Urne calde in Afghanistan: nel fine settimana si vota per il rinnovo del Parlamento, ma le solite vecchie questioni rimangono sul tavolo. In Europa si terranno diversi incontri di rilievo, con al centro questioni di grande importanza, mentre le trattative di pace in Medio Oriente cominciano ad entrare in fase operativa.
AFGHANISTAN – Giorno 18 settembre si terranno in Afghanistan le elezioni per il rinnovo del Parlamento. Gli elettori sono chiamati a votare per i 249 membri della Camera bassa, la Wolesi Jirga. Il contesto intorno alle elezioni appare critico, come sempre, forse anche più del solito, dato il concorrere di diversi fattori che accentuano le solite vecchie questioni irrisolte (violenza, corruzione, accordi tra le etnie, ecc.). In evidenza in particolare: nelle ultime settimane il Presidente Karzai ha rilanciato nuovamente la proposta di un tavolo di pace con i Talebani, ma nessuna trattativa è ancora ufficialmente partita e le tensioni potrebbero crescere; l'avvicinarsi della stagione invernale, che generalmente “congela” i combattimenti, dovrebbe portare i talebani ad organizzare degli attacchi mirati ed il processo elettorale sarà di certo un obiettivo più che sensibile.
EUROPA – Il Presidente ucraino Viktor Yanukovich sarà a Bruxelles per discutere sul processo di affiliazione del suo Paese all'Unione Europea. Le note tensioni tra Ucraina e Russi, legate principalmente alla gestione dei gasdotti verso l'Europa, rende questo processo particolarmente delicato, dato anche l'avvicinarsi dell'inverno e la necessità europea di evitare che contrasti tra russi ed ucraini incidano sulla regolarità delle forniture.
Intanto la Slovacchia, al voto con un referendum, prova a diminuire il numero dei propri parlamentari ed i privilegi della classe politica: tentativo più volte ipotizzato da diversi Paesi europei.
Riprende inoltre vigore la questione legata alle espulsioni di Rom (soprattutto in Francia): si terrà a Bruxelles un incontro ad hoc tra rappresentanti degli Stati Membri, con in discussione la proposta di creare un ufficio europeo per l'asilo.
MEDIO ORIENTE – Molti i soggetti impegnati questa settimana nella (ri)costruzione delle trattative di pace. Un delegato francese visiterà Damasco per discutere della ripresa dei negoziati tra Siria e Israele.
Dal 13 al 15 il Presidente Palestinese Abbas, il Primo Ministro israeliano Netanyahu, il Segretario di Stato americano Clinton e l'Inviato Speciale americano Mitchell si incontreranno prima a Jerico (West Bank) e poi a Sharm-el-Sheikh (Egitto).
Il Cairo ospiterà invece un meeting dei Ministri degli Esteri della Lega Araba: oggetto dell'incontro saranno sempre i colloqui di pace in corso.
ALTRI EVENTI DELLA SETTIMANA
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Rappresentanti di Azerbaijan, Georgia, Romania e Ungheria firmeranno a Baku l'approvazione definitiva del progetto AGRI, che prevede la costruzione di un gasdotto che porterà gas naturale dall'Azerbaijan all'Europa attraverso Georgia, Romania ed Ungheria.
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Il Ministro della Difesa russo Anatoly Serdyukov incontrerà il suo omologo kyrghizo, Abibulla Kudaiberbiyev, a Mosca. Sul tavolo l'ipotesi della realizzazione di un centro di formazione militare in Kyrgyzstan, che rafforzerebbe la presenza russa nell'area centro asiatica.
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Teheran al centro di incontri importanti: numerosi Ministri africani parteciperanno alla Conferenza sulla Cooperazione tra Iran e Africa. Inoltre, alti rappresentanti da Afghanistan, Pakistan e Iraq si incontreranno per discutere la gestione delle principali minacce sanitarie della regione.
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Nuovi rischi di tensioni in Thailandia, dove le Camicie Rosse tornano a manifestare per ricordare il colpo di stato del 2006, che depose l'ex Premier Shinawatra; intanto il principale partito di opposizione terrà un'Assemblea generale per eleggere le sue più alte cariche.
La Redazione – Pietro Costanzo 7 settembre 2010 [email protected]