In 3 sorsi – La nuova Commissione Europea, espressione dei risultati delle elezioni europee dello scorso giugno, si appresta a iniziare il proprio mandato il prossimo 1° dicembre, previa conferma della plenaria del Parlamento Europeo.
1. IL NUOVO COLLEGIO DI COMMISSARI EUROPEI
Dopo essere stati nominati dalla riconfermata Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, i 26 Commissari Europei sono stati chiamati di fronte alle commissioni parlamentari per le audizioni di conferma, svoltesi tra il 4 e il 12 novembre. Al termine del primo round di domande, 19 Commissari sono stati giudicati idonei allo svolgimento del ruolo assegnatogli assieme alle rispettive deleghe. Un destino diverso è invece toccato al Commissario ungherese Olivér Várhelyi, detentore del portfolio “Salute e benessere animale” e ai 6 vicepresidenti esecutivi proposti da Italia, Francia, Spagna, Finlandia, Romania ed Estonia. Nel caso del Commissario Várhelyi, già esponente della Commissione von der Leyen I e vicino al Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, le Commissioni parlamentari avevano espresso dubbi in merito alle sue posizioni su vari dossier sanitari, divergenti rispetto agli standard dell’UE. Nel caso dei 6 vicepresidenti esecutivi, invece, le riserve espresse erano prevalentemente di matrice politica, con i principali gruppi del Parlamento Europeo che erano in disaccordo sulle nomine dell’italiano Raffaele Fitto (Conservatori e Riformisti) e della spagnola Teresa Ribera (Socialisti e Democratici).
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La squadra della nuova Commissione Europea
2. DOPO ACCUSE E RICATTI ECCO L’ACCORDO
Dopo più di una settimana di stallo, durante la quale non sono mancati veti e accuse incrociati tra gli esponenti del Partito Popolare Europeo (PPE), dei Socialisti e Democratici (S&D) e dei Conservatori e Riformisti (ECR), nella giornata di mercoledì 20 novembre si è finalmente giunti a un accordo tra le parti. La principale questione da risolvere riguardava la figura dell’italiano Raffaele Fitto, ex ministro del Governo Meloni ed esponente di Fratelli d’Italia, partito di punta del gruppo ECR che ha votato contro la fiducia alla Presidente von der Leyen. In merito alla sua nomina, la delegazione social-democratica si era opposta promettendo che non avrebbe confermato Fitto nel ruolo di vicepresidente esecutivo. Tale veto ha immediatamente scatenato la reazione della delegazione parlamentare del gruppo cristiano-democratico PPE. In risposta, il gruppo aveva a sua volta condizionato la conferma della Commissaria spagnola Ribera alla sua comparsa di fronte al Parlamento spagnolo, per rispondere delle presunte negligenze relative alla recente emergenza ambientale verificatisi nella costa orientale della Spagna. Tale situazione di veti incrociati aveva di fatto congelato la procedura di insediamento della nuova Commissione Europea, minacciando di posticiparne l’inizio dei lavori al 2025.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Ursula von der Leyen, riconfermata al vertice della Commissione
3. I PROSSIMI PASSI DELLA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA
A seguito dell’accordo raggiunto il 20 novembre, con il quale i gruppi politici hanno confermato il Commissario ungherese Várhelyi e i 6 vicepresidenti esecutivi (Fitto, Ribera, Kallas, Séjourné, Virkkunen e Mînzatu), l’iter di insediamento della nuova Commissione potrà ora ripartire. Il prossimo 27 novembre il Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria dovrà votare per confermare in blocco l’intera Commissione, inclusa la presidente von der Leyen. A meno di clamorose sorprese, la maggioranza parlamentare (PPE, S&D, Renew) confermerà l’intera Commissione, che potrà iniziare il proprio mandato il prossimo 1° dicembre. Nonostante l’accordo raggiunto rappresenti il miglior esito possibile, le tensioni interne alla maggioranza del Parlamento Europeo e quelle con gli esponenti più conservatori rischiano di lasciare un segno sull’equilibrio della nuova Commissione. Particolarmente delicata sarà infatti l’attuazione della nuova e ambiziosa Agenda finalizzata innanzitutto al rilancio della competitività dell’UE in chiave globale.
Giorgio Fioravanti
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