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Algeria fra nemici visibili e invisibili

In 3 sorsi – Mentre il mondo sta affrontando l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus, l’Algeria è impegnata in una strenua lotta non solo contro la Covid-19, ma anche contro le agitazioni politico-sociali e l’instabilità economica.

1. IL GOVERNO NEOELETTO E L’EMERGENZA SANITARIA

Il coronavirus e la crisi sanitaria associata non hanno affatto risparmiato l’Africa e il Nordafrica, facendo ipotizzare agli esperti lo sviluppo di un nuovo epicentro di diffusione della Covid-19. Secondo il rapporto giornaliero dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attualmente i Paesi più colpiti della regione sono Egitto, Sudafrica, Marocco e Algeria, con un totale di – rispettivamente – 2.844, 2.783, 2.564 e 2.418 casi confermati al 14 maggio. In questo contesto, l’Algeria, da poco dotatasi di un nuovo Governo, registra un record negativo sia dal punto di vista gestionale sia, soprattutto, in termini di percezione sociale delle politiche implementate. La sanificazione delle strade e il confinamento delle persone nelle proprie case non sono riusciti a controbilanciare le carenze infrastrutturali del sistema sanitario algerino, che necessiterebbe di riforme organizzative e nuovi investimenti.

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Fig. 1- La sanificazione delle strade nella capitale Algeri, 30 marzo 2020

2. CITTADINI E CLASSE POLITICA DIRIGENTE: UN LEGAME INTERROTTO

L’emergenza Covid-19 ha mostrato un duplice aspetto dell’Algeria post-Bouteflika: la mancanza di un piano programmatico di riforma del Paese che vada al di là delle dichiarazioni e un costante aumento del malcontento sociale, che sta continuando a manifestarsi anche attraverso l’utilizzo di nuovi canali, come la radio e i social networks. Il movimento sociale Hirak – seppur nella sua eterogeneità di appartenenti, contenuti e proposte – continua a dar forma al rapporto lacerato fra Istituzioni politiche e cittadini algerini, rendendo la battaglia contro il coronavirus un’occasione per coinvolgere la società civile in attività proattive a favore del Paese. In questo contesto le azioni del Governo hanno contribuito ulteriormente ad accrescere la distanza fra società e classe dirigente, rinvigorendo il sospetto a confrontarsi con un potere che protegge i propri interessi. Le contraddizioni politiche, sociali ed economiche già portate alla luce durante le proteste dell’anno scorso sono state ulteriormente acuite dall’emergenza sanitaria globale. È stato rimosso il velo di Maya sul legame disfunzionale fra il Governo e i cittadini sollevando seri dubbi sulla capacità dell’Algeria di trovare una forma di stabilità in cui classe politica dirigente e società siano in grado di cooperare attivamente.

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Fig. 2- Manifestanti durante le proteste anti-governative nella capitale Algeri, 13 marzo 2020

3. L’ECONOMIA ALGERINA E GLI SHOCK DEL MERCATO DEL PETROLIO

La battaglia dell’Algeria contemporanea non si dispiega unicamente contro dei pericolosi nemici invisibili – il coronavirus e il malcontento sociale, – ma anche contro una ben più visibile minaccia: le conseguenze economiche degli shock del mercato del petrolio. Infatti l’abbassamento vertiginoso del prezzo del greggio combinato con il drastico calo della domanda ha provocato un duplice shock nel mercato dell’oro nero, che si prevede sarà causa sui di una preoccupante ondata di recessione in tutti i Paesi produttori e, in particolare, nelle economie poco diversificate e dipendenti dalla produzione petrolifera, proprio come quella algerina. Il Governo algerino, guidato dal Primo Ministro Abdelaziz Djerad, sta cercando di salvaguardare la propria economia attraverso misure che prevedono un taglio del 30% della spesa pubblica – seppur con un occhio di riguardo per settore sanitario, stipendi e istruzione – e l’implementazione di una nuova legge finanziaria con strumenti per la compensazione dei danni provocati dalla diffusione del coronavirus e dalle conseguenti misure restrittive che hanno impattato il settore produttivo e quello commerciale. Questi accorgimenti, positivamente accolti dal Fondo Monetario Internazionale, risultano però insufficienti a fronte della necessità di una riforma strutturale dell’economia algerina, che, prima di tutto, dovrebbe diversificarsi e prepararsi per l’inevitabile impatto negativo che il calo delle esportazioni di petrolio, combinato con le spese affrontate dal sistema Paese per l’emergenza sanitaria, provocherà sulle entrate e sul tasso di occupazione nazionale. L’Algeria si trova, quindi, dinnanzi a una battaglia dal fronte bipartito: da una parte potenti nemici invisibili, la Covid-19 e il malcontento sociale; dall’altra un nemico visibile e concreto: la previsione di una forte recessione. Il livello di difficoltà del percorso di Algeri verso la stabilità è destinato ad aumentare rendendo impossibile, allo stato attuale, prevedere quale sarà il futuro del Paese. È necessario aspettare che l’emergenza sanitaria globale registri un trend in negativo e osservare nel medio e lungo periodo i risultati delle misure politiche, economiche e sociali fino a qui implementate.   

Sara Cutrona

 Immagine di copertina: Photo by Kaufdex is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Il nuovo Governo algerino è alle prese con la gestione della pandemia.
  • Tra i cittadini e la classe politica dirigente sembra esserci un legame interrotto anche frutto delle proteste iniziate verso la fine del 2019.
  • Il coronavirus e il malcontento sociale si accompagnano allo shock petrolifero che potrebbe seriamente compromettere l’economia del Paese.

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Sara Cutrona
Sara Cutrona

Attualmente lavoro come assistente di redazione presso la sede regionale RAI dell’Emilia-Romagna, a Bologna. Ho ottenuto la Laurea Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche al Polo Didattico distaccato di Forlì dell’Università Alma Mater di Bologna, specializzandomi in politica e sicurezza internazionale. Durante il mio percorso accademico ho studiato in Spagna, Nuova Zelanda e negli Stati Uniti. Nel 2016 sono stata tirocinante presso l’Ambasciata d’Italia a Baghdad in Iraq. Nel 2019 ho ottenuto il Master di I livello in Management Politico, presso la LUISS School of Government e in collaborazione con ilSole24Ore. Dal 21 ottobre 2019 al 20 aprile 2022 ho prestato servizio come Ufficiale in Ferma Prefissata del Corpo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, dove ho svolto gli incarichi di Liaison Officer con Unità straniere, political advisor, Ufficiale incaricato per la Pubblica Informazione. Nel 2022 ho conseguito un Master di II livello in Intelligence presso l’Università della Calabria. Fra i miei interessi di ricerca attuali: la guerra cognitiva, le operazioni di anti e counter terrorism; la cybersecurity, i processi politici e le relazioni inter-regionali dell’area MENA.

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