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La riforma delle Forze Armate russe (I)

Miscela Strategica – I tempi cambiano e con essi anche le Forze Armate: dopo due decenni di rinvii anche quelle russe hanno avviato la propria modificazione, abbandonando quasi in toto le strutture che le contraddistinguevano. Come sono cambiate? Quale il punto di partenza della riforma? Ma soprattutto, è andato tutto a buon fine? Vediamo.

 

AI TEMPI DELLO ZAR – Le Forze Armate russe non si sono fatte conoscere sinora per la propria abitudine al cambiamento. Correva l’anno 1874 quando il ministro della Guerra Dmitrij Miljutin introdusse la riforma che avrebbe contraddistinto la struttura degli eserciti zaristi, sovietici e post-sovietici. Le Forze Armate russe adottarono allora la dottrina della mobilitazione di massa e approntarono un apparato che fosse adatto a dispiegare nel più breve tempo possibile milioni di uomini. Queste maree di coscritti venivano fatte confluire in grandi unità (divisioni) composte solo in minima parte da personale mobilitato permanentemente, in pace e in guerra. La percentuale di personale in mobilitazione permanente assegnato alle unità di questo tipo, infatti, variava in base a una classificazione in 3 categorie: A, B, C. Le unità appartenenti alla categoria A erano mantenute in ogni momento con la quasi totalità degli effettivi, permettendone l’impiego per la risposta rapida alle minacce; all’estremo opposto, le unità di categoria C operavano in tempi di pace con il 20/30% degli effettivi a esse assegnati al momento della mobilitazione. Il territorio russo era suddiviso in distretti militari (appena prima della riforma erano 6, ma il loro numero fu anche superiore) e la struttura di comando operava su 4 gradi (distretto militare, armata, divisione, reggimento).

 

I GENERALI – Un simile apparato militare, imperniato sul concetto della mobilitazione di massa, richiese la creazione di un vasto numero di organi di comando, i quali seppero esercitare un’enorme influenza sui Governi che si succedettero alla guida della nazione, nonché sui destini di ogni tentativo di riforma. Tutto ciò grazie al fatto che il più importante di questi organi, lo Staff Generale Russo, era allo stesso livello del ministero della Difesa e rispondeva direttamente al Presidente della Federazione. Ogni decisione che andasse a influire sulle Forze Armate doveva passare dallo Staff Generale, conferendogli così una sorta di veto sulle decisioni del ministero (che fino al 2007 fu comunque sempre con a capo un militare). Perfino Putin, nel corso dei suoi primi due mandati, perse la partita coi militari, rinunciando ad avviare qualunque grande riforma delle Forze Armate. Tutto ciò però cambiò quando Ivanov, ministro della difesa dal 2001 al 2007, subordinò lo Staff Generale al proprio dicastero e avviò il rafforzamento del controllo dei civili al Governo sui militari.

 

NEL SEGNO DI SERDYUKOV – Il 15 febbraio 2007 Serdyukov assunse la carica di ministro della Difesa, prendendo il posto di Ivanov e divenendo così il primo civile alla guida del ministero. La scelta di Putin per questa carica spiazzò molti, ma il passato di direttore dell’agenzia tributaria federale mostrava i motivi della scelta. Il Presidente volle posizionare un abile manager, provatosi tale nell’incarico precedente, a capo di un ministero che aveva bisogno di un radicale cambiamento verso la professionalizzazione, l’efficienza e la trasparenza. I risultati cominciarono a vedersi dopo un anno circa dall’assunzione dell’incarico: Serdyukov creò diverse agenzie e ispettorati per il controllo degli aspetti finanziari dell’apparato militare russo, il cui scopo principale era la lotta alla corruzione e agli sprechi. Dopo 18 mesi, 500 ufficiali, di cui 16 generali, erano sotto processo per corruzione. Allo stesso

