In 3 Sorsi – A circa un anno di distanza dal colpo di Stato che ha destituito il trentennale dittatore del Sudan, il processo ad al-Bashir per i crimini in Darfur rimane ancora in fase preliminare.
1. GLI ANTEFATTI
Nel giugno 2005 il Primo Procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI) Luis Moreno-Ocampo aprì un’indagine sui crimini commessi durante il conflitto del Darfur su rinvio delle Nazioni Unite (risoluzione 1593). La guerra che sconvolse il Paese dal 2003 al 2009 vide fronteggiarsi le Forze Armate sudanesi guidate da al-Bashir e coadiuvate dalle milizie dei janjawid contro il Movimento per la Liberazione del Sudan e il Movimento Giustizia e Uguaglianza. A guerra finita la CPI estese la propria giurisdizione su un Paese non membro dello Statuto di Roma indagando per la prima volta su un Presidente in carica. Le accuse all’ex dittatore comprendono crimini contro l’umanitĂ , crimini di guerra e genocidio ai danni delle popolazioni Fur, Masalit e Zaghawa. Dopo il colpo di Stato dell’aprile 2019, l’ex dittatore fu rinchiuso nel carcere di Kobar a Khartoum, dove si trova tuttora, e lo scorso maggio è stato trasferito temporaneamente in ospedale per controlli in seguito a sospetti sintomi da Covid-19, assieme al fratello e ad altri sei membri del regime deposto.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – L’ex Presidente sudanese al-Bashir in visita a Nyala, capitale del Sud Darfur, nel 2017
2. GLI OSTACOLI ALLA CATTURA
Nonostante i due mandati di arresto emessi a distanza di un anno – 4 marzo 2009 e 12 luglio 2010 – la CPI non era riuscita a intervenire poichĂ© il dittatore godeva dell’immunitĂ come Presidente in carica e di un largo supporto presso i Paesi africani, sufficiente a garantirgli la libera circolazione. Tra i tanti il Sudafrica, che nel 2015 si è rifiutato di arrestare al-Bashir giunto a Pretoria per un summit dell’Unione Africana (UA). Tale collaborazionismo ha contribuito ad acuire i giĂ tesi rapporti tra l’UA e la Corte, accusata di eccessive ingerenze nel Continente e parzialitĂ , poichĂ© gran parte delle inchieste erano rivolte contro leader africani. L’apice fu raggiunto nel gennaio 2017 con un tentativo di recesso collettivo dallo Statuto di Roma, con Burundi, Sudafrica e Gambia capifila dell’iniziativa (gli ultimi due non hanno poi confermato la notifica), ma su questo tema le opinioni dei membri dell’Unione sono contrastanti. PiĂą controversi ancora risultavano i rapporti con i Paesi europei, che da un lato avevano menzionato al-Bashir davanti alla CPI, ma dall’altro lo ritenevano un interlocutore fondamentale per frenare le migrazioni verso il Vecchio Continente.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Al-Bashir durante il processo a suo carico per corruzione avviato dopo il colpo di Stato del 2019
3. L’IPOTESI DELLA CORTE IBRIDA
FinchĂ© l’ex dittatore non viene arrestato e trasferito all’Aja il caso rimane nella fase preliminare, essendo necessaria la presenza dell’imputato in aula. Le opzioni plausibili sono tre: un processo in Sudan, un processo all’Aja oppure la creazione di una corte ibrida. L’ipotesi del processo in Sudan è caldeggiata e il Procuratore Generale del Paese ha giĂ annunciato l’avvio delle indagini sui crimini commessi nel Darfur dal 2002. Se il Sudan risultasse in grado di proseguire il processo contro al-Bashir e gli altri membri del suo Governo, la CPI non avrebbe motivo di esercitare la propria giurisdizione, dal momento che il suo ruolo è integrativo e non sostitutivo delle corti nazionali – si tratta infatti di un tribunale di ultima istanza. Questa opzione permetterebbe inoltre ai familiari delle vittime di assistere al processo, creando un forte impatto nella storia sudanese. Il processo all’Aja invece viene considerato l’esito naturale di un lungo corso di indagini, però bisognerebbe confermare la disponibilitĂ del Governo di transizione ad estradare al-Bashir, come dichiarato a febbraio. Ad ogni modo si conviene che i costi e i problemi di sicurezza relativi sarebbero eccessivi. La soluzione che al momento trova maggior consenso è quella della corte ibrida, che prevede l’applicazione congiunta della legislazione sudanese e di quella internazionale, giĂ operata in altri contesti per una migliore gestione delle specificitĂ locali.
Ylenia De Riccardis
“Bashir arrives” by Al Jazeera English is licensed under CC BY-SA