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Duda-due: di nuovo Presidente della Polonia

In 3 sorsi – Dopo il primo turno a fine giugno, i cittadini polacchi sono ritornati al voto per scegliere il Capo dello Stato, eleggendo nuovamente il conservatore Duda.

1. IL RISULTATO ELETTORALE

Il 12 luglio, con il 51,2% dei voti al secondo turno, Andrzej Duda è stato rieletto Presidente della Polonia. Duda ha avuto la meglio sullo sfidante, il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski, che si è fermato al 48,8% dei consensi.
Dall’esito elettorale è emerso un Paese spaccato in due: le regioni rurali più conservatrici e l’Est del Paese hanno appoggiato Andrzej Duda, candidato del Partito nazionalista PIS (Diritto e Giustizia). L’altra parte della nazione, quella delle grandi città e dell’Ovest, si è schierata per Rafał Trzaskowski, candidato dei partiti di “Coalizione Civica” – un’alleanza di partiti liberali ed europeisti.
Il primo turno, andato in scena alla fine di giugno, e che contava su addirittura 11 candidati, vedeva Duda al 44% dei consensi e Trzaskowski al 30%.
Nonostante il forte aumento di voti dal primo al secondo turno e la vittoria nelle grandi città del Paese, Trzaskowski non è riuscito a sconfiggere il candidato appoggiato dai nazionalisti del PIS.

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Fig. 1 – Duda festeggia la rielezione dopo il voto al secondo turno

2. IL RUOLO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

In Polonia il Presidente della Repubblica è una figura prettamente rappresentativa. Possiede però il potere di veto e quindi può bloccare l’iter legislativo. Attualmente l’opposizione controlla il Senato, mentre la Camera bassa (Sejm) è composta in maniera maggioritaria dal PIS. La Camera bassa ha il potere di ribaltare le decisioni dei senatori, per questo motivo il potere di veto del Presidente della Repubblica assume particolare importanza.
Questo meccanismo, assieme agli ideali di Duda e del partito che lo sostiene, potrebbe rappresentare un ulteriore allontanamento della Polonia da Bruxelles. Nella campagna elettorale, infatti, Duda ha puntato forte su temi cari al PIS quali la difesa dei valori nazionali e dell’identità polacca, il non riconoscimento dei diritti degli omosessuali e la lotta all’aborto.
La Polonia, governata dai nazionalisti dal 2015, è uno dei Paesi che maggiormente blocca l’avanzamento del processo d’integrazione europea. Varsavia si era opposta in precedenza al piano di ricollocamento dei richiedenti asilo, ricevendo una condanna dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Altre critiche che Bruxelles muove alla Polonia riguardano la situazione del sistema giudiziario nel Paese. Varsavia, infatti, con l’ultima riforma della giustizia non garantisce l’indipendenza dei giudici dal Governo e per questo motivo la Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione.
Particolarmente controversa e criticata dalle iIstituzioni comunitarie è inoltre la normativa polacca che permette al Ministero del Tesoro di nominare dirigenti di radio e TV senza passare da un concorso pubblico.

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Fig. 2 – Volantini elettorali che raffigurano lo sconfitto Trzaskowski

3. LA POSIZIONE DELL’UNIONE EUROPEA

L’appuntamento elettorale polacco è stato seguito con grande attenzione dagli osservatori politici del Vecchio Continente. L’elezione di Duda è stato infatti il primo test elettorale post emergenza coronavirus. C’era infatti molta curiosità per capire se l’emergenza sanitaria potesse indebolire i partiti nazionalisti oppure no.
Nelle stanze di Bruxelles la consultazione presidenziale è stata seguita con grande curiosità, visto che da diversi anni la Polonia, insieme ad altri Paesi dell’Est come l’Ungheria di Orban, appare un “corpo” estraneo al processo d’integrazione europea. L’elezione di Duda, nonostante abbia mostrato un Paese spaccato in due, rappresenta un segnale di continuità nei (complicati) rapporti tra Bruxelles e Varsavia.
Una divergenza di valori che è emersa anche in occasione della recente trattativa sul Recovery Fund, durante la quale, tra le varie discussioni, è stato sottolineato il tema del rispetto dello Stato di diritto da parte di tutti i Paesi membri. Chiaro esempio di come l’UE intende vigilare sulla tutela dei valori comunitari da parte dei propri componenti. Tema evidenziato anche nel programma tedesco di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Nelle elezioni polacche, Bruxelles tifava per Trzaskowski, ma è rimasta delusa. In futuro dovrà, oltre che continuare a gestire le relazioni difficili con Polonia e Ungheria, mettere in campo nuove politiche che sappiano rilanciare l’immagine dell’UE agli occhi dei cittadini dell’Est Europa ed evitare che tendenze politiche come quelle in corso a Varsavia e Budapest rappresentino un modello per altre nazioni.

Luca Rosati

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Perchè è importante

  • Le elezioni presidenziali polacche sono state il primo test politico elettorale post emergenza
  • Con la vittoria di Andrzej Duda proseguiranno le divergenze tra Varsavia e Bruxelles?
  • La Polonia, e l’Ungheria di Orban, saranno fonte d’ispirazione per altri Paesi europei?

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Luca Rosati
Luca Rosati

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali con specializzazione in affari europei. Attualmente frequento l’International Master in European Studies a Bruxelles.

Appassionato di Unione Europea, processi elettorali degli Stati membri e comunicazione politica.

 

 

 

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