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Uganda e Covid-19, tra sanità e politica

In 3 sorsi – Il 22 marzo in Uganda è stato registrato il primo caso di coronavirus. Ad oggi i numeri non sembrano allarmanti: secondo i dati ufficiali del Governo, sarebbero 848 i casi totali, con zero deceduti. La gestione interna della pandemia non è soltanto una questione sanitaria, ma sta avendo ripercussioni gravi sull’economia e rischia di mettere in dubbio la rielezione del Presidente Museveni.

1. IL LOCKDOWN IN UGANDA

Il 22 marzo è stato registrato in Uganda il primo caso di coronavirus e le frontiere sono state sbarrate. Il Governo ha dichiarato lo stato di lockdown: le università, le scuole e i luoghi sacri sono stati chiusi; i trasporti pubblici e privati bloccati, fatta eccezione per i veicoli sanitari e delle forze dell’ordine; le attività commerciali e i mercati sospesi. È entrato in vigore un coprifuoco con orari e giorni specifici per uscire di casa per procurarsi cibo e acqua, sono stati vietati gli incontri pubblici e gli spostamenti, fatta eccezione per motivi di necessità e urgenza.
Le misure sembrano aver avuto gli effetti sperati nel limitare la diffusione del virus tra la popolazione ugandese. Una popolazione molto giovane, con un’età media di 17 anni, e anche questo potrebbe aver contribuito a bloccare l’avanzata del virus. Anche il fattore psicologico non è secondario: soprattutto nelle regioni al nord e nelle comunità rurali aleggia ancora lo spettro della terribile epidemia di ebola che colpì il continente africano nel 2014, provocando oltre 11mila morti. Inoltre la popolazione è stata quotidianamente informata sui numeri nazionali e internazionali della pandemia, non solo tramite i comuni mezzi di informazione come Al Jazeera o CNN, ma anche dalle numerose dichiarazioni a mezzo stampa e social media rilasciate dal Presidente Museveni e dal suo Governo.

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Fig. 1 – Un dipendente di una compagnia di autobus misura la temperatura di un passeggero a Kampala

2. GLI EFFETTI SOCIO-ECONOMICI DELLE MISURE DI CONTENIMENTO

Se l’emergenza sanitaria sembra essere sotto controllo, non si può dire lo stesso delle conseguenze economiche e sociali delle misure di contenimento. L’economia ugandese è basata sull’agricoltura, nonostante le ingenti risorse naturali di cui il Paese è dotato: con i mercati chiusi, però, i contadini non possono vendere i loro prodotti e non hanno entrate per mantenere le proprie famiglie. La pandemia sta compromettendo la loro sicurezza alimentare.
Il Governo del Presidente Museveni, per scongiurare questo rischio ed evitare rivolte popolari, aveva promesso di attuare, a livello nazionale, un piano di distribuzione di derrate alimentari con il supporto dell’esercito. Una distribuzione che sarebbe dovuta iniziare lo scorso 30 marzo, ma che ha incontrato non poche difficoltà nella sua realizzazione pratica. Museveni aveva vietato a qualsiasi ente non governativo presente sul territorio di organizzare distribuzioni di aiuti alimentari parallele, per evitare assembramenti. Il divieto era assoluto, pena l’arresto immediato. Ma ben presto il Governo si è reso conto che le riserve alimentari dello Stato non riuscivano a coprire il fabbisogno degli ugandesi, e Museveni è stato costretto a fare dietro front chiedendo l’aiuto degli enti non governativi. Al fallimento di questo progetto ha contribuito anche la corruzione del sistema politico e militare ugandese: grandi quantitativi di beni sono stati distribuiti alle famiglie di politici e forze dell’ordine. Al momento il Governo è in grado di assicurare solo il 15% delle distribuzioni di cibo previste e a questo si deve aggiungere l’aumento dei prezzi alimentari del 30% rispetto ai mesi precedenti il lockdown.

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Fig. 2 – L’attivista Stella Nyanzi è stata arrestata a Kampala durante una manifestazione per chiedere al Governo l’aumento delle distribuzioni di cibo alla popolazione durante il lockdown

3. LA FASE 2 E IL FUTURO DI MUSEVENI

Dal 5 maggio scorso anche l’Uganda è entrata nella fase 2 con un graduale e parziale allentamento delle misure di contenimento. Per febbraio 2021 sono programmate le elezioni presidenziali, ma Museveni ha dichiarato che sarebbe una “follia” tenerle se la pandemia non dovesse affievolirsi. L’attuale capo di Stato, 75 anni, è in carica dal 1996 e ha vinto cinque elezioni presidenziali: nel 2017 il Parlamento, composto a maggioranza da membri del suo partito (Movimento di Resistenza Nazionale) ha rimosso il limite costituzionale di età per candidarsi alla Presidenza, permettendogli di ripresentarsi per un ulteriore mandato.
I principali leader dell’opposizione, il colonnello Kizza Bezige e il rapper Bobi Wine, in questi mesi di lockdown hanno lamentano più volte scorrettezze da parte del Governo, che starebbe utilizzando le misure di contenimento anche per motivi puramente politici, come impedire loro di riunirsi in vista dell’appuntamento con le urne. Non è la prima volta che Museveni tenta di ostacolare i suoi avversari: nel 2019 l’età per votare è stata alzata da 19 a 21 anni, eliminando la fascia d’età in cui si registra un maggior consenso popolare verso l’opposizione. Inoltre il Presidente ha chiesto ai media nazionali di “autocensurarsi”, ossia di evitare di pubblicare articoli critici verso il suo operato durante il periodo elettorale.
Le elezioni del prossimo febbraio rappresentano un punto chiave della carriera di Museveni, dopo che alle ultime presidenziali il consenso popolare verso la sua figura era sceso rispetto al passato, pur restando comunque superiore al 51%. Ma la società ugandese è in attesa di un cambiamento radicale e generazionale, che mal si lega con la sua figura. Come Museveni ha gestito e continuerà a gestire la pandemia sarà un elemento fondamentale per la sua eventuale rielezione: i numeri relativamente bassi dei contagi sembrerebbero segnare un punto a suo favore, ma l’insuccesso del piano per la distribuzione delle derrate alimentari potrebbe, invece, far scendere il suo consenso tra gli ugandesi.

Irene Dell’Omo

President of Uganda” by Foreign and Commonwealth Office is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • L’Uganda ha registrato un numero molto limitato di casi di contagi da coronavirus, ma le misure di contenimento adottate sono state tra le più restrittive dell’intero continente africano.
  • Il prolungamento della fase 1 da marzo a maggio ha messo a dura prova la resistenza della popolazione, ponendo a rischio la sicurezza alimentare delle famiglie ugandesi.
  • Sulla gestione interna dell’emergenza Covid-19, si gioca anche la partita tra l’attuale Presidente Museveni e i suoi avversari per le prossime elezioni presidenziali programmate per febbraio 2021.

 

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Irene Dell'Omo
Irene Dell'Omo

Sono laureata in Scienze Politiche, indirizzo Cooperazione internazionale, con una tesi sulla cooperazione tra Unione europea e Paesi del Maghreb per le risorse energetiche rinnovabili. Vivo a Roma, dove lavoro in un’organizzazione umanitaria nell’area marketing e comunicazione. Le mie passioni: scoprire posti e cose nuove, viaggiare, leggere (soprattutto romanzi a sfondo storico e di attualità) e scrivere.

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