Lanciatori del sistema missilistico S-400, prodotto di punta dell'industria russa.
Lanciatori del sistema missilistico S-400, prodotto di punta dell’industria russa

tempo le attenzioni delle nuove agenzie si orientarono sul controllo del sistema di commesse dell’industria della difesa russa. I rapporti tra il ministero e gli industriali divennero sempre piĂą tesi mano a mano che l’orientamento del nuovo titolare della Difesa si palesava: stop al monopolio dell’industria russa nell’accaparramento, molto spesso a prezzi gonfiati, dei contratti di fornitura alle Forze Armate se gli industriali non fossero stati in grado di rispettare i nuovi standard in fatto di qualitĂ  e modernitĂ  dell’equipaggiamento. E non sono mancati i fatti in proposito: la Francia si è aggiudicata la commessa per la fornitura di portaelicotteri classe “Mistral” alla Marina Militare russa. Procedimenti giudiziari, accorpamenti, riduzioni di staff (un esempio: lo Staff Generale vide ridursi il proprio personale da 10.523 a 3.500 effettivi) e sostituzioni nei punti chiave con componenti di visione piĂą riformista hanno permesso il consolidamento del potere del governo moscovita sull’apparato militare e, non dovendo piĂą sottostare ai veti dei militari, spianato la strada verso le riforme piĂą radicali che le Forze Armate abbiano affrontato dal 1874 a oggi.

 

NOVIJ OBLIK (NEW LOOK) – Dopo il conflitto di 5 giorni contro la Georgia dell’estate 2008, l’incapacità delle truppe russe di condurre senza difficoltà alcune tra le più basilari operazioni e l’inadeguatezza dell’esistente organizzazione delle Forze Armate a gestire i conflitti di nuova generazione, il problema della riforma tornò in primo piano. Facilitati dall’acquisita posizione di forza sui militari e rafforzati dall’evidenza dei fatti del citato conflitto, il presidente Medvedev e il ministro Serdyukov avviarono nell’ultimo trimestre del 2008 l’auspicata riforma.

Supporto di fuoco a mezzo aereo (Su-25). Il coordinamento tra le forze sul campo ha lasciato a desiderare nelle campagne recenti.
Supporto di fuoco a mezzo aereo (Su-25). Il coordinamento tra le forze sul campo ha lasciato a desiderare nelle campagne recenti.

Il Novyj Oblik delle Forze Armate sarebbe stato, ed è ora, il seguente: per rispondere alle esigenze di un apparato militare capace di risposte rapide alle nascenti minacce, la catena di comando a 4 gradi (distretto militare, armata, divisione, reggimento) è sostituita da una a 3 gradi (distretto militare, armata, brigata). Il minor numero di passaggi nella catena di comando permette una maggiore reattività alle necessità del teatro bellico e la promozione della brigata a unità principale delle Forze Armate consente un contatto più diretto con il campo di battaglia. La centralità del ruolo della brigata è confermata dall’eliminazione del coinvolgimento del reggimento dal comando; sul campo di battaglia agiranno concretamente i battaglioni, ora dunque subordinati direttamente alla brigata (una riforma che rende quindi le Forze Armate russe molto più “occidentali”). Il battaglione è stato identificato come la migliore unità per lo svolgimento delle missioni sul campo, grazie alle capacità di dispiegamento di forza che la contraddistinguono, ottime per gestire le operazioni contro insorti, gruppi terroristici e conflitti di nuova generazione contro attori statuali (vedi la lezione georgiana). Inoltre, i distretti militari sono ora ridotti a 4 (distretto occidentale, distretto meridionale, distretto centrale e distretto orientale) dai precedenti 6, divenendo responsabili di tutte le forze e risorse militari presenti al proprio interno.

 

(Continua)

 

Matteo Zerini

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Matteo Zerini
Matteo Zerini

Laureato magistrale in Relazioni Internazionali presso la Statale di Milano, frequento ora il master Science & Security presso il King’s College di Londra. Mi interesso soprattutto di quanto avviene in Europa orientale, Russia in particolare, e di disarmo e proliferazione, specie delle armi di distruzione di massa.

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