e internazionali, portando, dunque, la Commissione Europea a riparare al danno causato sospendendo il Patto di Stabilità. La misura per fortuna è stata accolta positivamente dalla maggior parte degli Stati Membri. L’altro punto cruciale su cui l’UE sta lavorando è quello riguardate la lotta al virus a livello sanitario. La prima decisione presa su questo punto è anch’essa storica per l’Unione, vale a dire la sospensione dell’accordo di Schengen. Solo in altre due occasioni quest’ultimo è stato sospeso: per il G8 di Genova del 2001 per l’Italia e per il G8 tedesco di Schloss Elmau del 2015. Analizzando nel dettaglio questa scelta, la sospensione momentanea dell’accordo è solo diretta alla popolazione civile, infatti, si consente ancora la libera circolazione delle merci fra i Paesi Membri che hanno aderito a Schengen. Le due misure fino a questo momento adottate dall’Unione Europea sembrano aver leggermente calmato gli animi dei Paesi Membri che in questo momento stanno soffrendo di più a causa della pandemia, ma la recente disposizione della Commissione Europea riguardante la mancanza di un accordo sull’erogazione degli Eurobond (anche chiamati Coronabond in questo periodo) per aiutare le economie maggiormente in difficoltà sta scatenando accese polemiche, provenienti, soprattutto, dai forti partiti euroscettici di tutta Europa.       

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Fig. 2 – I vertici delle Istituzioni europee: Michel, von der Leyen e Lagarde

QUEL CHE NON MI UCCIDE, MI FORTIFICA

Senza ombra di dubbio il momento attuale di crisi che stanno attraversando l’Unione Europea e i suoi Paesi Membri è il più delicato della loro storia. Mai come adesso l’Unione si trova a fronteggiare un problema che va oltre la gravità della crisi finanziaria del 2008, soprattutto perché oggi l’emergenza non è solo finanziaria, ma anche sanitaria, sociale e politica. I partiti euroscettici potrebbero cogliere la situazione d’emergenza per usarla a proprio favore e aumentare la sfiducia nei confronti delle Istituzioni europee. Per il momento, grazie al diretto intervento della Commissione UE per mitigare la dichiarazione della Lagarde sullo spread, si è presa una scelta politica importante per dimostrare la vicinanza dell’Unione verso i Paesi Membri con i partiti euroscettici più forti, come ad esempio l’Italia, con la sua opposizione di centro-destra a guida Lega. La stessa Italia che in questo momento si trova nella situazione più grave di questa crisi. Per gestire al meglio un tale difficile contesto l’UE dovrebbe prendere in mano l’emergenza e far sì che la pressione fiscale sugli Stati Membri, in particolare su quelli mediterranei (Francia inclusa), si riduca. Proprio su questo punto le ultime dichiarazioni della von der Leyen riguardanti la chiusura da parte dell’Unione Europea all’erogazione dei cosiddetti Eurobond (meccanismo solidale di distribuzione dei debiti tra gli Stati dell’eurozona) getta ombre e potrebbe causare una crisi politica interna agli Stati Membri in vista del post-coronavirus. Vedremo se questa settimana potrà essere risolutiva per l’adozione di politiche economiche coordinate.

Antonino Galliani

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Perchè è importante

  • L’Unione Europea sta affrontando la crisi più importante della propria storia.
  • Per alleviare gli effetti negativi del Covid-19 l’UE ha deciso di sospendere Schengen e il Patto di Stabilità.
  • La questione riguardante gli Eurobond divide ancora una volta gli Stati Membri tra favorevoli e contrari.

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Antonino Galliani
Antonino Galliani

Sono nato a Palermo nel 1990. Mi sono laureato in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Bologna, prima di trasferirmi in Messico, ha lavorato a Bruxelles per l’Ambasciata del Messico presso l’UE nell’area relazioni politiche. Vivo in Messico dal 2017, dove ha lavorato per la Camera di Commercio Italiana come Responsabile Area Internazionalizzazione e Progettazione fino al dicembre del 2018. Dal 2019 mi occupo della gestione dell’ufficio della CCIM di Querétaro per le aziende italiane della regione del Bajío.

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